venerdì, febbraio 14, 2014

Visioni gigeriste di un presente opprimente

Tra la nostalgia per i vari ventenni e quarantenni passati, e l'ansia di continuare ad avere (fingendo di dare) ordini dall'alto e modelli precotti fisici e mentali di un piattume atto a essere calpestato, incombe come una spada di Damocle già calata e a tre quarti di collo il pericolo (già condanna ed esecuzione) dell'oppressione subdola di un condizionamento TOTALE delle menti, assai simile alla paradossale supposizione dei CERVELLI NELLA VASCA.
Avere modelli piatti e compatti omologa le menti. L'omologazione del pensiero va di pari passo con l'impoverimento delle "fonti" del pensiero. Così come più fiorisce e più continua a fiorire, la mente si degrada quanto più va degradandosi. Sabbie mobili.
In una logica di regime (occulto) è molto più furbo (nonché conforme alle logiche di potere) DISTRARRE chiunque capiti nella rete (dis)informativa piuttosto che informarlo, sia pure per semplice propaganda. Educare le masse a sfilare ordinate significa comunque insegnare a "marciare insieme". Imporre subdolamente la permanenza costante su divani e poltrone dietro schermi di varia natura significa unire e spaccare. Spaccare la massa in un insieme di individui sempre più incapaci di comunicare, uniti nella passività. Migliaia di connessioni e zero comunicazione. L'enfatizzazione dell'IO a discapito del NOI è causa e conseguenza di una progressiva DEMOLIZIONE della mente. Il rapporto uno-a-uno tra il proprietario e l'oggetto (rispettivamente lo "smart"phone e consumatore) ha impiantato nelle menti dei Consumati Consumatori binari d'acciaio, con ai lati alte mura. La mancanza di luce impedisce di vedere percorso poco più avanti, interrotto nel vuoto.
La mossa astuta è l'impianto del desiderio. Il Co.Co. DESIDERA ardentemente entrare nella prigione d'oro e piombo del consumo, perché è stato abilmente convinto a sentirsi non solo insicuro, ma IMPOSSIBILITATO a cantare da solista, e preferire sordidi belati da pecora, a considerarsi importante solo nel momento in cui si inserisce nel meccanismo di potere.
Ma che cos'è il meccanismo di potere? È un mulino. Macina menti e volontà per produrre votanti e consumatori. E, come nella farina i granelli sono indistinguibili tra loro, anche questi due prodotti si mischiano sino a essere lo stesso.
L'acqua che muove il mulino e che aggrega i prodotti è il DENARO. Denaro che olia tutta la macchina, sino a impregnare l'intero sistema, dalla coltivazione delle giovani menti nelle scuole di regime alla mondatura dalle menti salvatesi, fino alla macina. Poi il forno dell'affermazione sociale, e il Pane dell'Impero è pronto per essere "l'esempio chiaro e vivente per le giovani menti".
Ogni ingranaggio è fondamentale, e per ogni ingranaggio è fondamentale la SOSTITUIBILITA', che rende ognuno ricattabile. L'uguaglianza raggiunta è quella degli eserciti di lapidi, diverse tra loro solo per il nome.
E' FONDAMENTALE l'immagine esterna, l'impressione data al pubblico social, sempre mediata dagli (a)social network. Nel "mondo reale", qualsiasi capacità o inclinazione personale e particolare è disprezzata e denigrata, o etichettata come "pericolosa", "inutile" o "patetica". Nei tre casi intervengono situazioni e dinamiche sociali differenti. Nel caso in cui un'attitudine sia considerata patetica (leggi "difforme nelle forme"), la tanto decantata "opinione pubblica" (opportunamente elaborata e costruita) interviene per seppellire sotto sovrastrutture di ignoranza e pateticizzazione mediante la messa alla berlina mediatica. L'inutilità (leggi "difformità nei contenuti") è schiacciata e oppressa dalla totale indifferenza. L'indifferenza toglie visibilità in un mondo di apparenze. Toglie, di conseguenza, connessioni in un mondo che fa del "social" il suo motore d'immagine.
E cos'è, allora, PERICOLOSO? E' pericoloso il granello di sabbia che gratta lo spesso strato di denaro oleoso, rischiando di inceppare il meccanismo intero. E' pericoloso ciò che è difforme nelle forme, nei contenuti e nelle pratiche, e riesce a creare partendo dalla decostruzione del meccanismo di potere un "sistema" apparentemente simile. In realtà, questa nuova macchina lavora in maniera quasi diametralmente opposta. Invece di asservire a una fantomatica causa superiore le vite di ognuno, sorge innegabile il "pericolo" dell'autodeterminazione di ogni singolo individuo, all'interno di questo ANTISISTEMA. Nessuno è "eroe" o "bandiera", ma ognuno lavora e crea secondo bisogni e attitudini. L'arma di reazione a questo pericolo è la PAURA.
La paura azzera il pensiero, in ogni sua forma.
La paura di non essere accettati, paura sociale instillata dai genitori nelle menti dei figli rallenta e sopprime il pensiero "alternativo" per quello massificato, fine l'inserimento nell'Ingranaggio. Che le "nuove generazioni" abbiano un futuro migliore di quelle che le hanno precedute è un concetto il cui peso è diventato tanto corporeo nella vita di ognuno che si vive e rivive il "sogno americano", con la classica cecità storica, la quale impedisce di vederne l'inevitabile crisi (con annessi disastri). L'altra paura (strettamente interconnessa con la prima) è di non riuscire. L'omologazione porta a una spietata competizione per la scalata, spinta dall'arrivismo e dall'egocentrismo. Queste due motivazioni creano una valvola di sfogo per tutti coloro i quali restano bassa manovalanza. Chi ce la fa è di esempio per chi, invece, è rimasto giù.
"E se non ce la fai, se non hai un lavoro o una bella macchina, o una casa grande, o tutto ciò che la società (in)civile ti impone, LA COLPA E' SOLO E SOLTANTO TUA."
L'omologazione è così mantenuta con la SOVRAPPOSIZIONE DEI MODELLI: più modelli convivono in ambienti diversi, abbassando sensibilmente il numero di coloro i quali "restano fuori".
Questa MACCHINA SOCIALE è obnubilante, ed è difficile averne una visione d'insieme, specie da dentro. Abbassare il numero di ESTERNI significa diminuire la forza, la capillarità e la diffusione di ALTERNATIVE. Quando queste alternative raggiungono un picco, arriva la REAZIONE.
La reazione lavora su numerosi fattori, non ultimo il RIFIUTO. Un vocabolario che identifica tutto ciò che non è conforme a precotti precetti come "degrado". La "canticchiante e danzante merda del mondo" si vergogna nel vedere all'interno del "degrado" se stessa. Si costerna nel parlare e sentir parlare di atti di violenza, salvo perpetrarli direttamente e indirettamente ogni giorno. S’indigna nel notare comportamenti propri in personaggi più o meno in vista, accusandoli di "immoralità". S’impegna nel sociale, mandando messaggi a numeri pubblicizzati durante le pause televisive dei programmi di "attualità" concentrati a contare i capelli dell'ultimo cadavere di ragazzina che fa notizia. Si consola nel vedere quanti sono "messi peggio", confermando e rassicurando così la sua molle e ignava mediocrità.
La MACCHINA SOCIALE è per sua natura REAZIONARIA, in quanto portata, per autoconservarsi, a raccogliere in FASCI i fili di se stessa. Quando non riesce, usa nuovamente la PAURA. Usa la PAURA DELLA PERDITA: ciò che la MACCHINA ha dato, può togliere nel momento un cui un comportamento non è "consono". E' un RICATTO.
In ultima istanza, l'espressione più chiara della REPRESSIVITA' di un Sistema è la VIOLENZA. La violenza, fisica o psicologica che sia, è il mezzo più diretto e rapido per reprimere un comportamento, o per perpetrarne (e perpetuarne) un altro.
Il braccio destro è costituito dalle forse dell'Ordine, minaccia reale e potenziale, voce grossa del potere e mezzo oppressivo. La scelta del singolo di sottomettersi per perpetrare la repressione è un atto criminale nei confronti dell'umanità e della persona singola che compie questo scempio. Rifiutare la possibilità di liberare le proprie menti, aggiungendo l'onta della violenza e del mantenimento (nonché della perpetuazione) del sistema è SBAGLIATO. Una persona è composta di MENTE e CORPO. Se un medico amputasse un braccio sano a un paziente, come minimo sarebbe denunciato. E condannato. Però se è un pezzo di mente ad essere amputato, e l'"unico" a riceverne danno è l'individuo (mentre il Sistema progredisce e prospera sulle sue spalle) non è un problema. Questa è FOLLIA. Questa è la radice dell'espressione ACAB. La guardia è l'emanazione diretta del potere d'oppressione.
Il braccio sinistro (sia braccio che sinistro) del potere ha una forza repressiva diversa, ed è il fascismo. Fascismo che avvolge fasce trasversali di popolazione e ha applicazioni, sintomi e manifestazioni radicalmente diverse da una zona sociale all’altra. C’è il “fascismo dei bravi uomini”, quelli che reggono alta la bandiera di “Dio, Patria e Famiglia”. Niente di male, a un primo sguardo. E invece questo è il serbatoio di consensi per la rappresentanza. C’è poi il “fascismo istituzionale”, funzionale alla copertura politica e giuridica dei vari figli della cagna. Il Fascismo è tutt’altro che morto, e non è nelle rivendicazioni che giace il tricolore fasciato. È in ogni atto razzista, sessista, nazionalista compiuto in ogni momento. In ogni repressione c’è il Fascismo. Ed è conseguenza diretta dell’esistenza del Fascismo (Ingranaggio) l’esistenza dell’antifascismo (granello).
La rappresentanza rende IMPOSSIBILE l'interazione diretta con la fonte del Potere, demandandola ai suoi ciechi e sordi strumenti, nonché gaudenti esecutori.
Quando l’ignavia e la sottomissione ai modelli precotti sembra l’unica via, è allora che c’è da ribellarsi, perché non solo ce n’è BISOGNO, ma si DEVE.

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Oleh