venerdì, febbraio 14, 2014

Ti condurrei...

Ti condurrei,
negli autunni,
al bordo di verdi
stagni infiniti,
a vedere i neonati
di giovani fate
e a guardare i placidi
alberi sfioriti.

Cos'è che risuona
così lontano?
Amore.
Il vento sui muri,
amore mio. 

E durante le estati,
la nella campagna,
 che gioia mi darebbe
vederti nel mio grano
coperta di papaveri
e con la fronte di bimba
fra il refrigerio
di quel paesaggio amico.

Cos'è che risuona
così lontano?
Amore.
Il vento sui vetri,
amore mio. 

Ma già le foglie
coprono il sentiero
e freddo è ormai
il cuore tuo.
So che ben conosci
l'intensità del mio amore
e le acque di sangue
che il mio fiume trascina.

E malgrado tutto
sento gli echi
della tua voce impaurita
che teme i rumori.
E io ti rispondo
con gli occhi inariditi,
liberando i miei neri
passeri senza nido!

Cos'è che risuona
così lontano?
Amore.
Il vento sui vetri,
amore mio. 

(Federico Garcìa Lorca)

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Oleh