Post restaurazione. Il popolo francese
è ancora una volta sottomesso ad un re e vuole insorgere. Il
popolo francese è stanco, combattuto, affamato, scontento. I
ricchi sono sempre più lontani dai poveri. E si vive fra le
strade, con stracci e malattie. Senza amore, senza pane, senza
speranza.
Questo è il mondo dei
Miserabili: diseguaglianze sociali e malcontento generale. Victor
Hugo compone una storia monumentale che percorre un periodo di tempo
dal 1815 al 1848. Tom Hooper invece decide di trasformare questo
capolavoro in una rivelazione: un musical capace di riportare ogni
singola emozione.
Tra le varie nomination agli Oscar,
oltre ad Hugh Jackman e ad Anne Hathaway per la loro splendida
interpretazione, quella a Paco Delgado per i Migliori Costumi.
Il costumista, già famoso per La
pelle che abito, ha curato con particolare attenzione ogni abito dei
diversi protagonisti.
Il suo è stato un vero e proprio
percorso, non solo di ricerca, ma anche di riscoperta dei caratteri
dipinti da Hugo.
Il più importante è
sicuramente Jean Valjean: il regista voleva conferirgli una sorta di
santità, ovvero un cammino che portasse sulla buona ed umile
strada. L'ex galeotto da ladro si trasforma in un sindaco e poi in
padre modello, conferendo la personalità di un uomo saggio ed
altruista. Anche il suo aspetto lo conferma: partiamo da una
situazione difficile raffigurata da una veste rossa e strappata per
poi giungere a completi impeccabili, fra cui il multistrato scuro
ritrovabile persino in molte nuove collezioni attuali.
Delgado quindi si ispira alla moda
contemporanea mischiandola con le raffigurazioni di un tempo.
Più complessa diventa la strada
di Fantine. Come sostiene lo stesso costumista, il film è una
sorta di specchio. La candida ragazza infatti pare svolgere il
processo inverso a quello del protagonista principale, così
come accadrà poi con Eponine e Cosette.
Delgado aveva bisogno di rappresentare
la sua purezza, il candore, la sua impeccabilità e timidezza,
esprimendo una parte apparente della sua personalità: l'abito
rosa quasi da Venere o da dama nobile è in assoluto contrasto
con quello scarlatto indossato nel bordello.
Prova del chiasmo creato è il
colore rosso: Jean Valjean appare nella prima scena vestito di rosso
quando è più in basso nella società e così
apparirà poi Fantine alla fine della sua decadenza.
Il candidato all'Oscar inoltre
sottolinea come si sia completamente avvicinato agli usi dell'epoca:
le donne di strada erano coloratissime e presentavano veli
trasparenti in ogni parte del corpo.
Con la “caduta” della madre,
Cosette, la figlia di Fantine, sconvolge la sua posizione: da serva
ribelle a bambola pura e rispettabile. Sembra quasi che la morte sia
servita per riportare alla luce un'anima destinata all'ombra.
Gli stracci con cui è vestita
Cosette ricordano quelli dei tanti poveri che appaiono ovunque nelle
strade parigine. E stonano a confronto con la figlia dei locandieri,
Eponine, trattata come una principessa.
Da anatroccolo quindi, Delgado le dona
l'aspetto di un cigno, di una giovane elegante, con sempre elementi
bianchi a caratterizzarne lo spirito elevato.
Il nero, il verde militare, le tonalità
scure rivestono invece l'anima forte e coraggiosa di Eponine ormai
adulta; confinata alla strada e senza un futuro, consumata dall'amore
per Marius che ha occhi solo per Cosette.
Anche qui Eponine perde ancora una
volta, quasi a ricordare che non per tutti c'è un lieto fine.
Ogni personaggio sembra essere quasi
esasperato nella sua figura: le situazioni sono così anch'esse
marcate da dare la necessità di mescolare elementi di irrealtà
e fantasy.
E subito spiccano nei ricordi i
Thènardier, i locandieri, che quasi ricordano un circo o gli
artisti di strada del Montparnasse. Sono la punta di colore del film
e Paco Delgado disegna perfettamente la loro immagine, donandogli
costumi quasi da film da animazione. Labbra scarlatte, viso chiaro,
cappello nero e riccioli rossi. Un patchwork, un insieme di tonalità
che risaltano senza dubbio, quasi rieccheggiando i temi barocchi
delle sfilate milanesi alla Dolce e Gabbana.
Ed infine troviamo da una parte
(sembrerebbe quella giusta) i ribelli e dall'altra Javert, l'ostinato
nemico di Valjean.
La loro è una lotta che segnerà
uno strano epilogo ma che rappresenterà anche la fine di
un'era.
Javert è simbolo dello stato e
quindi della monarchia stessa, la sua morte sarà preludio di
una nuova rivoluzione dove ancora una volta le vecchie istituzioni
cadranno per lasciar spazio alla comunità e alla democrazia.
La bandiera francese è quasi un
nascosto protagonista, presente in ogni circostanza, è lì
silenziosa a ricordare la storia e le sofferenze di un popolo
illuminato. E tali sono gli abiti dei rivoluzionari, a partire da
Enjolras, il capo degli studenti, il più fiero e il più
coraggioso, legato ai suoi ideali da sacrificare la sua giovane vita
sino ad arrivare a Marius, l'amore di Cosette, e a Gavroche, il
saggio ed impavido ragazzino di strada.
E' ad un personaggio realmente esistito
che Delgado si ispira questa volta. Nell'Ottocento era consuetudine
ritrovare fra i vicoli delle grandi città, bambini che
vivevano senza dimora e dimostravano la maturità di uomini
ormai adulti.
La divisa che ognuno di loro indossa
porta come stemma la coccarda di nastro tricolore ripiegata mediante
plissé simbolo della rivoluzione francese, per indicare il
loro dovere verso la libertà, la fratellanza e l'uguaglianza.
Ricoperto di blu, per quasi tutto il
film, è invece Javert, che si classifica come l'altra faccia
della medaglia. L'ispettore di giustizia troppo ottuso per riscattare
Valjean. L'ispettore troppo saldo sui suoi principi per abbracciare
il cambiamento che infervora la popolazione. La sua divisa militare
turchese è similmente ispirata alle nuove giacche invernali di
Gucci, così come il rosso scarlatto è ripreso dalla
collezione estiva di Paul Smith.
Elementi nuovi per uno stile passato.
Paco Delgado cerca di comunicarci attraverso le immagini il percorso
psicologico e caratteriale dei personaggi, accompagnandoci in un
mondo dove niente è perfetto, dove gli uomini devono lottare
ogni giorno e non sempre vincono le loro battaglie. Uomini che forse
sono troppo in basso per essere notati, o semplicemente troppo
Miserabili per essere considerati. A cui però spetta un
riscatto, quello di Dio.
“Look down and see the beggars at
your feet
Look down and show some mercy if you
can
Look down and see the sweepings of the
street
Look down, look down,
Upon your fellow man!”
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Ore 12 - Les Misérables parte 3 - Un percorso attraverso i costumi.
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Oleh
Ilaria Amoruso