Negli ultimi anni, le case di produzione del piccolo e del
grande schermo sfornano con insistenza reboot e remake dei grandi colossal del
passato; voglia di riportare alla ribalta i grandi successi del passato o
mancanza di originalità?
Ormai i termini “Reboot” e “Remake” sono all’ordine del
giorno per gli appassionati di cinema e serie tv, ogni grande major ha in
cantiere almeno un lavoro su questa scia.
Quando si parla di “Reboot” (riavvio),
il termine indica quei prodotti filmici ma anche videogiochi, appositamente
realizzati per tentare di dare un nuovo slancio a prodotti conclusi o in calo di
popolarità. Il “Reboot” precede un nuovo inizio, con la totale o parziale
riscrittura degli eventi avvenuti nella saga originaria. Tra le motivazioni che
spingono alla realizzazione di un “riavvio”, c’è l’interesse da parte della
casa produttrice di usare vecchi materiali per crearne di nuovi, tentando di avvicinare
nuovamente il pubblico a una serie che potrebbe rivelarsi ben accolta e magari
migliorarla utilizzando le più moderne tecnologie.
Il “Remake” (rifacimento) di un’opera si applica in particolare
ai film, ma anche per serie televisive o videogiochi. Quando il “rifacimento” è
trasversale, ossia si applica un “medium” diverso da quello originale, si
utilizza di solito il termine “adattamento”. Il “Remake” può essere più o meno
fedele all’originale, si può cambiare l’ambientazione, aggiungere o togliere
qualche personaggio o modificare la trama. Se si tratta di pellicole tratte da
racconti o romanzi, allora sarà più adatto parlare di “adattamento”.
Che si parli di uno o dell’altro, questa tecnica ha ormai
preso piede nell’industria dell’intrattenimento ed è lecito chiedersi se si
tratta di un esercizio stilistico o di un desiderio di sfruttare al massimo una
fetta di mercato che ha già dato buoni risultati in passato.
Anche nell’ambito delle serie televisive non mancano degli
esempi, basti pensare all’idea geniale di Netflix di riscrivere un degno finale
per Gilmore Girls, già solo i rumors sui social dopo la riunione del cast
originale, hanno messo nelle mani dei produttori un successo assicurato.
Ma nella lista dei nomi celebri non può mancare The X-Files, cult
fantascientifico anni ’90 tornato alla ribalta dopo quasi 15 anni dalla sua
conclusione, e Xena, altro cult targato anni ’90 che la NBC ha affidato ad Javier
Grillo-Marxuach, noto per aver fatto parte della squadra di Lost.
Il rischio che si può correre in questo casi è però quello
di allontanare i fans originali della serie, come potrebbe accadere nel caso di
Streghe. La CBS, stando ai rumors che circolano sul web, sta lavorando a questo
progetto ma senza includere nessuno degli interpreti del cast originale,
notizia che ha scatenato immediatamente le reazioni dei fans più appassionati.
Di certo le premesse per un nuovo successo non mancano
quando si parla di ridare lustro a storie che hanno affascinato generazioni per
anni, ma è davvero necessario creare un reboot o un remake per ogni programma
di culto? O sarebbe meglio sfruttare le nuove idee? A mio parere si tratta solo dell'ennesima strategia di mercato delle major per trasformare lo spettacolo del cinema, ma anche quello del piccolo schermo, in un mare di cose viste e riviste togliendo spazio per emergere alle idee originali e di nicchia.
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Reboot e remake, un fenomeno in forte crescita
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Oleh
Unknown