mercoledì, aprile 23, 2014

I don't drink coffee, I take tea my dear..


Ci vuole coraggio per lasciare tutto e andare via.
Ci vuole coraggio per lasciare la propria città per trovarne una nuova.
Ci vuole coraggio per essere ciò che si è lontani dal mondo che ci ha reso quello che siamo.
Ci vuole coraggio per lasciare l'angolino protetto che avevamo trovato nel bar vicino casa, o in quella polverosa libreria che visitavamo sempre, per cambiare il bus che usavamo per andare a lavoro, e trovarne di nuovi nella nostra nuova città. Di luoghi intendo.
Si, le persone vanno e vengono senza il nostro controllo, ma bisogna essere coraggiosi per lasciare i luoghi che ci siamo scelti, perchè almeno quelli ce li siam scelti noi, da soli, a volte.
Lasciare un luogo significa anche abbandonare una parte di noi, la parte di noi che viveva in quel luogo, anche metaforicamente parlando.
Magari non prenderemo più quel tavolino vicino alla finestra del bar dove ci sentivamo così ispirati da scrivere pagine e pagine, e non vedremo più passare quelle persone che hanno ispirato le nostre storie, non prenderemo più quel the ci rilassava, a quel tavolino, piccolo ma sicuro.
Dovremmo avere il coraggio di trovarne un altro luogo tutto nostro altrove?
Potremmo davvero riuscirci?
O resteremo per sempre alieni in un luogo che non appartiene a noi?
Mi diverte l'idea di immaginarmi in un altro posto, in un'altra città, e ricercarmi li luoghi in cui fare tutto questo che faccio qui.
Il mio tavolino, la mia finestra, il mio thè, il mio diario, la mia penna, e le stesse persone che passano di li.
Sarebbe rischioso rifare tutto di nuovo, ma sarebbe divertente rendere nostro qualcosa che ancora non lo è.
E magari mi sentirei un alieno, ma un alieno che rende suo qualcosa che prima non avrebba mai immaginato, e un panorama che prima non gli apparteneva.

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4/ 5
Oleh