venerdì, maggio 24, 2013

L'Olanda è rock con Anouk, la donna di nessuno!

Oggi mi addentro nelle basse pianure di Amsterdam, Rotterdam, Eindhoven e dintorni. Ovviamente non per infilarmi in qualche coffee shop - ho un certo rispetto per i miei polmoni, che già devono sorbirsi i fumi delle marmitte catalitiche baresi.

Ho sempre tenuto molto ai Paesi Bassi, per la loro storia e per la loro sensibilità avanzatissima in fatto di diritti umani e civili, ma solo di recente ho cominciato ad interessarmi del suo panorama musicale.
Panorama che non è assolutamente morto o senza fantasia, anzi ce n'è per tutti gusti: le sonorità anni '20-'30 rievocate da Caro Emerald ne sono un esempio. Ma non è di lei che voglio parlare (magari più in là). Si tratta comunque di una donna - e che donna! - dal carattere forte e deciso, con una voce non potentissima ma che si abbina perfettamente al suo rock energetico così come alle poche tristi ballate che ha composto.

In Italia ha fatto capolino nel 1997 per un po' di settimane, grazie al suo singolo di debutto Nobody's Wife, tuttavia poi è calato il silenzio su una delle cantanti più talentuose ed amate del Paese dei tulipani. Sto parlando di Anouk Teeuwe, meglio nota solo come Anouk (stranamente è un nome proprio in Olanda, non un soprannome)
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Anouk sul set fotografico per la copertina del suo album del 2009 For Bitter Or Worse
Ma che fine ha fatto Anouk?

Anouk Teeuwe nasce l'8 Aprile 1975 a L'Aia, la capitale de facto dei Paesi Bassi. La sua adolescenza è parecchio travagliata: il padre lascia la famiglia Teeuwe quando lei ha solo 3 anni, mentre a 14 sperimenta l'uso di droghe e si ritrova a visitare numerose case di cura per disintossicarsi. A soli 15 anni, incoraggiata dalla madre - cantante blues -, dà il suo primo concerto all'Aia ed entra in una band R'n'B che suona a diversi eventi, privati e non, come festival, matrimoni e fiere di paese. Dal 1994 al 1996 frequenta anche il Conservatorio di Rotterdam, ma non completa gli studi.

Il debutto di Anouk come cantante solista arriva nel Settembre del 1997 quando, dopo aver incontrato diversi nomi importanti della musica neerlandese e aver collaborato con loro alla stesura del suo primo album, pubblica Nobody's Wife, che si rivela una hit di enorme successo in patria e nel resto del Nord Europa, e che trascina le vendite del CD Together Alone, che contiene tracce palesemente rock (come appunto quella di esordio) ma anche brani dove le sue doti vocali risaltano su un semplice accompagnamento di chitarra (Sacrifice). L'impressione che si ha è quella di una cantante che vuole raccontare tutto quello che ha passato fino a quel momento, sfogandosi sia in maniera energica che dimessa. Un mix riuscito ed interessante, di cui riascoltiamo, appunto, Nobody's Wife e Sacrifice.

 





Due anni dopo, a fine millennio, Anouk è di nuovo ai blocchi di partenza per il lancio del suo secondo album da solista. Il titolo è Urban Solitude e riprende le sonorità tipicamente rock del primo album, specie in R U Kiddin' Me, The Dark e U Being U, ma ritornano anche le canzoni dal tono più malinconico e triste come Michel, che è forse la sua ballata più riuscita in tutti questi anni di carriera.
Poco prima della pubblicazione del singolo apripista Anouk era volata negli Stati Uniti per contrattare un tour americano con la sua casa discografica. Tuttavia le trattative si arenarono malamente e lei tornò in patria furiosa e si dedicò esclusivamente alla sua nazione e ai Paesi confinanti, con un buon successo (Urban Solitude è stato certificato disco di platino nei Paesi Bassi). Da questo album vale la pena di godersi la grandiosa Michel e la sottovalutata U Being U, non pubblicata come singolo ma straordinariamente energetica e quella che più simboleggia lo stile di Anouk.

 




Tra il 2002 e il 2006 la rocker olandese pubblica diversi album live che riassumono i suoi tour, dove registra sempre il "sold out" e dove cementa sempre più il suo rapporto con i fan. Ma non mancano gli inediti: del 2002 è Graduated Fool, da cui spicca la hit Everything (e dove comincia a intravedersi la curiosità indagatrice di Anouk, che sconfina anche nel grunge e nel rock alternativo, anche se senza grossi successi commerciali), mentre nel 2004 esce Hotel New York (un omaggio al luogo in cui ha composto i suoi brani, un hotel di Rotterdam), un enorme successo certificato triplo disco di platino e rimasto nelle classifiche musicali olandesi per ben 87 settimane di fila, con ben tre estratti che hanno debuttato direttamente alla posizione 2 delle charts nazionali, segno della grande qualità complessiva dei brani, che ritornano un po' sul pop-rock tanto caro ai fan duri e puri di Anouk e che è possibile ritrovare in Girl e Jerusalem, ottimi pezzi che dopo 9 anni non sono minimamente invecchiati e sono altamente godibili. Riascoltiamoli.

 




Anouk torna a sperimentare nuove sonorità, e nel 2007 esce Who's Your Momma, che debutta direttamente al primo posto in Olanda e riceve numerose certificazioni anche in Belgio: merito del rock mescolato al soul che si può riascoltare in Good God, un brano piuttosto energetico che mette di buon umore già al primo ascolto. E dopo nemmeno due anni Anouk ha già prodotto il suo sesto album solista, For Bitter Or Worse, dove appare tumefatta e insanguinata, come dopo un allenamento di pugilato, e dove esprime tutta la sua grinta, come in In This World e Three Days In A Row, mentre nella title track canta mestamente di un amore finito male.





In occasione di For Bitter Or Worse, Anouk ha presentato il suo logo ufficiale, disegnato in modo che sia possibile leggerlo da sinistra a destra e viceversa. Il logo riappare nel 2011, quando la cantante pubblica il settimo album solista, To Get Her Together, omaggio evidente a Together Alone, uscito 14 anni prima. È un mix di sonorità punk, funk, soul e rock, segno della maturazione evidente di Anouk, e anche della sua voglia di sperimentare qualcosa di diverso dal solito. La rocker pubblica anche alcuni suoi singoli online, e tra questi spiccano Killer Bee e Down & Dirty, dominata da un ritmo quasi ipnotico.

 





Anouk è recentemente tornata agli onori della cronaca quando, nell'ottobre del 2012, ha espresso il forte desiderio di rappresentare i Paesi Bassi all'Eurovision Song Contest. L'emittente nazionale TROS non ha perso tempo e l'ha chiamata a sventolare il tricolore bianco, rosso e blu a Malmö a metà Maggio. L'unica condizione di Anouk era quella di poter scegliere liberamente il brano da cantare. La scelta è ricaduta su Birds: un pezzo non proprio adatto ad una manifestazione che privilegia coreografie, strabilianti estensioni vocali e strambi costumi di scena. Ed è proprio in questo la sua forza, nella sua semplicità e nel fatto che, a detta della cantante, ognuno può dare il suo significato al brano. Anouk alla fine ha portato l'Olanda in finale, risultato che non accadeva dal 2004, e addirittura al nono posto complessivo (miglior piazzamento dal 1999, dove Edsilia Rombly portò Amsterdam al quarto posto). Il video di Birds è stato pubblicato il 15 Maggio, due giorni prima del nuovo album Sad Singalong Songs e insieme ad altri tre videoclip, a formare una specie di "minisaga" a tema. Il sound si sposta decisamente verso toni più seriosi (The Good Life), a tratti inquietanti (The Rules), a tratti anche seducenti e ipnotici (Kill), ispirati dalla musica sinfonica e gospel.




Insomma, Anouk è una vera e propria miniera di rock, e non solo. Con la sua voce singolare, piegata agli usi più disparati, è riuscita a conquistare il cuore di migliaia di fan. Il mio auspicio è che il suo nome venga trattato anche in Italia come è considerato in Italia, un'artista del genere non merita certo silenzio. Alla prossima settimana!

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4/ 5
Oleh