mercoledì, gennaio 23, 2013

Ore 12 - Il mondo fantasma di Clowes & Zwigoff

Pensavo a Ghost World, quel film che ho visto ieri. Ne ha ricevuti, di giudizi negativi. In un forum, ho risposto per le rime a un tipo che non aveva capito assolutamente niente dell'intento della regista, il che può capitare, quando si è distratti, e si guarda un film tanto per guardarlo, eppure è una cosa che mi rivolta le budella, vedere uno spettatore fermarsi al significato letterale, quello lampante, quello che il regista ti sbatte in faccia, insomma. Il problema, però, è che a un certo punto abbiamo smesso di avere tredici anni. A un certo punto, dovremmo pur capirci qualcosa, di un film, o almeno, se non ci capiamo un ciufolo, evitare di scriverne anche una recensione. Ecco perché ho mandato al diavolo il tizio. Ma ora torniamo a noi....Ghost world. Tratto dai fumetti di Daniel Clowes, è la storia di due amiche, Enid e Rebecca, alle prese con quel terrificante limbo post-diploma che tutti noi conosciamo.

Le due decidono di vivere insieme e fare "qualcosa di speciale", come rispondono a chiunque chieda loro perché non vogliono frequentare il college. Non vogliono laurearsi, non vogliono entrare a far parte di un Sistema. Vogliono vivere la loro giovinezza, ed essere diverse a modo loro.



Rebecca, tuttavia, dimostrerà presto di essere diversa da Enid: troverà un lavoro come commessa, affitterà una casa e inizierà a vestirsi come una signorina per bene. Insomma, il ritratto spiccicato della donna media americana. Enid non può accettarlo e inizia a rimandare il momento del suo trasferimento da Rebecca.


Enid, incapace di ritrovare in Rebecca le tracce di quel senso di ribellione che un tempo condividevano, riversa tutta la sua fiducia in Seymour, sfigatone coi denti storti, patito del jazz e del collezionismo. In lui, Enid vede un outsider, un uomo che ha  in comune con lei il desiderio di fuga dal Sistema che da sempre la caratterizza. 


Anche Seymour, però, deluderà Enid, proprio come Rebecca. A quel punto, non resta che una certezza: Norman, il signore che da anni attende l'autobus, seduto alla panchina, benché in molti - Enid compresa - gli abbiano fatto notare che la linea che passava di lì è stata soppressa anni addietro. "Tu non sai di che cosa stai parlando" risponde Norman, quando una Enid dai capelli verde smeraldo gliene parla.


L'autobus - metafora di quel viaggio che Enid vorrebbe intraprendere per fuggire dai fastfood, dalle commesse delle tavole calde, dall'affitto, dalle famiglie obese che attraversano la strada, dalla Madre America, insomma - passerà davvero. Tu non sai di che cosa stai parlando, le aveva detto Norman. E lei, infatti, ancora non sapeva. Tuttavia, dopo aver saltellato come una pallina da ping-pong tra l'inettitudine di Seymour e la pacatezza rassegnata di Rebecca nel disperato tentativo di trovare il suo posto, Enid si rassegna all'inevitabile: deve andar via, e deve farlo da sola. L'autobus - quello che Norman ha aspettato per mesi e mesi - è adesso pronto ad aprire le sue porte anche per lei.


ed è certamente solo la mia opinione, ma mi sembra un film interessantissimo da qualunque lato lo si guardi: la colonna sonora, la fotografia, i costumi, la sceneggiatura, la recitazione. E' un film di denuncia che ricorda alla lontana American Beauty ma, al tempo stesso, è meno amaro, più luminoso e poetico. D'altronde, non avrei mai scritto un commento piccato a una recensione idiota se non ne avessi avuto un motivo.

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4/ 5
Oleh

1 commenti:

commenti
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mercoledì, gennaio 23, 2013 7:27:00 PM

Ma quanto mi piace questo film! E' uno dei miei film preferiti in assoluto e pensavo che non lo conoscesse quasi nessuno: lo so praticamente a memoria (in questo momento non mi viene in mente se era citato, almeno indirettamente, in Nix). E manco a dirlo *amo* Seymour. Era anche uno dei film preferiti di mio papà e me lo ricorda tanto :-)
Mi sa che stasera me lo riguardo.
Blanche, je t'adore <3

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