venerdì, luglio 05, 2013

Ore 00 - Jekyll e Hyde: quando sdoppiarsi significa rinnegare se stessi.

Chi di noi non ha mai desiderato avere una doppia personalità?
Ok, detta così sembra che vi stia parlando di bipolarismo lo so, ma non avete mai sognato essere almeno per un po' altro da voi stessi?
Forse per trovare il coraggio di fare o dire cose che non riusciremmo mai ad esprimere, forse per dimostrare agli altri che siamo molto di più di quello che credono, forse per dimostrare a noi stessi di valere di più.
Henry Jekyll sapeva che stava per concedere a se stesso una doppia vita, nella speranza di esternare tutto quello che lui, un rispettabile scienziato della borghesia inglese, non poteva vivere alla luce del sole. In realtà non conosciamo i veri desideri proibiti di Jekyll, ma di sicuro il suo ruolo 'per bene' nella Londra vittoriana di fine Ottocento gli stava stretto.
No, non credo il suo unico desiderio fosse sfidare la scienza, o semmai questo era il motivo che gli appariva più plausibile, più accettabile, perché se il suo unico desiderio fosse stato questo, si sarebbe fermato al primo esperimento su se stesso, e poi avrebbe usato qualcun altro, per vedere le conseguenze su varie tipologie di persone, in cosa ognuno di loro si potesse trasformare.
E invece lui si ferma su se stesso, Edward Hyde è la doppia personalità che cercava, o sperava che lo fosse.
Perché Hyde non si limita alla spudoratezza dei sensi, ma si abbandona alla crudeltà, alla ferocia gratuita, alla violenza e meschinità, non crea un alter ego con dei limiti, ma un'altra persona da se.
Ed è qui che il desiderio balenato da molti, ovvero poter essere per una volta altro da se stessi, una nuova personalità coraggiosa, desiderosa di vivere e capace di farlo, sfocia nella follia.
Chi non ritornerebbe nei propri panni vedendosi capace di omicidi e meschinità, pur di essere diversi dal solito?
Sareste disposti a diventare degli assassini pur di vivere una doppia vita?
Sì, questa è follia, rinunciare ai propri valori per essere diversi, rinunciare alla propria vita per crearne un'altra, seppur orrenda.
Quella che Jekyll cercava era una seconda opportunità, ma quelli che ha ottenuto sono solo danni collaterali di una pozione creata in un momento di euforia.
Quando vi ho chiesto se abbiate mai desiderato una doppia personalità mi riferivo all'opportunità di dimostrarvi capaci, intelligenti, forti, valorosi, ricchi di emozioni che di solito non riuscite a vivere, perché le persone e la società che ci circondano ci hanno imposto dei ruoli da rispettare, e una mattonella da cui non spostare i nostri piedi.
Quello che vi chiedo è se avreste il coraggio di spostare il vostro piede sulla mattonella opposta alla vostra, questo significa avere una doppia personalità nel senso poetico del termine, avere il coraggio di fare cose di cui gli altri non ci ritengono capaci, ma che fanno parte del nostro più intimo io.
Non credo che nell'io di Jekyll ci fosse davvero Hyde, penso che questo sia stato solo un tentativo di negazione di se stessi e del proprio doppio animo. Questo non è sdoppiarsi, e rinnegarsi.
Credere in se stessi e abbattere i propri limiti è istinto di sopravvivenza, rinunciare a se stessi e diventare qualunque cosa, più lontana e diversa da noi possibile, è follia.

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