giovedì, luglio 04, 2013

Ore 12 - Who Wants To Live Forever?




La risposta esatta è Dimitry Itskov un multimiliardario russo che afferma di poter portare la specie umana all’immortalità. Nessun abracadabra, ma “semplicemente” l’istallazione in un corpo robotico di un chip che replichi esattamente le emozioni e i pensieri dell’uomo di origine. 

Entro il 2015 Itskov prospetta la realizzazione del primo avatar umano, nel 2025 la produzione degli avatar diventerà commerciale e abbordabile da tutti: insomma da qui a una decina d’anni noi tutti potremmo trasferire la nostra mente e i nostri pensieri in dei robot in tutto e per tutto simili a noi e dimenticarci della paura della morte.

Secondo la rivoluzionaria visione di Itskov “l’era dell’immortalità” porterebbe ad un radicale mutamento nella vita degli uomini: un’era di pace e serenità. L’umanità deve essere preparata e, in un certo senso,“evangelizzata”. Seconda tappa di questo percorso è infatti la realizzazione di social network chiamato Immortal.me  e, addirittura una nuova università: l’Università dell’ immortalità.
Questi i progetti di un magnate russo con molti soldi e molte idee, scapolo impenitente e amante della vita modesta che ha voglia di fare Dio.

Io non sono religiosa, mi risulta difficile credere in un ente superiore che si occupa dei nostri destini, ma quando ho letto questa notizia su “Panorama” mi sono venuti i brividi. Chi vuol vivere davvero per sempre? Quando è spenta la paura della morte, per cosa si vive?

La mortalità è ciò che ci rende umani. L’idea della fugacità dell’esistenza ci rende instabili, timorosi, ma allo stesso tempo coraggiosi. Lottiamo, soffriamo, amiamo perché sappiamo che un giorno non ci saremo più. Secondo l’idea di Itskov l’avatar continuerebbe a vivere la stessa vita dell’uomo che replica, stesso lavoro, stesse abitudini per sempre. Attraverseremmo i secoli con i ricordi e le passioni degli uomini, ma con un corpo da macchina, insensibile. Niente più piaceri della gola, niente più calore del sole sulla pelle. Che senso ha vivere una vita eterna se le sensazioni sono solo il ricordo di uno stato passato?

Quale  “carpe diem” se gli attimi a nostra disposizione saranno infiniti? Il fascino dell’essere umani è questo: anime intelligenti (a volte) che vivono e agiscono consapevoli che il tempo dato a loro disposizione non è infinto. Noia e monotonia sono due bestie che già accompagnano la nostra vita,e se dovessimo vivere per sempre? A che serve l’eternità quando uomini straordinari hanno portato a termine imprese grandiose anche nell’arco di una breve vita? Non è quanto tempo ti viene dato, ma come lo sfrutti a fare la differenza.


E poi, cazzo, ma un po’ di meritato riposo no?


 Tu non chiedere, non è dato saperlo, quale a me, quale a te termine ultimo abbiano dato gli dei, Leucono, non tentare i numeri babilonesi. Quale che esso sia! Sia che Giove abbia concesso molti inverni, sia che (abbia assegnato) come ultimo (inverno) questo che ora fiacca sulle opposte scogliere il mar Tirreno: sii saggia, filtra i vini e, poiché la vita è breve, riduci la lunga speranza. Mentre parliamo, il Tempo invidioso sarà già fuggito: cogli l’attimo il meno possibile fiduciosa nel domani.
Orazio, ode 1.11

 


Who wants to live forever
Forever is our today
Who waits forever anyway?



Queen

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4/ 5
Oleh