La risposta esatta è Dimitry Itskov un multimiliardario
russo che afferma di poter portare la specie umana all’immortalità. Nessun abracadabra, ma “semplicemente” l’istallazione
in un corpo robotico di un chip che replichi esattamente le emozioni e i
pensieri dell’uomo di origine.
Entro il 2015 Itskov prospetta la realizzazione
del primo avatar umano, nel 2025 la produzione degli avatar diventerà
commerciale e abbordabile da tutti: insomma da qui a una decina d’anni noi
tutti potremmo trasferire la nostra mente e i nostri pensieri in dei robot
in tutto e per tutto simili a noi e dimenticarci della paura della morte.
Secondo la rivoluzionaria visione di Itskov “l’era dell’immortalità”
porterebbe ad un radicale mutamento nella vita degli uomini: un’era di pace e
serenità. L’umanità deve essere preparata e, in un certo senso,“evangelizzata”.
Seconda tappa di questo percorso è infatti la realizzazione di social network
chiamato Immortal.me e, addirittura una
nuova università: l’Università dell’ immortalità.
Questi i progetti di un magnate russo con molti soldi e
molte idee, scapolo impenitente e amante della vita modesta che ha voglia di
fare Dio.
Io non sono religiosa, mi risulta difficile credere in un
ente superiore che si occupa dei nostri destini, ma quando ho letto questa
notizia su “Panorama” mi sono venuti i brividi. Chi vuol vivere davvero per sempre? Quando è spenta la
paura della morte, per cosa si vive?
La mortalità è ciò che ci rende umani. L’idea della fugacità
dell’esistenza ci rende instabili, timorosi, ma allo stesso tempo coraggiosi. Lottiamo,
soffriamo, amiamo perché sappiamo che un giorno non ci saremo più. Secondo l’idea
di Itskov l’avatar continuerebbe a vivere la stessa vita dell’uomo che replica,
stesso lavoro, stesse abitudini per
sempre. Attraverseremmo i secoli con i ricordi e le passioni degli uomini,
ma con un corpo da macchina, insensibile. Niente più piaceri della gola, niente
più calore del sole sulla pelle. Che senso ha vivere una vita eterna se le
sensazioni sono solo il ricordo di uno stato passato?
Quale “carpe diem” se
gli attimi a nostra disposizione saranno infiniti? Il fascino dell’essere umani
è questo: anime intelligenti (a volte) che vivono e agiscono consapevoli che il
tempo dato a loro disposizione non è infinto. Noia e monotonia sono due bestie
che già accompagnano la nostra vita,e se dovessimo vivere per sempre? A che
serve l’eternità quando uomini straordinari hanno portato a termine imprese
grandiose anche nell’arco di una breve vita? Non è quanto tempo ti viene dato,
ma come lo sfrutti a fare la differenza.
E poi, cazzo, ma un po’ di meritato riposo no?
Tu non chiedere, non è dato saperlo, quale a
me, quale a te
termine ultimo abbiano dato gli dei, Leucono, non tentare i numeri babilonesi. Quale che esso sia! Sia che
Giove abbia concesso molti inverni, sia che (abbia assegnato) come ultimo (inverno) questo che ora fiacca sulle opposte
scogliere il mar Tirreno: sii saggia, filtra i vini e, poiché la vita è breve, riduci la lunga speranza. Mentre parliamo, il
Tempo invidioso sarà già fuggito: cogli l’attimo il meno possibile fiduciosa nel domani.
Orazio, ode 1.11
Who wants to live forever
Forever is our today
Who waits forever anyway?
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Ore 12 - Who Wants To Live Forever?
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Oleh
Unknown