mercoledì, febbraio 13, 2013

Ore 12 - L'anno che ritorna: una maratona cinematografica

Qualche tempo fa, googleggiando qui e lì, trovai il manifesto di una rassegna cinematografica dedicata al 1968 e al cinema degli anni 60/70. Da Bertolucci a Monicelli, da Pasolini a Godard, una rassegna di tutto rispetto che ho deciso di riproporvi per onorare il nostro tema del mese, "mobilitazione". In basso potrete trovare il manifesto e le schede dei film che ci accompagneranno in una maratona cinematografica mobilitante e mobilitata, lunga tredici giorni.

WARNING! - le trame dei film sono state gentilmente concesse - o meglio, diligentemente copiate - dal sito mymovies.it. Non posso parlarvene io in prima persona perché non ho ancora visto nessuno dei titoli qui proposti (con l'eccezione di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto): farò la mia maratona con voi, of course.


PRIMA GIORNATA: Prima della rivoluzione, Bernardo Bertolucci 1964




Storia di un amore impossibile: il ventenne Fabrizio, figlio di un'agiata famiglia di Parma, ama, riamato, Gina, giovane e nevrotica sorella di sua madre, ma non ha il coraggio (la maturità) di andare fino in fondo e si adatta a un matrimonio di convenienza, rinunciando anche all'impegno politico di iscritto al PCI: "Per gente come me è sempre prima della rivoluzione". Esiste nel film la materia di un romanzo che coniuga passione con ideologia, materia che il 23enne Bertolucci, dopo l'esordio in La comare secca (1962), dispone in blocchi lirici puntando a esprimere la vibrazione poetica degli avvenimenti più che a rappresentare gli avvenimenti stessi. È un film profondamente musicale sia in senso figurato come musica interna alle immagini sia in senso concreto come uso della musica (Ennio Morricone), dalle canzoni di Gino Paoli al Macbeth di Verdi. Si aggiungano gli atout della vibrante interpretazione di A. Asti e del bianconero di Aldo Scavarda che esalta i paesaggi di Parma e dei dintorni. Uno dei due o tre migliori esempi del giovane cinema italiano negli anni '60. Restaurato dalla Cineteca di Bologna per Ripley's Film.


SECONDA GIORNATA: I pugni in tasca, Marco Bellocchio 1965



In un'agiata casa borghese di Bobbio (PC) una madre cieca vive di ricordi con 4 figli, uno dei quali, epilettico ed esaltato, la elimina e uccide anche un fratello deficiente. Colpito da una crisi mentre ascolta La Traviata di Verdi, è lasciato morire dalla sorella Giulia. Dopo Ossessione di Visconti non c'era mai stato nel cinema italiano un esordio così clamoroso e autorevole. Non c'è più stato nemmeno nei 20 anni seguenti. Bellocchio sfida il grottesco senza cadervi. Duro, crudele, angoscioso.











TERZA GIORNATA: I sovversivi, Paolo e Vittorio Taviani 1967

Durante i funerali di Palmiro Togliatti (agosto 1964 a Roma) quattro militanti, senza mai incontrarsi, entrano in crisi in modi diversi. È, insieme, la morte del padre e del neorealismo. Film comportamentale, non ideologico (il titolo vale come aggettivo, non come sostantivo). Al dolore collettivo s'aggiunge quello privato dei singoli personaggi in crisi: muoiono le certezze di ieri, inutilizzabili. L'episodio migliore è quello di Dalla, bravissimo.














QUARTA GIORNATA: La ragazza con la pistola, Mario Monicelli 1968

Giovane sicula dal sangue caldo sbarca a Londra per uccidere Vincenzo che l'ha sedotta e abbandonata. Ma nella metropoli avviene una felice metamorfosi. Commedia all'italiana in trasferta inglese. Confezione di lusso, sostanza da avanspettacolo, caricaturale più che satirica, con una bieca insistenza sui più vieti luoghi comuni sul Sud. Nomination all'Oscar come miglior film straniero.











QUINTA GIORNATA: Teorema, Pier Paolo Pasolini 1968

Un enigmatico visitatore (Stamp) s'insinua nella famiglia di un industriale milanese (Girotti) e ha rapporti erotici con la moglie (Mangano), la figlia (Wiazemsky), il figlio (Cruz Soblette), la domestica (Betti) e con lo stesso capofamiglia. Quando lo straniero se ne va, tutti sono cambiati, si perdono o si rinnegano, e la famiglia è disgregata. Il teorema è dimostrato: l'incapacità dell'uomo _ del borghese _ moderno di percepire, ascoltare, assorbire e vivere il sacro. Soltanto la serva Emilia, di origine contadina, lo scopre e, dopo il "miracolo" della levitazione, farà ritorno alla terra in odore di santità. È un altro film di Pasolini all'insegna della congiunzione tra Marx e Freud (qui anche di Jung e Marcuse). Originalmente concepito come una tragedia in versi, Teorema fu sviluppato in un romanzo con versi e prosa che si alternano e poi in un film che, nonostante l'ingombrante ideologismo metaforico e metastorico, è uno dei risultati filmici più originali di Pasolini. La religiosità latente, sotto la vernice blasfema e libertaria, fu colta dalla giuria dell'OCIC (Office Catholique International du Cinema) che alla Mostra di Venezia gli assegnò il suo massimo premio, decisione duramente deplorata dalle gerarchie ecclesiastiche, scandalizzate dall'accostamento di sacro e sesso. Coppa Volpi dell'interpretazione femminile a L. Betti. Sequestrato per oscenità. Regista e produttori denunciati e poi assolti.

SESTA GIORNATA: Galileo, Liliana Cavani 1968

La vita di Galileo Galilei (1564-1642) dai 28 anni quando ha i primi dubbi sulla veridicità del sistema tolemaico ai 69 anni quando abiura. Imperniato sul tema del dialogo e del conflitto (tra uomo di cultura e autorità; tra il credente e la Chiesa o, meglio, gli uomini che la rappresentano; tra la Curia e la chiesa conciliare), nonostante le rigidità didattiche e le secche illustrative, il film brucia quasi completamente gli schemi convenzionali del cinema biografico e trasforma la ricostruzione del passato in azione presente. È, insieme, la tragedia di un uomo in anticipo sui tempi e la storia di una ingenuità. Fu vietato ai minori di 18 anni. Inspiegabilmente? I censori ne intuirono l'impianto profondamente anticlericale. Prodotto dalla RAI. Non è stato mai trasmesso in TV.




SETTIMA GIORNATA: Diario di una schizofrenica, Nelo Risi 1968

Liberamente tratto dal libro omonimo di Marguerite Andrée Sécheraye: il calvario di una ragazza malata e dei metodi terapeutici di cui la sua analista si serve per riportarla alla normalità, raccontato dal punto di vista della seconda. Ambientato in una clinica svizzera, è uno dei rari film di contenuto psicanalitico corretti, accettabili ed emozionanti. Hanno collaborato Fabio Carpi e, come consulente, Franco Fornari. AUTORE LETTERARIO: Marguerite Andrée Sécheraye










OTTAVA GIORNATA: Il giorno della civetta, Damiano Damiani 1968

Dal romanzo (1961) di Leonardo Sciascia: con l'aiuto della bella Rosa, un capitano dei CC, continentale di Parma in servizio in Sicilia, indaga sulla mafia edilizia che ha ordinato due delitti. È zelante, sarà sostituito. Robusto, ma rozzo; efficace, ma convenzionale; civilmente impegnato, ma non troppo. Meglio i caratteristi (specialmente Cimarosa) che i due protagonisti, divi un po' stinti. Quando uscì fu vietato ai minori di 18 anni: nella commissione di revisione (leggi: censura) c'era qualche amico degli amici o fu soltanto un eccesso di prudenza? AUTORE LETTERARIO: Leonardo Sciascia








NONA GIORNATA: Nell'anno del Signore, Luigi Magni 1969

Nella Roma del 1825, sotto papa Leone XII, cardinali e sbirri opprimono il popolo all'ombra della ghigliottina sulla quale finiscono i carbonari romagnoli. Sotto la statua di Pasquino nottetempo vengono appesi feroci epigrammi satirici. "Romano de Roma" _ che l'ha scritto da solo _ con un'accanita vocazione anticlericale, Magni traccia con sarcasmo beffardo una spiritosa cronaca di avvenimenti prerisorgimentali che i libri di scuola ignorano. Attori da applauso.















DECIMA GIORNATA: Amore e rabbia, Lizzani, Godard, Bellocchio, Bertolucci, Pasolini, 1969

Nato come Vangelo '70, privato dell'episodio ipertrofico di V. Zurlini che diventò Seduto alla sua destra. Con "L'indifferenza" Lizzani rilegge la parabola del buon samaritano in chiave di neorealismo stradale. In "L'agonia", con J. Beck e la compagnia del Living Theatre, Bertolucci ribalta la parabola del fico sterile in un originale esercizio stilistico tra cinema, mimo e teatro d'avanguardia. Con "La sequenza del fiore di carta" Pasolini si serve di N. Davoli on the road per una metafora sull'impossibilità dell'innocenza. In "L'amore" di Godard, parafrasi politica alla Brecht della parabola del figliol prodigo, Castelnuovo impersona la Rivoluzione e la Guého la Democrazia: i due si amano, ma non possono convivere. In "Discutiamo, discutiamo..." Bellocchio e un gruppo di studenti dell'Università di Roma dissertano in toni grotteschi sulla scuola di classe e la contestazione studentesca. Finanziata dall'Italnoleggio, è una curiosa operazione di sperimentazione linguistica.


UNDICESIMA GIORNATA: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Elio Petri 1970

Il 'dottore', appena promosso da capo della Sezione Omicidi a capo della Sezione Politica, uccide, sgozzandola, l'amante con cui aveva un rapporto sadomasochistico e che, come ha scoperto, lo tradiva con uno studente che appartiene alla contestazione attiva. Invece di cercare di occultare le prove le rende sempre più evidenti, convinto come è che il Potere gli può consentire di continuare ad essere al di sopra di ogni sospetto. Premio Oscar al miglior film straniero più che meritato quello andato a un film che, se risentiva a tratti del clima politico del tempo, ha purtroppo assunto una dimensione sempre più profetica nelle cronache politico-giudiziarie dei decenni successivi. La sceneggiatura, scritta da Petri con Ugo Pirro, mette in scena un uomo tanto apparentemente potente quanto intimamente fragile (l'amante lo taccia di 'infantilismo sessuale'). La scena dell'interrogatorio dello studente resta negli annali del cinema come sintesi di un delirio di onnipotenza di chi, nella confusione più totale e con pretese di cultura, mentre umilia chi ha di fronte si proclama socialista e cita Petrarca. Per un soggetto così complesso e con un finale che avrebbe fatto la gioia di Freud, anche se parte della critica lo trovò confuso, occorreva un attore capace di dare realismo a un coacervo di tensioni psicologiche convogliate su un unico personaggio. Gian Maria Volonté, con la maniacale capacità di immedesimarsi nei ruoli si rivela la scelta più giusta ma lo è anche Florinda Bolkan, attrice assolutamente in grado di incarnare l'ambiguità e, al contempo, portata a una recitazione che non aveva nulla del metodo proprio del suo partner. Nato con all'origine l'idea dostoevskiana dell'assassino che sfida la giustizia il film venne accusato da alcuni gruppi extraparlamentari di essere addirittura a favore della polizia avendo avuto troppo successo. Se lo si ripensa dopo il G8 di Genova e le riflessioni che in materia anche il cinema ci ha offerto (Diaz. Non pulire questo sangue) ci si accorge di come i temi trattati siano ancora di estrema attualità.

DODICESIMA GIORNATA: La classe operaia va in paradiso, Elio Petri 1972

Lulù Massa è un campione del cottimo con cui mantiene due famiglie, finché un incidente gli fa perdere un dito. Da ultracottimista passa a ultracontestatore, perde il posto e l'amante, si ritrova solo. Grazie a una vittoria del sindacato, è riassunto e torna alla catena di montaggio. Con qualche cedimento di gusto, più di una forzatura e rischiose impennate nel cielo dell'allegoria, è un aguzzo e satirico ritratto della condizione operaia e della sua alienazione. Scritto da Petri con Ugo Pirro, è il 1° film italiano che entra in fabbrica, analizzandone il sistema e mettendone a fuoco con smania furibonda i vari aspetti, compresi i rapporti tra uomo e macchina, tra sindacato e nuova sinistra, tra contestazione studentesca e lotte operaie, repressione padronale e progresso tecnologico. Un Volonté memorabile, una bizzarra Melato, un incisivo Randone. Suscitò molte polemiche, anche e soprattutto a sinistra. Palma d'oro a Cannes ex aequo con Il caso Mattei.


TREDICESIMA GIORNATA: Maledetti vi amerò, Marco Tullio Giordana 1980

Rientrato in Italia dopo cinque anni di assenza, Svitol comincia un viaggio attraverso la memoria collettiva di chi aveva vent'anni nel 1968. Ne uccide più la depressione che la repressione. 1° film sulla generazione del '68, è disperato ma con lampi di allegro sarcasmo, commosso ma a ciglio asciutto, amaro ma ironico. L'aria del tempo c'è. Bucci è da 10 e lode.




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4/ 5
Oleh

8 commenti

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venerdì, febbraio 15, 2013 2:02:00 AM

Ciao Blanquita, buon San Valentino! <3 Volevo dirti che ci sono momenti in cui è proprio bello avere un fidanzato musicista: per San Valentino Raity mi ha regalato una canzone inedita incisa apposta per me :-)

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venerdì, febbraio 15, 2013 1:04:00 PM

Eli, buon san Valentino anche a te <3<3<3 nooo una canzone inedita?! no dai, la voglio anche io :( ora tu vai da Raity e gli dici "senti, c'è questa pugliese rompiballe che vuole una canzone, gliela fai sennò ti lascio per sempre sempre sempre?" *.* hihihi ;)
p.s. io ieri sono riuscita - non so come - a sconfiggere il mio terrore per il bagno turco o.O e mi ha anche fatto passare META' del raffreddore (l'altra metà è rimasta qui, c'ho un mal di gola che non te lo dico nemmeno...)

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venerdì, febbraio 15, 2013 5:57:00 PM

Ehehe...in realtà lui ha solo rimaneggiato il testo, eseguito e inciso la canzone in sala d'incisione. La musica invece è del compositore dell'orchestra che lui dirige (un ragazzo che ha la tua età e suona violino e pianoforte -e studia composizione-). Anche nelle dediche per San Valentino fa valere il suo piglio da manager (qui manager sta per paraculo!):-D
Raffreddatissima anch'io (attualmente sto cercando di curarmi con le sedute nelle grotte di sale, una cosa un po' new age che pare funzioni, almeno un po').
Quindi ti capisco fin troppo! E ho anche le tonsille devastate (il che è la ragione per cui ogni anno faccio la cura di immunostimolanti, sennò passerei tutta la vita col maldigola)

PPS:in questi giorni ho avuto il mio primo incarico in una scuola! Sto facendo i corsi di recupero di italiano in un magistrale! :-) I miei allievi sono troppo simpatici!

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venerdì, febbraio 15, 2013 6:39:00 PM

Eli ma è stupendo *.* *.* bravissima!! eheh se i ragazzi sono simpatici è anche merito dell'insegnante che li fa sentire a proprio agio ;) io invece...indovina un po'?...sto dando ripetizioni di....di...MATEMATICA!! io, capisci? miss 5-- al primo compito del primo anno! io che gridavo "dopo la maturità brucerò tutti i libri con i numeri che possiedo!". la mia prof si rotolerebbe dalle risate o.O

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domenica, febbraio 17, 2013 8:16:00 PM

Questo sì che è divertente! :-D Ripetizioni di mate...io penso che non lo farei neanche sotto tortura! Devo scriverti una bella mia e raccontarti un po' di cose...

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lunedì, febbraio 18, 2013 8:59:00 PM

prima io! prima io! prima io! :D:D
p.s. ehhh anch'io dicevo così sulla matematica, eppure....Dai Eli, stiamo tutti aspettando i tuoi logaritmi ;D

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martedì, febbraio 19, 2013 12:24:00 AM

E chi sarebbe questo Logaritmo? :-P
Bi, tu ti dimentichi che sono vecchia, ho lasciato il liceo 7 anni fa, non mi ricordo più un cavolo...e a dire la verità, gli anni universitari li ho impiegati più a dimenticare quello che sapevo prima, che a imparare cose nuove :-P Eh, sono i problemi dello spezzatino, dell'avere ogni anni 12 esami da 5 crediti: per darne 4-5 a sessione appiccichi tutto con lo sputo, prendi 30 e poi tutto evapora. Viva la riforma e il 3+2! X_X

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martedì, febbraio 19, 2013 12:25:00 AM

PPS: allora guarda che aspetto DAVVERO la tua mail! Non mi deludere!

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