"I'm a big big girl, in a big big world,
It's not a big big thing if you leave me.."
Inizia un nuovo mese, e puntualmente qui a Prudence cambia il tema. Questa volta ci cimentiamo con l'innocenza. Ammetto che in certi momenti qualche accostamento tema-cantante di cui parlo (o di cui vorrei parlare) mi sembra un po' forzato, per cui mi affido interamente alle sensazioni che mi suscita la musica di un artista. Già da tempo avevo in mente di parlarne qui, e il tema di questo mese mi appare quasi come una sorta di "investitura" su di lei.
Già, perchè è una lei. Quelle due righe in cima all'articolo arrivano dritte dritte dal suo capolavoro più conosciuto. Molto probabilmente vi sarete anche ricordati la melodia in maniera grossolana. Una melodia che proviene da un altro millennio ormai, anche se sembra quasi ieri che questo brano sia stato messo in rotazione sulle radio. Una melodia dal titolo semplice, ma dall'artista "difficile": oggi parliamo di EMILIA. Un altro talento messo in disparte dopo troppo poco tempo.
Emilia nasce il 5 Marzo 1978....a Stoccolma. Ci risiamo, un'altra artista svedese. Purtroppo dovete farci un po' il callo, visto che la Svezia è la terza esportatrice di musica nel mondo, anche se è ben camuffata, devo dire. Anche lei rappresenta la seconda generazione di immigrati nel Vecchio Continente: suo padre, Teshome Mitiku, è un cantante di nazionalità etiope, mentre sua madre è cittadina svedese.
Già al liceo è voce leader di una band acid-jazz, esperienza che andrà avanti fin quando Lasse Anderson, figlio del manager degli ABBA Stig Anderson, non la noterà, intorno al 1996. Emilia e Lasse passeranno circa due anni a lavorare al primo album solista, rilasciato alla fine del 1998 e anticipato dal singolo Big Big World (stesso nome dell'album). Tuttavia nessuno dei due si aspettava un successo così clamoroso, per giunta a scala mondiale: solo due mesi prima della pubblicazione del suo lavoro, Emilia stava preparando l'esame di Storia dell'Economia all'Università di Stoccolma, e nelle festività lavorava in un negozio di abbigliamento della capitale nordica. La ballata lenta ed emozionante Big Big World entra in tutte le classifiche musicali europee, oltre che in quelle di Australia, Nuova Zelanda e USA, e facendo registrare certificazioni (dischi d'oro, platino e multiplatino) quasi ovunque. E non a torto: questo brano esalta le doti vocali di Emilia la quale, non avendo una voce particolarmente potente, si lascia andare a melodie pacate, semplici ma efficaci, che sono capaci di conquistare l'ascoltatore all'istante. Non è un maschiaccio, nè ostenta parti del suo corpo: l'immagine che Emilia dà di sé è quasi quello di una timida ragazzina innocente che canta della sua relazione traballante. Ecco quindi a voi Big Big World. Ma non c'è solo questa: l'altra grande canzone dell'artista etiope-svedese è Good Sign, dove è più allegra e spensierata, mentre parla delle speranze che ripone nel suo futuro. Buon ascolto!
Emilia si prende un po' di tempo da dedicare a sé, e nel frattempo è ospite delle tv nazionali. A parte qualche sporadica collaborazione musicale, tuttavia, il suo "silenzio" durerà fino alla fine del 2006, quando annuncia la pubblicazione, per Aprile 2007, del suo terzo album, Små Ord Av Kärlek (in italiano Piccole Parole D'Amore). È una nuova sfida per lei, che ha deciso di produrre un album tutto in svedese. Ed è anche una svolta importante nelle atmosfere che inserisce nei suoi brani: la malinconia assume un ruolo importante in buona parte delle tracce, a partire dal singolo trainante, Var Minut (Ogni Minuto). "Var minut, var sekund, utan dig, gör det ont, onskar du kunde va' här hos mig var minut": "ogni minuto, ogni secondo senza te fa male, vorrei che tu fossi qui con me ogni minuto". Il testo è davvero triste, la melodia è resa malinconica dagli archi con il loro suono pieno e pesante. Ma vale davvero la pena ascoltarla. E anche il video la dice tutta.
Confortata dal successo di Var Minut, Emilia tenta anche la carta Melodifestivalen, il Sanremo svedese, nel 2009. Si esibisce nella prima semifinale, insieme agli Alcazar, sul palco dello Scandinavium di Göteborg, e passa direttamente in finale (insieme ai suoi colleghi guidati da Andreas Lundstedt), dove però arriva nona su 11 finalisti. Il suo cavallo di battaglia si intitola You're My World, e si reimmette sul solco tracciato da Big Big World, ma con un pizzico di brio in più: Emilia canta del suo amore, che per lei è "il suo mondo, il padrone del suo cuore e la sua ragione di vita", una sorta di inno alla gioia. L'uso del violoncello segna l'inizio di una sorta di "relazione" con il jazz e il vintage pop che poi diventeranno realtà nel suo album successivo. Intanto, You're My World vince il Marcel Bezençon Award 2009 per la miglior composizione dell'anno al Melodifestivalen, mentre viene pubblicato, con buon successo di vendite e critica, l'album My World. Da qui riascoltiamo You're My World e Teardrops, brano pop uptempo che suscita un po' di tristezza.
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Ore 12 - Musica e Innocenza. Emilia: "The big big girl, in a big big world..."
4/
5
Oleh
Stefano Favia