venerdì, marzo 15, 2013

Ore 00 - Artemisia Gentileschi: l'Arte e la Donna


Donne non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo; è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna.  Simone de Beauvoir
 Chi non ricorda l'episodio biblico di Giuditta e Oloferne?
Oloferne, il comandante degli Assiri impegnato nell'assedio di Betulia, una città giudea, vuole conquistare e in seguito convertire i suoi abitanti al modello religioso del suo popolo in modo che adorino il re come un dio. La protagonista femminile, Giuditta, è una vedova ricca e bella che lo sedurrà, ingannerà e in fine ucciderà, servendendosi dell'aiutondi una sua ancella. La storia è tra le più note dell'Antico Testamento e deve aver colpito profondamente l'immaginazione dei credenti e in genere del sesso maschile, tanto che, dopo aver visitato alcune pinacoteche, sono rimasta sbalordita dalla quantità di quadri ispirati a questa vicenda. L'iconografia tradizionale standard prevede che nei dipinti ci siano spazi appositi pieni di donne che trionfalmente tengono in mano (o in un sacco) la testa mozzata di un uomo. Fin qui tutto tranquillo.
Ce n'è uno però che sono rimasta per diverso tempo a contemplare imbambolata appena l'ho visto.


''Giuditta e Oloferne'' della pittrice Artemisia Gentileschi, Galleria degli Uffizi di Firenze.
E' stata lei l'unica a "farlo", almeno a Firenze.
Lei a dipingere Giuditta mentre compie quell'atto.
Non si accontenta di mostrare l'esito dell'azione, la conclusione, la fine... piuttosto riproduce la violenza cruda nel suo farsi nel suo divenire, il sangue! e le espressioni dei personaggi ci appaiono senza filtri. Le due donne partecipano entrambe, impassibili, all'azione e Giuditta sembra preoccuparsi solo di scostarsi per evitare di sporcar l'abito. Il fiotto di sangue è piuttosto suggestivo.
E' probabile che Giiuditta sia una proiezione iconica della stessa pittrice, della sua rabbia e del desiderio di vendetta per lo stupro subito da Agostino Tassi, un pittore che lavorava insieme a suo padre. Rappresentare la decapitazione di Oloferne è l'atto concreto che realizza e al tempo stesso sublima la violenza da cui Artemisia si sente pervasa.
Per interposta persona ovvero personaggio, senza scrupoli, uccide e quel barbaro omicidio, l'inganno e la seduzione saranno considerati legittimi e le verranno perdonati. Diverrà un'eroina simbolo del trionfo femminile sulle prepotenze maschili.
Pensando alla tematica scelta per questo mese , La donna, ho evocato Artemisia, non Giuditta.
L'arte non è separata affatto dalla sua vita e dagli avvenimenti che l'hanno segnata, eccone un altro esempio rilevante:




''Susanna e i vecchioni'' rappresenta anch'esso un episodio biblico: Susanna , mentre fa il bagno, viene sorpresa da due vecchi che le intimano di concedersi a loro. In caso contrario la accuseranno davanti al marito di avere un amante.
L'ambientazione è scarna, i due uomini appoggiati al muretto le sussurrano all'orecchio la sconcia proposta alla quale lei non acconsentirà, la sua espressione sgomenta di disgusto e dolore palesa i suoi pensieri.
E' stata notata una certa somiglianza tra l'uomo a sinistra nel quadro e Agostino Tassi, l'uomo che ha violentato la pittrice. Ancora una volta e per sempre, qui la sua denuncia. Tassi , finché qualcuno ammirerà e gioirà dei dipinti di Artemisia sarà per sempre condannato. Dannato.






Condividi

articoli simili

Ore 00 - Artemisia Gentileschi: l'Arte e la Donna
4/ 5
Oleh