venerdì, gennaio 23, 2015

L'amica geniale

Questo romanzo comincia con una telefonata. Il rumore degli squilli, forse brevi, forse lunghi, inonda la casa torinese di Elena, che dopo un po’alza la cornetta sperando di non sentire dall’altra parte la voce che teme di sentire una volta risposto “pronto”.  E invece è proprio lui: Rino, il figlio di Lila, la sua amica di sempre, l’amica quasi sorella che ha visto crescere e cambiare, la sua compagna prima di giochi, poi di avventure e infine di vita del rione. Elena si prepara a negare i soldi a Rino, è sicura che sia quello il motivo della telefonata, così come lo è stato delle altre precedenti, invece sente nella sua voce un qualcosa di diverso, una nota di preoccupazione, Rino parla con un tono ansioso e dopo poche parole confuse Elena capisce quello che le vuole dire: Lila è scomparsa, è andata via da Napoli. Elena chiude la telefonata con tranquillità, l’aveva sempre saputo che prima o poi la sua amica sarebbe scappata da quelle strade, da quella solita e ormai banale violenza che aveva tormentato tutta la loro infanzia, d’altra parte Lila gliel’aveva detto tante volte che voleva ricominciare in un posto nuovo, che fosse solo suo, dove nessuno la conoscesse, per rinascere e ricrearsi, ma non l’aveva mai fatto. Fino a quel momento.  Lila non si è lasciata niente dietro, ha tolto tutti i suoi vestiti dall’armadio e ha tagliato le foto di famiglia, come a voler cancellare un passato infinito e indelebile, le proprie impronte da qualsiasi cosa abbia mai toccato nella sua vita. ‘Come al solito vuole esagerare’ pensa Elena arrabbiata, ‘vediamo chi la spunta stavolta’. Si siede e decide di cominciare a scrivere la loro storia, dal principio fino alla fine: non permetterà che l'amica sparisca così, nel nulla.
Così si conclude il prologo “Cancellare le tracce” del romanzo di Elena Ferrante, o meglio, del primo libro della quadrilogia dell’autrice dedicata alla storia di Elena e Lila. Una delle premesse più belle che io abbia mai letto.
Raggiunge con poche ma efficaci frasi il senso più profondo del rapporto delle due amiche intorno al quale sembra ruotare tutto il resto del mondo, l’irraggiungibilità complicata di Lila e la volontà di Elena di inseguirla, per aiutarla ed essere aiutata, per essere messa alla prova da qualcuno che ai suoi occhi è sempre stato diverso da chiunque altro in quel micro-cosmo, in quell’amato e tanto odiato rione.
Vista la grande fama ottenuta dal libro e dall’autrice, che tuttavia continua a nascondersi dietro a uno pseudonimo, è naturale chiedersi cosa ci sia di tanto speciale in una trama che all’apparenza sembra così semplice e realistica da far pensare a una storia fin troppo banale, una di quelle che ti costringe ad abbandonare il libro dopo qualche capitolo. La risposta la troverete fin da subito o, se fate fatica a sentirvi coinvolti, forse ci metterete un po’ di tempo e pagine in più, giusto il tempo di far partire il motore come si deve. A rendere speciale questo libro è la crudezza, la semplicità disarmante con cui l’autrice spoglia i suoi personaggi e le loro vicende di ogni copertura, il suo raccontare senza filtri e senza regole che molti altri forse rispetterebbero, per pudore, forse, o per mancanza di coraggio. Vediamo fin da subito la protagonista che crescendo, tra un vortice di pensieri ricorrenti difficili da scacciare, sentimenti che non dovrebbero essere provati ed esperienze che non dovrebbero essere vissute, impara, passo dopo passo, a volte da sola, a volte con la sua amica, a mettere a nudo tutte le sue emozioni, prima come una bambina, poi come un’adolescente.
E forse proprio per questa mancanza di pudore, l’autrice riesce a raccontare la vita come se la stesse guardando al microscopio, in tutte le sue sfumature, così come la viviamo ogni giorno, senza barriere, senza muri a bloccarci la visuale.

Calvino diceva che “leggere vuol dire spogliarsi d’ogni intenzione e d’ ogni partito preso, per essere pronti a cogliere una voce che si fa sentire quando meno ci si aspetta, una voce che viene non si sa da dove”, e Bradbury che “I libri rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive”.  

Quando e se leggerete questo libro, liberatevi di ogni intenzione e partito preso, siate pronti a cogliere una voce inaspettata e, soprattutto, non cercate facce di luna piena.

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4/ 5
Oleh