lunedì, dicembre 22, 2014

Se una notte d'inverno un viaggiatore


“Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo ’Se una notte d’inverno un viaggiatore’ di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto…”
Ecco le prime frasi del libro che mi ero riproposta di leggere più volte ma di cui puntualmente rimandavo la lettura, per pigrizia o per disattenzione, lo dimenticavo sempre lì, su un ripiano della libreria in attesa di essere aperto e sfogliato. Finalmente un mesetto fa, presa in parte dal senso di colpa, in parte dal desiderio di ricominciare a leggere dopo tanto tempo, decido di andare a prendere Se una notte d’inverno un viaggiatore, eccolo lì, sulla mensola arancione della mia camera. Mi siedo e incomincio a leggere, ho un buon presentimento: sarà una bella lettura. Allontano da me ogni altro pensiero e lascio che il mondo scompaia intorno a me, come in una nebbia indistinta, così come mi consiglia chi mi sta parlando attraverso le pagine, perché è proprio questa la prima sensazione che mi assale, mi fermo un attimo e alzo gli occhi dalle prime parole del libro. Ho l’impressione che qualcuno stia parlando solo ed esclusivamente con me, non so da dove provenga la voce, se dall’alto, da sinistra, da destra o magari da sotto, direttamente dalle lettere scritte nero su bianco.
“Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Sull’amaca, se hai un’amaca”. Opto per il ‘coricato’, mi sembra la posizione migliore per escludere dalla vista tutto il resto della stanza. Chi mi sta parlando mi chiama ‘Lettore’, dice che sarà lui/io il protagonista della storia, ora siamo la stessa persona.
Il Lettore, forse coricato come me, o seduto, incomincia a leggere il nuovo, fantastico, famosissimo romanzo di Italo Calvino: Se una notte d’inverno un viaggiatore. Si ritrova in una stazione buia e fumosa in un’atmosfera nebulosa, dove tutto sembra sfuggirgli, con una valigia in mano ha l’impressione di dover cercare qualcuno, ma continua a perdersi nei discorsi dei passanti, nelle luci soffuse della stazione. Quando finalmente sembra aver trovato la persona che cercava, un contatto segreto per uno scambio di valige, la narrazione s’interrompe, e il Lettore si ritrova a leggere sempre la stessa pagina, sfoglia disperato il resto dei capitoli: nulla. C’è un assurdo errore di impaginazione.  Corre subito in libreria per farsi consegnare una copia ben stampata del libro ma il commesso gli dà un romanzo totalmente diverso assicurandogli che in qualche modo si collegheranno: Fuori dall’abitato di Malbork. Qui subentra la Lettrice, la compagna di viaggio e l’anima gemella del Lettore, lui ne è subito colpito, gli piace il modo in cui lei tiene in mano i libri, l’espressione che ha quando legge, in lui sembra nascere qualcosa. Forse è amore, forse no, non lo sa neanche lui.


E così parte il viaggio del Lettore e della Lettrice attraverso un intricato mondo di incipit di romanzi apocrifi, romantici falsificatori di libri, pseudonimi, falsi autori e strani bibliotecari. Il Lettore disperato si troverà sulle montagne alla ricerca di anziani scrittori in crisi, all’inseguimento di libri mai scritti e autori mai esistiti, con la sola speranza di cominciare una storia e viverla fino in fondo, senza vedersi abbandonato crudelmente dopo qualche pagina, col desiderio di seguire i personaggi dall’inizio alla fine della loro storia, anche se in realtà la vera storia è quella non scritta, quella che non si vede, non si legge, ma si percepisce oltre le parole fisse sul foglio, quella che appare in mente alla comparsa della prima frase, perché alla fine un racconto è come noi lo immaginiamo, è ciò che vediamo, o pensiamo di vedere nei personaggi o nella storia. E alle mille vite inventate vissute dal Lettore attraverso questi dieci inizi di romanzi, si contrappone (o si unisce) la vita reale, la storia discontinua e travagliata con Ludmilla, la Lettrice. Il Lettore cerca di completare ogni romanzo nella speranza di veder realizzata anche la storia con lei, la conquista con le parole dei libri e con le storie mai concluse.
"La prima riga della prima pagina di ogni romanzo rimanda a qualcosa che è già successo fuori del libro. Oppure la vera storia è quella che comincia dieci pagine più avanti e tutto ciò che precede è solo un prologo."

Se una notte d’inverno un viaggiatore è un libro sull’amore per la lettura, la scrittura e il raccontare storie. Farà avvicinare alla bellezza dei romanzi quelli che ne sono lontani, farà innamorare ancora di più chi invece ci è sempre stato vicino.


"Le cose che il romanzo non dice sono necessariamente più di quelle che dice, e solo un particolare riverbero di ciò che è scritto può dare l'illusione di stare leggendo anche il non scritto."

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4/ 5
Oleh