lunedì, giugno 23, 2014

Mai Arrendersi al mainstream.


La peggior domanda che mi possa fare una persona è: "quali sono i tuoi gusti musicali?". A quel punto si profila tutto uno spettro di possibili risposte che variano da un semplice balbettio ad una disquisizione filosofica sul perché certi artisti siano oggettivamente meglio di altri. Alla fine, come spesso accade (anche per molti altri interrogativi), lascio cadere nel dimenticatoio l'imbarazzante domanda e passo avanti.

Le peggiori persone di questo mondo, però, sono quelle che ti annunciano trionfanti e spensierate che la musica che ascolti (in auto, per strada, in salotto) fa immensamente schifo; a questo proclamo segue di solito un breve elenco di ciò che questi esseri si iniettano nei timpani. Al 99% sono artisti americani, italiani e britannici; le altre nazioni non esistono perché "cosa vuoi che ne sappiano quelli là?".

Ecco, la mentalità italiana è questa: se non è di origine nostrana o anglosassone, automaticamente è spazzatura senza alcun valore (a meno che non sia qualche insulso ballo di gruppo rumeno, indiano o sudamericano). Quello che passano radio e case discografiche in questo Paese viene automaticamente riconosciuto come il meglio che la storia dell'industria musicale abbia mai prodotto, senza un minimo di mentalità critica; senza andare in giro per internet a vedere se per caso c'è qualcosa che in Italia purtroppo non arriverà mai.


Vorrei evitare polemiche facendo esplicitamente nomi e cognomi di quelli che oggettivamente non meritano di essere nemmeno considerati artisti/rockstar/popstar, anche se la lista è interminabile. Come indizio posso dire che rientrano svariate cantanti "pop" americane e tanti pseudo-rocker italiani bolliti che più bolliti non si può; in mano alle major, vengono spolpati fino all'osso sfornando brani inascoltabili che si assomigliano l'uno con l'altro, per giunta con testi dal significato profondo come una pozzanghera dopo 10 minuti di pioggia.


Per cui alla domanda "Io mi ascolto **** **** e **** ****, tu invece?", rispondo così:

OLANDA - The Common Linnets - Time Has No Mercy Ovvero uno dei migliori brani country di quest'anno, direttamente dalle (non molto) sconfinate pianure olandesi. Insieme al rock possente ed energetico di Anouk Teeuwe, sono una delle punte di diamante del Paese dei tulipani. 

GALLES - Feeder - Just A Day Con i Feeder ci sono cresciuto, i loro brani nelle colonne sonore di Gran Turismo 3 e 4 mi hanno accompagnato per tutta l'adolescenza. Non ho potuto resistere alla tentazione di comprare il loro Best Of durante il mio ultimo viaggio a Londra, sono parte di me ormai.

GIAPPONE - Angela Aki - Kiss Me Good-bye Non ascolto molta musica asiatica ma lei è un mito assoluto. Una pianista e cantante davvero talentuosa e una voce che più dolce non si può; ha tradotto in giapponese diversi brani occidentali senza snaturarli (come True Colors di Cyndi Lauper e Creep dei Radiohead) e ha sfornato diversi capolavori molto apprezzati in patria e tra gli amanti del J-Pop. Kiss Me Good-bye l'ha resa famosa nel mondo grazie alla sua comparsa nel video finale di Final Fantasy XII. Ascoltare per credere (e c'è anche in inglese, se non digerite gli ideogrammi).

ISLANDA - Emilíana Torrini Davíðsdóttir - Speed Of Dark Madre nordica, padre mediterraneo. Il mix è fatale per la compositrice della Canzone Di Gollum ne Il Signore Degli Anelli. Ma Emiliana non si è fermata di certo lì, e ha proseguito la sua carriera fino a diventare una delle tante icone dell'Isola di Ghiaccio grazie a brani come Speed Of Dark e Jungle Drum.


SVEZIA - Darin Zanyar - You're Out Of My Life Origini curde per una delle migliori voci della Scandinavia (ormai nella Svezia multiculturale puoi trovare qualsiasi etnia e cognome), sulle scene da un decennio dopo essere arrivato secondo a Idol 2004. Un'anima dance-pop che sconfina anche nello schlager. Milioni di dischi venduti, tranne in Italia dove non lo conosce nessuno e ci dobbiamo sorbire i cantanti di Amici. Che tristezza.

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Oleh