lunedì, maggio 12, 2014

L'Austria risorge dalle proprie ceneri: vittoria all'Eurovision 2014

Un'altra edizione dell'Eurovision Song Contest si è finalmente conclusa. Tenutasi nella capitale danese, Copenhagen, è stata probabilmente una delle serate più sorprendenti e al cardiopalma degli ultimi anni, e sicuramente la più avvincente da quando è tornata l'Italia, nel 2011.

Alla fine, dopo ventisei esibizioni, tra cui quella di Emma con "La Mia Città", è iniziato il solenne rito dell'annuncio dei voti. I bookmakers sono andati sempre più in confusione man mano che passava il tempo: le nazioni favorite (Svezia, Austria, Armenia, Ungheria, Olanda) sembravano piuttosto vicine tra loro prima del voting.
Trentasette nazioni hanno decratato i loro pareri sui finalisti. Dal Portogallo alla tanto detestata Russia, da Malta all'Islanda, è praticamente stata una corsa a cinque verso il microfono di cristallo: prima si è fermata l'Ungheria, poi l'Armenia, successivamente la Svezia, terza. Alla fine l'ha spuntata la drag queen austriaca Tom Neuwirth, in arte Conchita Wurst, con il brano Rise Like A Phoenix.

Giorno dopo giorno, a partire dalla presentazione della sua canzone, Conchita è riuscita nell'impresa di unire tutto il Vecchio Continente. Nonostante l'aspra avversione di tanti politici ed esponenti del mondo russofono tuonassero contro di lei, definendola "il risultato decadente del liberalismo omosessuale europeo", la cantante austriaca è risultata addirittura tra le preferite secondo i televoti di nazioni piuttosto arretrate dal punto di vista dei diritti rainbow, come Russia, Bielorussia, Ucraina e Azerbaijan, e conquistando i tanto agognati "12 points" da quasi tutta l'Europa occidentale e settentrionale.



Un pubblico stimato di oltre 180 milioni di persone ha assistito alla sua vittoria e al suo messaggio di ringraziamento: "Questa vittoria è un messaggio di pace e tolleranza. Insieme siamo inarrestabili", accompagnato dall'enorme boato dei 10mila spettatori della B&W Hallerne, sede del concorso. Altri milioni di persone hanno guardato la sua performance di Youtube in poche ore, e il suo nome ha praticamente fatto il giro del mondo.

VINCITRICE: AUSTRIA - Conchita Wurst: "Rise Like A Phoenix"


E Emma? Su 26 finalisti si è piazzata 21a, con 33 punti conquistati  (di cui 12 da Malta e 10 dall'Albania), davanti soltanto ad Azerbaijan (33), Malta (32), San Marino (prima volta nella storia in finale, 14), Slovenia (9) e Francia (peggior risultato di sempre, 2). Dopo la diffusione dei dati complessivi, si è visto che non è piaciuta per niente, né alle giurie, né al televoto, che l'hanno piazzata quasi sempre tra le ultime sei canzoni in gara.
Probabilmente è stata l'esibizione un po' troppo "abbondante": vestita in maniera succinta, con un abito bianco aderente e molto corto, tempestato di frammenti di vetro e motivi dorati, e con una corona d'alloro in testa (anch'essa dorata), Emma ha dimostrato una buona padronanza del palco, ma la performance vocale non è stata esattamente esaltante, e spesso si è trovata a dover prendere fiato nelle parti sbagliate del brano.



Brano che forse non era abbastanza adatto alla competizione, essendo semplicemente un estratto del suo CD Schiena, e non una composizione ad hoc per l'Eurovision, dove il pubblico si aspetta qualcosa di più cliché dalle varie nazioni (ovviamente non è sempre così; l'audacia può pagare e può mandarti in fondo alla classifica). Per la prima volta dal 2011 siamo fuori dai primi 10 e sotto i 100 punti (Gualazzi 189 punti nel 2011, Zilli 101 punti nel 2012, Mengoni 126 punti nel 2013, Emma 33 punti nel 2014).

Scoreboard finale. L'Austria trionfa con 52 punti sull'Olanda e 72 sulla Svezia. L'Ucraina si prende una specie di rivincita finendo davanti alla Russia. Ottimo esordio del Montenegro, 19° alla prima apparizione in finale.
2.5 milioni di italiani hanno seguito l'esibizione di Emma su Rai2 sabato 10 maggio, con uno share di circa il 10,7%. Ripercorriamo i momenti salienti della finale.

SECONDO POSTO: PAESI BASSI - The Common Linnets: "Calm After The Storm"

Ilse DeLange e Waylon riportano Amsterdam sul podio dopo un'attesa di ben 39 anni con una ballata malinconica in stile country (e gli abiti non sono da meno). Non erano dati tra i favoriti alla vittoria, ma la loro performance sul palco è stata straordinaria. Un successo che ha valicato i confini olandesi e si è sparso in tutto il continente. Questo per dire che non ci vogliono per forza giocolieri, acrobati e ballerini all'Eurovision. Basta portare la qualità.

TERZO POSTO: SVEZIA - Sanna Nielsen: "Undo"

Al settimo tentativo alla selezione nazionale svedese è riuscita a trionfare, e a Copenhagen ha portato una power ballad sicuramente impeccabile e piuttosto toccante. Un'esibizione con giochi di luce non troppo elaborati che hanno permesso di concentrare l'attenzione sulla musica più che sulla scenografia, e la sua voce ha fatto il resto. La Svezia porta a casa un altro podio, il terzo in quattro anni (3° 2011, 1° 2012, 3° 2014), e non a torto.

VINCITRICE MORALE: SAN MARINO - Valentina Monetta: "Maybe (Forse)"

Il 6 maggio è successo l'impossibile: SAN MARINO IN FINALE. Aveva debuttato nel 2008 finendo ultimo in semifinale, ed era tornato nel 2011. Nelle ultime tre edizioni Valentina Monetta, 39enne dello Stato del Titano, è riuscita nell'arduo compito di portare la sua nazione in finale per la prima volta nella storia. Maybe è una ballata che si potrebbe definire jamesbondiana, dolce, piena di vita e anche piuttosto accattivante. La Monetta, nella sua esibizione, ha dato il massimo e forse anche di più. Ovviamente in finale non ha potuto molto contro lo strapotere dei favoriti, ed è finita 24a su 26 con 14 punti. Ma essere in finale è motivo di grande orgoglio (e anche una bella vittoria dopo una cocente delusione come l'11° posto del 2013 con uno dei migliori brani che l'Eurovision abbia mai visto). In bocca al lupo, Valentina.

L'Eurovision Song Contest festeggerà i 60 anni di vita nel 2015, e lo farà al 99% a Vienna, dove Conchita Wurst ha iniziato la sua ascesa a partire dal nulla, proprio come la fenice della sua canzone. All'anno prossimo!   

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