giovedì, dicembre 05, 2013

Diario di viaggio: quarta tappa. L'arrivo a Barcellona e il Barri Gòtic.

Ventagli catalani
Nella mia successiva avventura ho lasciato Milano alle mie spalle per abbracciare una cultura totalmente diversa ed un mondo fatto di passione, calore, arte, colore e vivacità. Ho deciso di spostarmi a Barcellona e trascorrere lì un bel po' di giorni, tali da farmi conoscere la bellezza della Catalogna.
Armata di guida turistica, borsa sicura (purtroppo è famosa per i suoi borseggiatori), macchina fotografica, vestiti leggeri e tanta voglia di esplorare, sono partita alla volta di un viaggio in una nuova dimensione di cui mi sono innamorata.
Vi assicuro che tutto ciò che dicono sugli spagnoli è vero: calorosi, amichevoli, intraprendenti, attaccati alla loro cultura, vivono sino a notte fonda e si alzano tardi la mattina. Bevono sangria e amano divertirsi (che non guasta mai).

Lungomare Barceloneta
Appena atterrata in terra spagnola sono stata colpita (ovviamente) dall'afa incredibile sprigionata in pieno luglio ed ho combattuto per arrivare sino all'albergo.
Ma dopo un primo momento di estraneamento (abituata alla mia citta!), mi sono resa conto di essere vicino al mare e di trovarmi in un quartiere a dir poco stupefacente: la Barceloneta.
Una zona subito dietro al lungomare con una rete vera e propria di piccole stradine brulicanti di bar e ristorantini. A farle da scenario, il litorale, esteso per chilometri e chilometri, ricco di bagnanti e chiringuitos dove fermarsi a bere qualcosa.
Passeggiando, incantata dal richiamo dell'acqua ma anche dai colori del tramonto, sono arrivata sino a Port Olìmpic, realizzato in occasione delle Olimpiadi del 1992 e presentato da un'enorme scultura di rame, il Peix (pesce).
E come se non bastasse, non solo ho realizzato che il sole stava calando dopo le otto di sera, ma anche che
Catedral
la lunga strada costeggiante il mare, era insediata da discoteche e importanti locali.
Ma alla musica assordante, ho preferito di gran lunga sedermi in un ristorante affacciato sul mare e sul passeggio, dove ho gustato le tapas (i famosi antipasti), la paella valenciana e la crema catalana. Tutto questo (e ditemi se è poco) accompagnato da un bel calice di sangria di vino rosso.
E davvero vi consiglio di provare la loro cucina, senza ricorrere per una volta alla nostra alla quale anche io sono molto affezionata, perché posso confermare che è magnifica (e sono davvero difficile).

Dopo una buona dormita e dopo aver combattuto con la voglia di buttarmi in spiaggia, mi sono convinta a
partire alla volta della Rambla e del Barri Gòtic.
Vi consiglio di usare la metropolitana: è veloce e abbastanza semplice. Mi ricordo ancora di essere scesa a Placa de Catalunya sulla linea rossa.
Pittori in Santa Maria del Pi
Da questa piazza si estende sino al mare la famosissima Rambla. Una strada lunghissima e ricca di storia al centro della città. Dai tempi in cui vi erano solo un fiume e un canale di scarico ai margini della Barcellona medievale, si è giunti ad ospitare teatri, negozi, mercati, ciarpame per turisti, locali e quant'altro. La vita della cittadina giornaliera è all'interno di questo viale. Ma state attenti, insieme a El Raval, è una zona ricordata anche per gli scippi e qualche criminaletto di troppo.
Il primo tratto è chiamato Rambla de Canaletes per via di una piccola fontana la cui acqua pare venga dalla sorgente dei Canaletes, oggi è tradizione berla per chi voglia tornare nella città. Da qui mi sono spostata in Placa de Vila de Madrid, che ospita diverse tombe romane, poi verso Casa Martì per vedere il ristorante Els Quatre Gats, ritrovo dei bohémiens e di Picasso, sino ad arrivare alla bellissima Catedral. Ammetto di averla un po' odiata a causa del velo indossato per coprirmi completamente, ma non solo è magnifica la facciata gotica, ma anche il suo interno, con tanto di chiostro con le oche. Il coro è dedicato all'Ordine del Vello d'Oro che comprendeva l'élite della nobiltà europea nel 500.
Dal retro dell'edificio (dove diverse donne protestavano vestite da suore col petto nudo e risuonava musica
Mosaico di Mirò, Rambla
catalana dagli artisti di strada) confido di essermi persa nella piccole viuzze per riaffiorare vicino a Santa Maria del Pi, famosa per il suo maestoso rosone, e bearmi del piccolo mercato di pittori. Davvero bellissimo.
Non so come, sono riemersa sulla Rambla per ammirare il mosaico di Mirò, quasi sconosciuto e calpestato da tutti, e il Gran Teatre del Liceu, il celeberrimo teatro d'opera di Barcellona.
Infilandomi in una viuzza laterale, ho scoperto, quasi per caso, la Placa Reial, un'oasi completamente differente: nella sua quiete è circondata da un portico ottocentesco dove vi sono mumerosi bar e i lampioni vicino alla fontana centrale sono le prime opere conosciute di Gaudì.
Placa Reial
Per cercare poi di trovare Placa del Rei, dove un tempo vi era il palazzo reale, ho scovato la Placa di Sant Jaume, la sede della vita civica, con l'Ajuntament e il Palau de la Generalitat ovvero il municipio e il governo della Catalogna.
Non stupitevi se non troverete spesso la strada seguendo la cartina. Le viuzze sono così piccole e districate da essere difficilissime da individuare. Inoltre si estendono a macchia d'olio: percorrendole arrivereste da nord a sud della città.
Ma questa è una particolarità amabile di Barca.

Finito il mio estenuante ma stupefacente giro, mi sono concessa una cena catalana, che però, devo purtroppo dire, nel Barri Gòtic è abbastanza cara.
Ancora con gli occhi pieni di meraviglia ho augurato la buonanotte alla misteriosa Barcellona, così ricca di storia e ancora tutta da scoprire.
Mare barceloneto

Questo era solo l'inizio.

Foto di Simona De Nicolò.

Condividi

articoli simili

Diario di viaggio: quarta tappa. L'arrivo a Barcellona e il Barri Gòtic.
4/ 5
Oleh