“Guarda che luna, guarda che mare, da
questa notte senza te dovrò restare, folle d'amore, vorrei
morire, mentre la luna di lassù mi sta a guardare...”
Per chi non lo ha mai conosciuto, Fred Buscaglione ricorda il gangster americano, dal bicchiere facile, dall'aria furba, quasi “venuto fuori” da “Bulli e Pupe”, per chi invece lo ha potuto ammirare, sa che era un uomo semplice, con in mente sempre e solo Fatima.
Il 25 ottobre, al Teatro Bravò
di Bari, ho avuto il piacere di assistere ad uno spettacolo su questo
grande artista. “A qualcuno piace Fred” di Maurizio Pellegrini,
insieme alla Chamber Swing Orchestra, è un ritratto del vero
Ferdinando, di quello che non tutti hanno potuto scoprire, di un
ragazzo con un sogno e un grande amore nel cuore, un uomo così
lontano dal suo personaggio, un uomo quasi schiacciato da qualcosa
che non era.
Pellegrini, in un'interpretazione
magistrale, sembra davvero riportare in vita Buscaglione. La sua
voce, il modo di porsi, di muoversi, di atteggiarsi. La somiglianza è
davvero impressionante.
Dal primo suono di tromba sino
all'ultimo ripercorriamo la sua vita, purtroppo breve. Fatta non solo
di successi ma anche di difficoltà, di sogni infranti, di
forza e tenacia. Dagli albori dritti sino alla morte prematura su
quella Thunderbird rosa, la mattina del 3 febbraio 1960.
Ad accompagnarlo un'orchestra
eccezionale che interagisce e contribuisce a rendere tutto più
coinvolgente.
Fred e gli Asternovas, la sua storica
band, riuniti ancora una volta.
Dalle serate in una Torino anni 30'
comincia l'avventura di un Buscaglione ancora giovane e pieno di
speranza, dalla vocalità graffiante e con un sound innovativo,
ricco di importazioni americane.
E il suo voler di più lo porta
ad intraprendere una lunga tournèe all'estero che però
non frutta ancora il successo.
I veri capolavori nascono dopo
l'incontro con Leo Chiosso, suo paroliere sino alla morte.
Instaureranno un rapporto così intenso da trasferirsi nello
stesso palazzo uno di fronte all'altro. E insieme creeranno il
personaggio alla Clark Gable, con baffetti, cappello e gessato a
doppiopetto che lo porterà all'apice. Il suo primo 78 giri
per la casa discografica La Cetra, esce nel 1955 e contiene due
canzoni: la famosa “Che bambola” e “Giacomino”.
Ma nel 1949 accade qualcosa di
importante nella vita di Fred, un qualcosa che colpirà il suo
vero animo da “bravo ragazzo”, l'incontro con Fatima, sua moglie.
Lei scappa con lui, da acrobata inizia una nuova carriera da
cantante, è sempre presente e sempre nel suo cuore, ma con
l'arrivo della notorietà tutto si spezza. Fatima è
gelosa, forse per la carriera del marito, o per la sua vita ricca di
impegni, di film, di programmi, di concerti. Lo abbandona, lo lascia
solo con se stesso.
Fred non sopporta la solitudine di
quella camera dell'Hotel Rivoli di Roma, non sopporta il peso di
dover essere qualcuno che non è, non sopporta il dolore,
vorrebbe dimostrare a tutti chi è il vero Ferdinando e tornare
a cantare con lei, a vivere con la sua Fatima.
“Guarda che luna” si inserisce
all'interno del cambio di rotta del suo ultimo periodo.
La vita frenetica, l'alcool, i mille
impegni, la musica, il cinema, la televisione, lo distraggono e lui
quel giorno “proprio non lo vede quel camion” davanti a lui.
E ci lascia così presto, con
ancora tante cose da raccontare, tante cose da cantare.
“Che notte!”, “Teresa”(il testo
è tratto da un vero articolo su un giornale, un'altra idea
innovativa di Leo), “Il Dritto di Chicago”, “Parlami d'amore
Mariù”, “Eri piccola così”(con tanto di colpi di
pistola), “Che bambola”, “Guarda che luna”, “A qualcuno
piace Fred” (titolo dello spettacolo ma anche dell'ultimo film di
Buscaglione, poi cambiato in “Noi duri”), sono alcuni dei
capolavori che Maurizio Pellegrini ci offre.
Ci trasporta con passione in questo
percorso, ci mostra i diversi lati della personalità
dell'artista, il rapporto con i suoi amici, il suo cuore e la sua
testa. Con ironia il nostro Fred ci racconta anche della sua morte,
di quello che è stato e non ci potrà essere più.
Una rappresentazione davvero
travolgente che merita di essere vista, anche solo per avvicinarci un
po' ad un'artista, a mio parere, trascurato e alla stupenda forza di
espressione che è il teatro.
“Delle curve mi compiaccio, sempre in
quarta io me le faccio, bevo tutto senza ghiaccio e le bambole mi
capiscono, a qualcuno piace Fred sì, cosa c'è, non vi
va?"
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Rassegna Bravòff: A qualcuno piace Fred.
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5
Oleh
Ilaria Amoruso