Seriamente, nell'ultimo periodo ho "riesumato" letteralmente artisti di cui avevo completamente rimosso l'esistenza. Cosa un po' folle, data la pregevole bravura della maggior parte di loro.
Probabilmente anche molti di voi avranno dimenticato colei che oggi riporterò alla luce dopo anni di immeritata oscurità. Se sette giorni fa eravamo rimasti in Italia per parlare di Raphael Gualazzi, stavolta scaliamo un fuso orario. Destinazione: Scozia, più precisamente nella città sede della più antica università della terra oltre il Vallo di Adriano, St. Andrews. Qui è nata e cresciuta una delle migliori cantanti folk-blues-country-electronic pop che la Gran Bretagna abbia mai conosciuto:
Il suo nome è Kate Victoria "KT" Tunstall.
Risulta quindi da pazzi dimenticare (o comunque ignorare) lei e il suo repertorio, ma vediamo meglio chi è KT Tunstall e come si è evoluto il suo percorso nel tempo.
Da padre irlandese e da madre cinese-scozzese, KT non ha ereditato nulla dal punto di vista musicale, essendo impiegati nel mondo dell'istruzione. Passa i suoi ultimi anni di studio nel New England, coltivando l'amore per la musica, suonando con alcune band del posto e concentrandosi sulla stesura dei testi. Kate si fa subito notare per le sue performance in stile indie-pop, e una casa discografica inglese si offre di pubblicare una sua raccolta di canzoni, offerta accettata dopo aver tentato invano di ottenere un contratto da una delle maggiori Case americane.
Eye To The Telescope esce alla fine del 2004, ma rimane poco noto finché KT non viene invitata in uno show serale britannico per ovviare all'assenza dell'ospite principale, il rapper americano Nas. In sole 24 ore, la scozzese riesce ad arrangiare una versione abbastanza buona di quello che diventerà il suo brano più noto: Black Horse And The Cherry Tree. I pareri sul sito web dello show sono molto favorevoli, e nel 2005 la Tunstall riceve addirittura una nomination ai Mercury Prizes per il "miglior album". Quello che sembrava un disco destinato ad essere solo una piccola meteora della classifica inglese, si dimostra un incredibile scalatore: Eye To The Telescope arriva al n°3 della graduatoria e rimane in classifica per più di un anno, uscendone a metà del 2006. È anche l'anno in cui il suo nome comincia a circolare insistentemente negli USA: una concorrente di Idol, Katharine McPhee, le chiede di poter usare il suo brano d'esordio per una delle serate del talent show. KT accetta, e in meno di una settimana Black Horse And The Cherry Tree scala 50 posizioni della Billboard moltiplicando anche le vendite dell'album.
Un album sopraffino, che mescola il folk e il pop, insieme alla voce dolce e a tratti calda della cantautrice scozzese. I brani più consigliabili sono praticamente i più famosi del suo repertorio: oltre a Black Horse... ci sono la ballata romantica Other Side Of The World e Suddenly I See, più movimentata e con una buona quantità di brio.
L'album d'esordio di KT, in Italia, arriva solo al numero 37 della classifica nazionale, un'accoglienza piuttosto fredda, se si fa eccezione per il brano con cui si è fatta conoscere in tutto il mondo. Al secondo tentativo va un po' meglio in Europa, un po' peggio in America: nel Settembre 2007 esce Drastic Fantastic, che la riporta al n°3 in Inghilterra e al n°35 in Italia. Le critiche vanno da moderate a molto entusiaste, anche se sottolineano la parziale conservazione dello stile della Tunstall in questo secondo disco. I brani sono, nondimeno, estremamente gradevoli, a cominciare dal primo estratto, Hold On, che non ha nulla da invidiare per energia a Black Horse...; ci sono, comunque, altre tracce significative, tra cui Funnyman, che parla di uno dei suoi collaboratori prima di diventare un'artista di gran successo, e If Only, che la porta sulla strada del pop-rock alternativo.
Tra il 2007 e il 2010, KT Tunstall pubblica un album con brani natalizi originali (non le solite cover trite e ritrite) dal titolo Have Yourself a Merry KT Christmas, cantan insieme ai connazionali Travis in Under The Moonlight, compresa nel loro The Boy With No Name, e inoltre scrive una canzone per l'associazione per i diritti degli indiani d'America, Survival International. All'inizio del nuovo decennio, KT è vista aggirarsi per Berlino al fine di registrare il suo terzo album di inediti agli Hansa Studios, celebri per aver ospitato artisti del calibro degli U2 (Achtung Baby) e David Bowie (Heroes). All'inizio dell'autunno viene pubblicato, infine, Tiger Suit, titolo ispirato ad un suo sogno ricorrente, in cui riesce a tramortire una tigre nel suo giardino perché capisce di essere anche lei "travestita" da tigre. Nonostante le critiche largamente positive, l'album ha un successo molto moderato, arrivando nella top 5 inglese, ma precipitando fuori dalla top 40 in sole 4 settimane, quasi subito, se comparato ai suoi precedenti album. Eppure non mancano i brani che meritano: Glamour Puss mette un po' da parte la chitarra per dedicarsi a sonorità molto più pop che, guidate dal sintetizzatore, trasformano KT in un'artista più simile alle sue colleghe che sfornano successi ogni 5 minuti (ma con una qualità molto migliore rispetto a queste, ovviamente). Fade Like A Shadow, invece, è caratterizzata dall'uso estensivo del duo chitarra-xilofono, ed è un incrocio tra una melodia più reminiscente dell'infanzia ed una più adulta e consapevole.
Insomma, un percorso in crescendo per la giovane artista del Fife scozzese, ormai diventata una cantante matura che produce musica di altissima qualità, ma che in Italia è stata presto dimenticata, e considerata una semplice meteora. Chi lo pensa si sbaglia di grosso.
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Follia È - Parte 2: KT Tunstall
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Oleh
Stefano Favia