Si parlava proprio ora
di spine e scheggie.
ed ecco che, come una scheggia
arriva rapida al porto
la nave dei giovini
pronti per il loro triste destino.
tra loro il nobile teseo
è nascosto, non lo si vede,
dietro gli altri resta nascosto.
"spuntano ancora trent...aaah,
venti centimetri di verga da nascondere,
ma la tunica è lunga,
se resto dritto nessuno la noterà.
però devo entrare oggi nel labirinto,
o la mia segreta arma
verrà alla luce
e non potrò infliggere al minotauro
la pena che merita.
non fosse per questa scheggia
che dal dolore mi piega le ginocchia,
sarei davvero felice,
al colmo del piacere."
così Teseo pensava,
e intanto Minosse
con la figlia Arianna
guardava, affascinato,
i fanciulli, goloso come il figlio.
posti gli occhi sul principe, però,
gli apparve dinanzi l'imamgine
del suo vecchio nemico Egeo.
"che abbia mandato qui suo figlio
mi puzza un bel po'...
che sia una trappola per privarmi del mio segreto diletto?
quali segreti cela dentro di sè
questo ragazzo?
non porta nè spade nè bastoni,
e avrebbe necessitato di un duro allenamento
per poter nascondere più di un bastoncino
nel segreto del suo corpo."
insospettito,
continuava a guardare Teseo
che, intimidito,
prese a una sola mano il coraggio
(con l'altra si manteneva il dolorante
quanto ripieno posteriore)
ma la mano sua, grazie ad anni di...
allenamenti con la lancia
era enorme e forte.
levata questa mano,
in preda al dolore
si inginocchiò
porgendo al re un'insana richiesta
"ti prego, Sire,
concedimi di non sapere il mio popolo martoriato
e divorato,
e permettimi di andare per primo
a compiacere tuo figlio."
per niente alleggerito
dal peso dei sospetti,
il pensiero di Minosse
scelse una strada
che in pochi non definirebbero
perversa.
dato alla figlia un gomitolo rosso,
glielo fece legare alla porta,
e dopo che teseo fu entrato,
lo seguì da vicino,
badando a non farsi vedere.
grande fu il suo stupore
nel vedere quale fosse la ragione
della premura del principe
nel correre incontro al destino.
lo vide contorcersi
e sfilare dallo stesso posto
in cui credeva che neanche un bastoncino
sarebbe potuto entrare,
una nera e puteolente
verga coperta di escrementi.
in quel momento
si sentì il richiamo amoroso
dell'eccitato Minotauro.
Condividi
Teseo - Canto Terzo
4/
5
Oleh
Poex