domenica, giugno 16, 2013

Teseo - Canto Secondo

e mentre il nobile principe,
non senza un brivido di piacere,
fissava il mare
pensando alla grandiosa virilità
della quale il suo avversario era dotato,
pianse lacrime amare
sapendo che mai
avrebbe potuto provare
il brivido di novanta centimetri
di ariete taurino
che bussavano prepotentemente
alla porta del suo posteriore.
"povero me! me meschino!
me disperato e condannato!
non è possibile
che io vinca
senza evitare di cedere alla tentazione.
dice la profezia della vecchia
che solo il vergine figlio
del re Egeo
potrà sconfiggere
il figlio cornuto del padre cornuto,
senza soccombergli nella pugna!"
e mentre con queste amare parole
di rimpianto atroce
il figlio del sire
si dispera,
alla balaustra frignando
come un naufrago si aggrappa,
e si consola per un momento,
al constatare la piacevolezza
del legno levigato
della sua rotondità
e della considerevole lunghezza
del bastone che tiene tra le mani.
subito è però soppiantata la consolazione
da una ancora più cocente
delusione amara.
la balaustra, in legno d'ulivo,
per quanto levigata, lunga e rotonda,
è pur sempre inchiodata alla nave!
ma Zeus, sempre pronto ad accogliere
le richieste dei virginei fanciulli,
quando al suo preferito diletto
si vogliono accostare,
pronto una folgore dal cielo sereno manda,
proprio sulla balaustra
a poco meno di un metro dal principe.
per il colpo, il principe balza indietro,
e la sua forza, unita al fulmine
del re degli dèi, 
spezza un metro e venti di bastone ligneo.
Ma non è solo Zeus a fare doni di piacere
al fanciullo: anche Eros, per pietà,
la sua arte sul bastone impone:
leviga al puntino le estremità frastagliate
e scheggiate
del legno d'ulivo, appuntendone appena
un'estremità, per maggior piacere concedere.
Ma Hermes furbastro,
per diletto, mentre Teseo
è impegnato a godere
del dono degli altri dèi,
quasi mosso dal fato (come più in là si vedrà)
una scheggia lievemente solleva,
mandandola a conficcarsi
nella sottile e delicata pelle
dell'ano del principe,
infliggendogli grande fastidio
per la profondità
alla quale questa è situata.

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Oleh