Esistono molti tipi di sogni. Ci sono quelli privi di senso,
quelli fatti durante la notte che proprio non ci ricordiamo e ci sono le
fantasticherie da “lezione noiosa”.Tutti sogniamo: C’è chi sogna di cadere, chi
di correre, c’è chi fa i sogni sporcaccioni e chi sogna di essere incinta. Chi di
diventare presidente, chi di fare la ballerina; c’è anche chi sogna di
diventare serial killer e di ammazzare tutti quelli che gli stanno antipatici. Esistono,
poi, quei poveretti a cui capita di sognare di essere nudi in pubblico, per non
parlare poi di quelli che si trovano a dover cantare davanti a tutti e
ritrovarsi senza voce. Chi sogna di sposarsi, chi di andare in viaggio; c’è chi
sogna Jhonny Depp, chi, Penelope Cruz e poi ci sono quelli che sognano tutto
quanto, tutto insieme.
Però, i sogni non si fanno solo di notte; ci sono sogni che
fai quando sei ben sveglio, e, se sei abbastanza bravo e tenace, li riesci a
realizzare.
28 agosto 1963 Washington. Un uomo sogna. Un uomo sogna ed
insieme a lui sognano milioni e milioni di persone. L’uomo è Martin Luther King
che pronuncia il celebre discorso di “I have a dream” in occasione della marcia
per i diritti civili. Un discorso di incitamento, di consolazione e di speranza
che anche oggi riscalda il cuore di chi lo ascolta. Un discorso pieno di ardore
e amore.
E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le
asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un
sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione
si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi
riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.
Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.
Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.
L’America del 1963
era un’America profondamente ostile alla gente di colore, dove un negro trovava
veti ovunque andasse. Quando un popolo è oppresso, tramortito, offeso nell’intimo
della propria dignità sembra che nulla possa risollevarlo: nelle situazioni
disperate c’è un disperato bisogno di sogni e di sognatori, che riaccendano la
speranza. Nel 1963 Martin Luther King parlava di “sogni”, nel 2013 l’America ha
alla sua guida un presidente nero (non dico che l’America ora sia la patria
della tolleranza e dell’amore, ma rispetto a mezzo secolo fa, qualche passo
avanti l’ha fatto).
Io sono fermamente
convinta che la razza umana sia la razza piu violenta ed insensata che esista
in natura, credo che non si potrà aspirare mai alla completa realizzazione
della felicità personale di ciascuno, e
che di soprusi e di violenze ne sarà sempre pieno il mondo,ma solo perché non
siamo perfetti. L’unica qualità veramente positiva che abbiamo è la nostra
facoltà di sognare: i sogni fanno girare il mondo.
Se Leonardo non avesse avuto l’idea pazza di
voler volare come un uccello, noi non avremmo gli aeroplani; se Garibaldi non
avesse sognato l’Italia Unita, noi saremmo ancora un popolo senza un centro. Il
potere, il successo, i soldi e tutto ciò che noi, generazione disillusa,
crediamo essere il motore del mondo, sono solo cause secondarie. Se l’uomo non
fosse capace di sognare sarebbe un automa, che si limita ad esistere vagando senza scopo sulla
terra. Il sognatore vive una vita
degna di essere vissuta: che vinca o che perda ha agito, si è mosso nel mondo
con uno scopo, ha combattuto. L’amore,
la guerra, il razzismo, il patriottismo sono tutte illusioni, tutte costruzioni
che l’uomo fa con i propri sogni; dietro di esse non c’è nulla, senza più
uomini pronti a sognare e a credere tutto cesserebbe di esistere, lasciando un
enorme vuoto dietro di se.
Illusioni! Ma intanto senza di esse io non
sentirei la vita che nel dolore, o (che mi spaventa ancora di più) nella rigida
e nojosa indolenza: e se questo cuore non vorrà più sentire, io me lo strapperò
dal petto con le mie mani, e lo caccerò come un servo infedele.
U.Foscolo- Ultime lettere di Jacopo Ortis
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Ore 00 - "We (all) have a dream"
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Oleh
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