Non avrei mai dovuto tirare in ballo gli U2 con l'insegnante d'inglese! Le sue parole furono lapidarie: "Saranno pure irlandesi, ma qui nessuno li considera". Su due piedi, avevo pensato alla classica guerra di fazioni tra fan, declinata in salsa gaelica, ma poi mi sono informato sui dettagli della relazione tra Irlanda e U2.
Sotto sotto, serpeggia una sensazione di tradimento, perchè nei momenti difficili della nazione verde, la band è stata molto spesso assente, specialmente per le loro convinzioni in materia di tasse, che i membri pagano prevalentemente all'estero. Larry Mullen, uno dei componenti, arrivò a dire che "in Irlanda sembra quasi un crimine se sei ricco". Ecco come Brendan O'Connor, giornalista irlandese, parla della questione sull'Irish Independent:
The real problem with U2's relationship with Ireland is that they have not seemed to be present during perhaps the most difficult times this country has seen in their lifetime. Scratch the surface in Ireland and there is a slight sense of betrayal about U2. There is a perception in Ireland that Bono has been a great man at trying to solve other people's problems, but that he has been very quiet about the problems of the country that spawned him. Of course, the band being seen not to pay much tax here doesn't help that perception. (Brendan O'Connor - The Irish Independent, 3/7/11)
Tornato in Italia, ho quindi dato sfogo alla mia curiosità "stile topo di biblioteca" alla ricerca di alternative a Bono e compagni. Ho avuto l'imbarazzo della scelta: dalla voce sensuale di Sinéad O'Connor, alle melodie popolari dei The Dubliners, alle boy band come i Boyzone (dove militava Ronan Keating), al pop infuso di spirito gaelico dei The Corrs, per arrivare all'esuberanza bambinesca dei Jedward. Insomma, ce n'è per tutti i gusti, per cui farò una rassegna di ciò che, a mio avviso, merita di essere conosciuto, compreso e apprezzato quanto (e magari più) di ciò che arriva in Italia. È una presa di posizione, posizione per cui io milito e mi MOBILITO (che poi è il tema di questo mese).
Cominciamo!
La prima proposta è, forse, la cantante più talentuosa, con la vita più travagliata, che ci sia in questo continente: è Sinéad O'Connor, nota principalmente per "Nothing Compares To You", ma anche per alcuni suoi comportamenti che hanno fatto scalpore, come il suo ordinamento a sacerdote della Chiesa Cattolica Apostolica Ortodossa Irlandese, le sue dichiarazioni inviperite contro gli abusi sessuali coperti dal Vaticano, la foto di Giovanni Paolo II distrutta in diretta TV al Saturday Night Live nel 1992 cantando una versione a cappella di "War" di Bob Marley. Le sue azioni e le sue canzoni vanno di pari passo, e questo è il suo ultimo capolavoro: "The Wolf Is Getting Married".
Un'altra alternativa è sicuramente più tradizionale e più legata all'intimo spirito irlandese e alle sue radici: sono i Dubliners, che ormai da mezzo secolo sono i beniamini di tutta la nazione e che ripropongono musiche popolari, ma anche brani originali, con tutta la grinta e la voglia di divertirsi possibile; quando li si ascolta, sembra di tornare alla scena del film "Titanic", quando Rose balla con Jack in terza classe. Ecco, l'atmosfera, è proprio quella, e la si può riprovare ascoltanto l'evergreen irlandese "The Rocky Road To Dublin".
Cinquant'anni dopo la fondazione dei Dubliners, la scena irlandese è dominata, nel bene e nel male, dagli eterni bambini - fratelli gemelli, John e Edward Grimes, più noti al pubblico europeo come Jedward. Delle grandi piccole pesti, capaci di farsi amare alla follia oppure di farsi detestare dal pubblico che chiede un po' di serietà da un artista. Il loro pop un po' elettronico è godibile e molto moderno, e ultimamente sono diventati leggermente meno "bambini", come nel video di "Luminous", che qui possiamo vedere.
E c'era un'era in cui a contendersi i cuori delle fan erano molte boy band: la risposta irlandese a Backstreet Boys e Take That erano i Boyzone, di cui faceva parte anche il buon Ronan Keating, che in Italia è stato massicciamente sfruttato da Rete4 per pubblicizzare i suoi film Bellissimi (che poi puntualmente bellissimi non erano). Il suo capolavoro è "When You Say Nothing At All", ma anche "Life Is A Roller Coaster", più mossa ed allegra della prima, merita un occhio di riguardo. Ovviamente c'è molto altro, e questo video è l'anticamera di tanti brani orecchiabili.
Infine, non posso non dedicare spazio al gruppo musicale che più mi ha stregato di Dublino e dintorni: i Corrs. L'uso del violino di Sharon, la chitarra di Jim, la batteria di Caroline e la voce solista di Andrea: una mescolanza inimitabile, resa concreta e sostanziosa dal fatto di essere tutti fratelli e sorelle, e figli di una terra ricca di tradizioni musicali (vedi i Dubliners). Il successo per loro arriva nel 1996 con "Forgiven, Not Forgotten", e prosegue per un intero decennio anche al di là dell'Atlantico, negli USA e in America Latina. Il loro sound è esemplificato da questo brano, "Only When I Sleep", specialmente nella versione unplugged. Sono qualcosa di eccezionale, per armonia e bravura, un piccolo gioiello di quest'Irlanda così poco conosciuta qui in Italia.
Questa mia mobilitazione tenta di farvi diventare sempre un po' più curiosi, perché la buona musica c'è anche dove non pensate che ci sia. Basta solo frugare!
Playlist Irlandese - Consigliati per voi (oltre quelle già menzionate nei video):
Sinéad O'Connor - Troy
Sinéad O'Connor - Reason With Me
The Dubliners - Molly Malone
Jedward - Lipstick
Jedward - Young Love
Ronan Keating - Fires
Ronan Keating - Baby Can I Hold You
The Corrs - Breathless
The Corrs - Rain
Enya - Amarantine
Enya - My! My! Time Flies!
Donna McCaul - Mercy
Brian Kennedy - Every Song Is A Cry For Love
Mickey Harte - We've Got The World Tonight
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Ore 12: Ireland: more than just U2!
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5
Oleh
Stefano Favia
1 commenti:
commentiamo la musica irlandese e amo l'Irlanda. uff Stef, ci torniamo? :(
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