martedì, gennaio 22, 2013

Ore 00 - Non solo spaghetti: Jared Diamond e la Letteratura Italiana


who's this man?

Biologo e fisiologo statunitense, classe 1937, Premio Pulitzer per la saggistica in un anno che non ricordo, instancabile viaggiatore ed esploratore. Questo il profilo tendenzialmente wikipediano che corrisponde a Jared Diamond, personaggio del quale probabilmente non avrete mai sentito parlare ma tranquilli: fino a dieci minuti fa non lo conoscevo neppure io (so di non sapere). Eppure oggi il nome di quest'illustre studioso è emerso dalle tenebre della mia ignoranza permettendomi di fare una scoperta sconvolgente: esiste ancora, al mondo, qualcuno che non conosce l'Italia solamente attraverso il label "spaghetti, mandolino and Berlusconi"; qualcuno che l'ama e l'apprezza per la sua Arte e, specificatamente, per la sua Letteratura.

Questo qualcuno, ovviamente, è Jared Diamond. 

Nell'intervista a lui rivolta - pubblicata dal New York Times il 20 gennaio 2013 - Diamond rende la Letteratura Italiana protagonista indiscussa delle sue risposte. Quando il giornalista gli chiede di scegliere un libro, uno solo, da porre in cima alla classifica dei migliori libri letti di recente, lui risponde Primo Levi's "If this is a man". Se questo è un uomo. Una storia di morte e resurrezione. Il racconto di una sopravvivenza realizzatasi ad una condizione: la perdita della Fede.

Diamond, però, non si ferma a Levi. Parlando delle letture che lo fanno ridere e di quelle che lo commuovono, per entrambe le categorie pone l'accento sul nostro italianissimo Giovanni Guareschi e sull'agrodolce personaggio di Don Camillo...


Una lettura da consigliare al Presidente? Beh, elementare Watson: Il principe di Machiavelli, of course! Diamond sottolinea - giustamente - che non bisognerebbe ricordare un tale genio del male solamente per quel "fine giustifica i mezzi" che, tra l'altro, Machiavelli non ha mai espresso esplicitamente. Jared ci parla, dunque, di "virtù" e "fortuna", e riporta i termini in italiano proprio per non confonderli con l'inglese "virtue" and "fortune", termini che non traducono correttamente i concetti originari. Scrive Diamond:

"Virtù refers to the sphere in which a statesman can influence his world by his own actions, contrasted with fortuna, meaning the role of chance beyond a statesman's control."
(trad. Virtù fa riferimento alla sfera nella quale l'uomo di Stato può influenzare il suo mondo attraverso le sue stesse azioni, in contrasto con fortuna, che indica il ruolo della fortuna al di là del controllo dell'uomo di Stato).


 Un'autrice italiana contemporanea? Sicuramente Dacia Maraini e tutta la sua produzione con una sola eccezione: Donna in guerra, che ha deciso di abbandonare a pagina 97. L'intervista si conclude con  una domanda curiosa: Se potessi incontrare un autore, morto o ancora in vita, chi sarebbe? Cosa vorresti sapere? La scelta, questa volta, non cade sull'Italia ma su qualcosa che è alle fondamenta della nostra cultura: il patrimonio classico. In particolare, Diamond vorrebbe incontrare Tucidide, la cui opera - La guerra del Peloponneso - rilegge ogni decade. Each to his own!, mi verrebbe da dirgli a questo punto.

E' confortante sapere che, ancora oggi, l'Italia può fare capolino nel New York Times non per la sua situazione economico-politica, ma per la sua Letteratura, di ieri e di oggi. Non ci resta che lasciarci con due considerazioni:

1) se un Americano ha fiducia nella sopravvivenza della cultura italiana, perché non dovremmo averla noi?
2) questo tipo, questo Jared Diamond del quale non abbiamo mai sentito parlare, ci sta infinitamente simpatico!










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4/ 5
Oleh

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