-quasi tutte.
-e dimmi, per quali non ne hai?
-per quasi tutte quelle che non mi hai ancora fatto. tranne quella che mi stai per fare.
-che sarebbe?
-quella che mi hai appena fatto.
-questi sono trucchetti mentali.
-non pensare alla macchina rossa.
-lo stai rifacendo!
-sto solo giocando con il tuo sistema nervoso centrale.
-quando parli come un libro mi dai ai nervi.
-però ti piace sentirmi parlare.
-non te l'avrei dovuto dire.
-no, non avresti dovuto. passami le sigarette, per piacere.
-sono sporche.
-me ne frego.
-l'hai detto anche ieri sera.
-sono le tre del mattino, tecnicamente è avantieri sera.
-peggio ancora, siamo qui chiusi da più di due giorni.
-e non ti è piaciuto?
-non è questo...
-e allora cosa?
-troppo... troppo.
-ora sì che ti capisco.
-non prendermi in giro.
-non lo sto facendo, qui mi sembra che chi prende in giro sia tu.
-non è vero.
-e invece sì. sapevi a cosa saresti andato incontro, quando sei venuto con me.
-ah sì?
-sì, e se non lo sapevi sono problemi tuoi. io ti avevo avvertito.
-proprio così.
-e tu l'hai fatto lo stesso.
-esattamente.
-te ne penti?
-hmmm... sì, cioè no.
-è chiaro.
-cosa? che me ne vergogno apocalitticamente? che avrei voluto sparire sottoterra subito?
-che stai tutto in botta per sta tipa.
-fottiti.
-vaffanculo.
-dopo di lei.
-ma prego, s'accomodi, non vorrei farle sgarbo.
-io a fanculo ci vado benissimo da solo, e siccome ti ci ho già mandato, io me ne vado da un'altra parte.
-e allora va all'inferno! (spara)
-ma che cazzo fai? sei di fuori?
-e aggiungilo all'altro.
-quale altro?
-quello che ti sei fatto ieri sera quando hai visto che il treno ti faceva paura.
-quale treno?
-ma che porco cristo, QUESTO!
-ah, quello! e dimmi, com'è che ne hai uno anche tu, sulla tempia?
-mah, per bellezza, e poi fa comodo avere un buco in più, al giorno d'oggi.
-sei un roito
-ecco, di nuovo con ste parole che non danno di nulla. adesso mi spieghi, per quel gran porco di tuo padre in carriola, cos'è un roito?
-girati... la vedi l'acqua sul fondo?
-sì... e allora?
-quello che ci vedi è un roito.
-ma nell'acqua ci sono solo... vaffanculo. vaffanculo, coglione, che la cosa meno indecente di te è un soprannome di pezza!
-PIANO CON LE PAROLE.
-vaffanculo, te e le tue troiette da quattro soldi. e adesso sparami la quarta volta.
-non si può. la pistola si è bagnata, e io non riesco ad alzarla.
-vabbè, pace. sigaretta?
-sono bagnate anche quelle.
-asciughiamole.
-siamo nell'acqua fin'oltre le palle, oltre ad essere nella merda, come cazzo le asciughi?
-soffiando.
-guarda, se non ci avessi pensato tu ieri sera per conto tuo, ti sparerei.
-in che senso?
-ti sei sparato, come l'ultimo dei coglioni. e io mi sono preso la stessa pallottola. come... come...
-l'ultimo dei coglioni?
-quello sei tu, coglione.
-sicuro?
-in effetti non so chi sia più coglione, tra me e te. tu che ti spari per quella o io che per fermarti mi prendo in testa una pallottola che ha attraversato la TUA, di testa?
-sei sicuro? e che avevo, un fottuto kalashnikov?
-no, evidentemente il proiettile non ha incontrato nulla che abbia rallentato la sua corsa tra le due pareti del cranio.
-spiritoso. ste sigarette?
-ancora sporche di sangue. e ancora bagnate. e anche noi, sempre di più.
-ma se ci siamo presi un colpo a testa in testa, perchè siamo ancora vivi?
-mai detto questo.
-ma io non voglio morire.
-dovevi pensarci prima.
-prima quando?
-prima di ammazzarci.
-ah, già.
-e adesso?
-adesso aspettiamo che ci ritrovino.
-e poi? che c'è poi?
-e che cazzo ne so, tu vedi fiamme?
-no.
-allora non siamo all'inferno. menomale, se fossimo finiti all'inferno ti avrei ammazzato.
-di nuovo?
-un modo lo trovavo, stanne certo.
-probabile.
-sicuro, come l'acqua bagnata.
-vaffanculo.
-l'acqua sale.
-siamo in mare, per forza.
-ti uccido.
-di nuovo?
-non fa più ridere.
-non faceva ridere neanche prima.
-su questo possiamo anche essere d'accordo.
-e da qua come si esce?
-e io che ne so?
-aspettiamo e vediamo.
-...
-...
-...
-...
-non è successo ancora niente.
-non è vero. l'acqua è salita ancora.
-vero. le sigarette?
-sciolte.
-che rottura.
-già.
-ma adesso siamo tipo dei fantasmi?
-tipo, forse.
-come forse? o sì o no! non "forse"
-non lo so, ti va bene non lo so? credi che io mi stia divertendo? chi non farebbe di tutto pur di tornare indietro, se ne avesse la possibilità? e non parlo di tornare indietro per scegliere un vestito diverso, un fucile diverso o un'automobile diversa o una donna diversa. ma poi sarebbe indispensabile saper tornare avanti.
-a te gli acidi fanno male.
-questo è shakespeare, idiota.
-no, questo sei tu che paraculi shakespeare che si tira una pippa sbronzo e strafatto di acidi.
-come l'hai capito?
-intuito.
-vaffanculo.
-anche tu.
-da quant'è che stiamo qui dentro?
-non ne ho idea.
-chiedi a quegli altri là.
-ma sono morti, che schifezza.
-anche noi siamo morti.
-vero. ma noi non ci siamo ancora decomposti.
-perchè, quelli no?
-e che sei, cieco, scemo o mi prendi per il culo? sono pezzi di carne putrefatta.
-che schifo.
-l'hai già detto.
-no, ho detto che schifezza.
-scusa.
-fa niente, può capitare.
-grazie.
-di niente.
-ma sai che quello a destra ti somiglia?
-simpatico.
-questo perchè non ti sei mai visto allo specchio.
-vedi sopra.
-è chiuso.
-lo so.
-comunque, gli somigli davvero.
-tu dici?
-sì, solo che tu puzzi di più.
-ho l'impressione che ci stiano imitando.
-dici?
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Ore 12 - riflessi e riflessioni in un container semisommerso
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Oleh
Poex