mercoledì, gennaio 30, 2013

Les fleurs de Chanel.

Foto di Marcus Tondo
Al Grand Palais di Parigi, Chanel ha allestito la sfilata per l'Haute Couture Primavera- Estate 2013, e protagonisti indiscussi dei bellissimi capi sono stati i fermacapelli di piume, il tema bianco – nero e quello floreale.
Grazie al sottofondo dell'Orchestre de Paris sono stata trasportata in un mondo parallelo, fatto di grandi uccelli, “viaggiatori alati” e di donne dalla bellezza infernale e divina, seminatrici di felicità e disastri, il tutto coronato da uno scenario gotico: una foresta simile a quella di Weimar.
Il percorso di Karl Lagerfeld parte proprio da qui. Dalla Germania weimariana ottocentesca e dalle eroine dei grandi scrittori come Goethe e Schiller.
Ma ciò che è comparso nella mia mente è stata un'immagine differente.

Les Fleurs du Mal. Fiori del male ma allo stesso tempo portatori di gioia.
Il paradosso creato da Charles Baudelaire ricrea l'idea di Paradiso ed Inferno all'interno di un oggetto che apparentemente rappresenta la purezza e l'ingenuità: il fiore.
Queste modelle, tra tailleur in tweed e abiti da sera lunghi e preziosi, sembrano vagare eteree e portar con sé quell'innocenza e delicatezza così acclamata. Ma il contrasto dettato dalle lunghe piume sul capo e sul volto delineano un lato oscuro, ricco di mistero ed affascinante, tale da incantare chiunque.

L'atmosfera respirata, tra un bosco inquieto e un teatro tragico, ricorda lo spleen (malinconia) che impegna l'anima del poeta, ormai decaduto fra gli abissi del male e senza possibilità di ritorno.
L'unico in grado di elevarsi sembra il bellissimo albatro: è il re dell'azzurro e spiega le sue grandi ali bianche.
Ogni donna, ogni modella lo rappresentava. Mostravano la loro bellezza, il loro volare lento ed elegante, in una danza fredda e distante.

Ma alla fine anch'egli diventa un esule fra gli scherni: ci viene così mostrato il male dell'umanità e dell'esistenza.
Il viaggio di una collezione di moda è lo specchio di un mondo interiore e di una ricerca personale.
Appare un'altra possibilità di creare Arte.

L'allure romantica conferita dai ricami floreali e dai lunghi dress in chiffon rimandano al concetto di Sublime; a quel qualcosa insito nelle nostre anime ma indefinibile da lasciare senza parole o determinazione.
Come Baudelaire è stato in grado di rendere sublimi immagini appartenenti al grottesco e al ridicolo, così Lagerfeld riesce ad elevare semplici tessuti e materiali a visioni ed espressioni della realtà e dell'interiorità dell'uomo creando così uno stile unico ed inimitabile.

“Vieni, o Bellezza, dal profondo cielo
o sbuchi dall'abisso? [...]
Che importa...
se grazie al tuo sorriso, al tuo sguardo, al tuo piede
penetro un Infinito che ignoravo e che adoro?”

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Oleh