giovedì, luglio 17, 2014

Stabili Equilibri Precari

Stabili Equilibri Precari
Francesco Montalto 
SupernovaPromotion
 
“Stabili Equilibri Precari” è un libro di poesie, che racchiude tre anni di vita e di sensazioni particolarmente intense. Prima che poesia, “Stabili Equilibri Precari”, contiene gli sfoghi di una persona normale che vive spesso, per fortuna (o sfortuna), un mondo parallelo a quello degli altri. Le poesie diventano un modo per riuscire, almeno in parte, a sopportare le difficoltà che si presentano d'improvviso nella vita. Nei versi di “Stabili Equilibri Precari” c'è la sensibilità e la sincerità nel raccontare pulsioni e sentimenti quotidiani, che prima di tutto sono personali ma che magari possono diventare universali.

Il concetto di "Stabili Equilibri Precari" può sembrare contraddittorio, ma ci riporta ad una condizione che molti spesso proviamo, quel senso di stabilità, chiamiamola anche tranquillità, che avvertiamo in alcuni momenti, seppur consci, della sua precarietà, ovvero della sua fugacità. Siamo certi che non durerà per sempre, ma quel momento di equilibrio stabile rende quella precarietà trascurabile finchè dura.

Distanze delle menti ci parla della distanza che due persone si impongono per non provare dolore, per paura di provare qualcosa che non si riesca a controllare. É ora di andare via racchiude tristezza, solitudine e senso di vuoto. Ne Il fumo della solitudine ci sembra di vedere quella camera poco illuminata, ed una persona seduta sul pavimento, magari sotto una finestra, che si perde nel fumo, metaforico e non, della sua sigaretta. In Sfuggente una figura femminile non ben delineata ci appare, con i suoi contorni sfuocati, che si muove quasi interrompendo il vuoto e la solitudine delle poesie precedenti. Con Incontriamoci l'atmosfera diventa meno cupa, non si parla più di tristezza e solitudine, ma di sogni, e i versi prendono una nuova leggerezza. Mood ci porta nel tema principale della raccolta, ovvero l'equilibrio precario, che pur essendo tale porta stabilità, passando dal buio alla luce. Miglia e Miglia sembra parlarci del cammino dell'uomo, che a volte ti costringe a tornare indietro, anche facendo passi avanti. Come una spia mi fa pensare al fatto che spesso ci fermiamo a fissare estasiati qualcuno, che non conosciamo, ma vorremmo conoscere, e viene descritto il tutto con dolcezza in questo brano, forse il più bello della raccolta. In Un giorno qualunque riprovo quelle sensazioni di quando mi capita di camminare per le strade della mia città in giorni grigi, piovosi e freddi, senza una vera meta, in strade magari che non percorro mai, per la necessità di stare semplicemente solo, seppur in mezzo agli altri, senza parlare con nessuno, senza essere in compagnia di nessuno. Un divano solo per due racconta di quelle notti svegli insieme a qualcuno, a chiacchierare e a vedere un film, e quel senso di quiete con il quale ci addormentiamo, pur essendo già l'alba, pur essendo tutto finito. Leggendo Le porte alle spalle mi sembra di vedere questa persona che cammina per i corridoi vuoti di quella che era stata la sua casa, e che ora non lo è più, mi sembra di essere li e provare quella sensazione di commozione e sconforto. Dalle vetrine di quel bar racconta una atmosfera familiare a chi ama le giornate di pioggia, e ama guardare cosa accade da dietro i vetri di un bar, con la città e i suoi abitanti che combattono con la pioggia, e tutte quelle situazioni bizzarre che ne conseguono. 
La pioggia chiude il tutto, non necessariamente con malinconia. E piove ancora ci mostra come non ci siano più il buio e il vuoto dell'inizio, ora c'è un barlume di luce, di speranza, e la precarietà degli stabili equilibri è segnata dalle gocce di pioggia, come lancette che scandiscono il tempo.

Ci si può immedesimare in questa raccolta, solitudine e compagnia che si alternano fanno spesso parte delle nostre vite quotidiane, a seconda del nostro umore, a seconda delle azioni degli altri, inquietudini giovanili che si alternano all'euforia, quel senso di vuoto e pieno, di contrasto continuo, e quel momento, quella briciola di pace, precaria, ma stabile, almeno in quel momento.

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4/ 5
Oleh