sabato, luglio 19, 2014

The Truman Show

E se invece fosse la tua stessa vita l’accerchiamento che minaccia di sopraffarti? Se fossero i tuoi amici, tua moglie, il tuo lavoro, le quattrocentomila anime che assediano la tua libertà? Come faresti ad accorgerti di questo cappio invisibile che lentamente si stringe? Come potresti poi creare un diversivo e iniziare la tua fuga?
C’è chi una risposta a queste domande ha provato a darla. Anno 1999, The Truman Show, per la regia di Peter Weir, interpretato da Jim Carrey, Laura Linney, Noah Emmerich, solo per citare alcuni attori. 
Qui sotto possiamo vedere insieme il trailer.
 


Il film è disseminato di indizi che, fin dal principio, aiutano lo spettatore a farsi un’idea precisa di ciò che sta accadendo, prima ancora che la trama lo riveli. Lo stesso protagonista Truman - true man -  l’unico uomo vero all’interno di una finzione costruita ad hoc è attorniato da persone con nomi come Maryl e Marlon in un luogo dove le vie, le piazze e tutto il resto puzzano da cima a fondo di cinema e finzione.
In tutto questo scenario si può accompagnare Truman nella lunga marcia alla ricerca della verità, per sfondare le pareti che lo trattengono nel suo mondo: una fuga che sa di autocoscienza nella prima fase e di vera e propria evasione nella parte finale. Fuga reale, concreta. Fuga che arriva a disegnarsi nei contorni di una piccola barca, la Santa Maria, per affrontare le paure ancestrali, per trovare la verità.
Al di là di tutte le sinossi, di tutti i resoconti che potrei regalare in questo momento, c’è un aspetto del film che è sempre riuscito a indirizzare le mie pupille, i miei neuroni. Inconsciamente, il nostro Truman, resiste da lungo tempo: è come se avesse una fuga in embrione che gli tarla il cervello, giorno dopo giorno. Tutto questo è rapprensentato dal mosaico, a cui in ogni momento libero della sua giornata dedica attenzione, ritagliando dalle riviste e dalle foto che passano tra le sue mani, minuti particolari da incollare per ricostruire il viso di una ragazza incontrata anni addietro, che incarna tutto il suo correre lontano.


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4/ 5
Oleh