mercoledì, luglio 16, 2014

La ragazza che saltava nel tempo


Alle volte mi sono svegliato al mattino con la convinzione di aver viaggiato indietro nel tempo, o forse con la speranza di averlo fatto. Poi mi sono miseramente accorto che era solo una impressione, era solo una sensazione, non proprio di deja vu, ma comunque di aver già vissuto quel momento, o quello stato di confusione mentale che all'inizio mi aveva fatto credere di aver viaggiato attraverso lo spazio e il tempo.
A Makoto succede veramente, riesce a saltare nel tempo, con un semplice salto, fisico, che le permette di salvarsi, proprio quando stava per perdere la vita sotto un treno in corsa.
Mi sembra di sentire la sua ansia, quel senso di vuoto e di terrore, mi sembra di vedere la luce, di sentire il rumore,di vedere davvero tutto a rallentatore, mentre Makoto salta in sella alla sua bicicletta.
Ma non è una sensazione, Makoto ha davvero saltato, fisicamente e metaforicamente. Il fisico e la metafora anzi in questo momento non sono più differenti.
E così la ragazza scopre per caso di poter risolvere i suoi problemi viaggiando indietro nel tempo, arrivando forse ad abusare di questa capacità, mettendo così a rischio involontariamente la vita del suo migliore amico Kōsuke, che insieme alla sua ragazza, rischia di morire sotto quello stesso treno che inizialmente doveva colpire lei.
Involontariamente, perchè cambiando una semplice cosa nel passato, cambi automaticamente quasi tutto nel futuro, e così ad un certo punto per Makoto questo continuo viaggio avanti ed indietro diventa così naturale da non tener conto delle tante, troppe cose che stava cambiando.
Una vera fuga dalla realtà, o dal tempo se vogliamo essere pignoli, dovuta all'irruenza di una ragazzina che non è consapevole del rischio che il cambiare il passato, o il tentativo di farlo, comporti.
Non vi voglio rovinare il film e raccontarvi tutto, ma non posso non segnalare il personaggio di Chiaki che vi stupirà, e stupirà la stessa Makoto, (anche se non vi nascondo che io tifavo per Kōsuke!), e la zia di Makoto, personaggio sospeso e quasi assente, anche quando è presente, ma che vi lascerà l'impressione di sapere tutto ciò che sta accadendo, anche se forse non è affatto così.
Come in ogni film di animazione giapponese respirerete quei momenti di silenzio tra le villette a schiera mentre i protagonisti tornano a casa dopo la scuola, avvertirete quel calore estivo nel campo da gioco, come se fosse davvero li sotto il sole a picco, e vivrete il caos della città.
Fuggirete anche voi dal tempo e dallo spazio con Makoto durante la pellicola, che nella sua quiete e pacatezza racconta una storia molto dinamica e ricca di avvenimenti.

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4/ 5
Oleh