domenica, maggio 04, 2014

Kiki – Consegne a domicilio.


Dei film di cui vi sto parlando in questa piccola rassegna dedicata allo Studio Ghibli, Kiki – Consegne a domicilio è senza dubbio il più fanciullesco e il più adatto ai più piccoli, ma è proprio la sua semplicità, la sua purezza, la sua innocenza, a renderlo uno dei miei preferiti.
Kiki è una giovane strega simpatica e un po’ maldestra. Come impone la tradizione, compiuti i tredici anni deve lasciare casa e partire alla ricerca di una città in cui svolgere un anno di apprendistato, così da dimostrarsi capace di rendersi indipendente.

In compagnia dell’inseparabile gatto nero parlante Jiji, a cavallo della scopa di sua madre corredata con la radiolina di suo padre, Kiki arriva nella grande città di Koriko, che bagnata dal mare e sovrastata da una splendida torre con l’orologio, rappresenta la città dei sogni di Kiki.

Ma la città ha in serbo molte sorprese per la piccola strega, prima fra tutte l’indifferente freddezza dei suoi cittadini. Armata del suo unico talento magico, quello di volare nel cielo, Kiki riesce faticosamente ad avviare un’attività di consegne a domicilio.

La conquista dell’indipendenza economica ed emotiva si mostra subito come un duro percorso di crescita per Kiki, che dovrà affrontare molte sorprese e tante difficoltà, sia fuori che dentro di lei…
Un film che parla di crescita, di maturazione, ma lo fa con la serenità e lo spirito vivo di una streghetta alle prime armi. E' tutto deliziosamente tranquillo, anche nei momenti più concitati della pellicola, e questo dimostra che le storie garbate sono sempre le più piacevoli.
Un variegato ventaglio di personaggi brilla nella storia, ogni personaggio porta qualcosa di importante, e crea una sua storia nella storia.
Kiki fa spesso spazio agli altri personaggi nelle singole storie, risultando un collante, seppur di rilievo, degli altri racconti.
Senza dubbio la panettiera Osono e suo marito sono i miei personaggi preferiti, perché sempre gentili e premurosi con Kiki, e sono coloro che riescono a farle trovare la sua strada, appunto nel campo delle consegne a domicilio.
Adoro la parte delle due nonnine e del forno, con il loro sformato di aringhe e zucche, che proprio non ne vuole sapere di cucinarsi. Anche qui sembra di immergersi in una nuova storia, così come accade con Tonbo, il ragazzino appassionato di volo, e la giovane pittrice Ursula.
Ogni volta che Kiki incontra uno di loro, la storia cambia registro, come se fossimo in un cartone a puntate, ogni volta con nuove avventure.
Credo che questo rendi così interessante questo film, che in definitiva ha una trama meno complessa di altri, ma non appare per nulla inferiore al confronto.
La città immaginaria di Koriko sembra ispirata ad una città di mare europea, e molti spunti sono arrivati dalla Svezia e da Stoccolma. Sembrano assenti in questa pellicola riferimenti all'Italia, anche se alcuni nella città vedono riferimenti a Napoli.
Tra magia, sogni, e cucina, in uno spazio temporale non ben definito, la storia di Kiki vi catturerà con quella prelibata dolcezza che rende unico questo piccolo gioiello di film.

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4/ 5
Oleh