mercoledì, marzo 12, 2014

C'è qualcosa che devi sapere, c'è qualcun altro che ho dimenticato di essere...

Ero in auto, in viaggio, un viaggio abbastanza lungo, era luglio, e avevo le cuffie ascoltando della musica da una radiolina portatile, molto piccola, uscita da qualche giornale probabilmente, circa sette o forse otto anni fa. Facciamo nove.
Ascoltavo questa radio, e immaginavo di essere altrove, con altre persone, e immaginavo di essere altro da me. Non ero esattamente un tipo popolare, anzi, ero uno di quelli che il sabato sera era a casa a giocare alla play, da solo, piuttosto che uscire con gli altri. Ero uno di quelli che a scuola non andava neanche in bagno, non si alzava dal suo posto, e nell'ora di educazione fisica era seduto sulla panchina a parlare di telefilm piuttosto che nel campetto a giocare a calcio.
Di certo ho passato una adolescenza tranquilla, meno problematica di tanti altri, ero solo ma non per questo triste, anzi. Il mio mondo mi è sempre stato bene, lo avevo creato a mia immagine e somiglianza. Ma ero tanto di più di quello che apparivo, non ero asociale ma semplicemente timido, non ero noioso ma incapace di condividere tutto con gli altri.
Non sarei mai stato quello che si metteva al centro dell'attenzione, ma non perchè non avessi nulla da mostrare o da dire, ma perchè mi sentivo sempre nel posto sbagliato.
Io ero quello al quale però nessuno dava fastidio, perchè si faceva sempre i fatti suoi, quello da cui tutti copiavano i compiti, perchè infondo non ero scontroso come qualcuno pensava, io ero quello che ascoltava ancora le Spice Girls, quello che guardava Buffy, quello che non si muoveva mai dal suo posto, quello che infondo nessuno conosceva.
Perchè infondo io ero quello ma tanto altro. Io ero quello che conosceva tutte le coreografie delle canzoni del momento ma non ballava mai in pubblico (non lo farei mai neanche oggi, per carità!), io ero quello che sapeva tutte le canzoni a memoria ma non cantava mai, io ero quello che sapeva scrivere ma non faceva mai leggere quello che scriveva a nessuno, io ero quello a cui piacevano i ragazzi ma non lo aveva mai detto a nessuno, io ero quello che voleva scatenarsi alle feste, ma era sempre seduto in un angolo guardando l'orologio.
Molte di queste cose lo sono ancora oggi, ma chi mi conosce, davvero, oggi sa che potrei fare tante cose, e le cose che non faccio, le tengo per me solo perchè mi sentirei un cretino a saltare su un tavolo e cantare l'intera discografia di Britney Spears come se non ci fosse un domani.
Ero in quell'auto, con le cuffie, e immaginavo di essere altrove, di essere qualcun altro, e di essere libero dalle mie catene, libero dai pregiudizi, libero da quello che mi ero imposto di essere e da quello che gli altri credevano che io fossi.
E ho iniziato a rinascere in quel momento, lasciando via via cadere i veli inutili che coprivano il mio sorriso, e cercando di liberare quell'io così pop, così stravagante, così diverso, che forse molti avrebbero amato, se solo lo avessero conosciuto.
Ma non mi pento di nulla, perchè anche quando ero solo, in silenzio, antipatico, fermo al mio posto, ero me stesso, anche quella era una parte di me, ma non la parte che tutti vorrebbero vedere. Ero comunque io, e non mi importa che quella parte di me non sia piaciuta, perchè se si vuole bene si ama anche la parte buia di qualcuno. 
La rinascita è stata dimostrare che io posso essere anche altro, ma non necessariamente voglio esserlo sempre, perchè non mi interessa essere come gli altri, non mi interessa essere per gli altri quello che loro vogliono, non mi interessa se mi troverete noioso o se mi troverete eccessivo, non mi interessa se mi troverete bacchettone o sexy, non mi interessa se mi troverete troppo maturo o troppo bambino, io sono quello che voglio essere a seconda della situazione, io sono libero.
Io sono rinato. E rimettendo le cuffie penso ancora a quel ragazzo in un angolo come qualcosa di prezioso, di puro, di onesto, che conservo dentro me, anche quando mi abbandono alla musica, a torso nudo, cantando qualcosa di chiassoso ed estremamente esagerato, e immagino di essere altrove, di essere l'altro me, che mostro solo se e quando ne ho voglia.
Perchè rinascere per me è stato capire l'opportunità di essere due persone diverse, ma sempre autentiche.

I think there's something you should know
I think it's time I stopped the show
There's something deep inside of me
There's someone I forgot to be
Take back your picture in a frame
Don't think that I'll be back again
I just hope you understand
Sometimes the clothes do not make the man

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4/ 5
Oleh