L’odore delle pagine, il loro fruscio, l’emozione di personalizzare i
propri libri con frasi e segni, l’incessante voltare pagina per divorare il
romanzo d’amore, il libro poliziesco, l’ultima avventura del tuo personaggio
preferito… tutto questo non esiste più. Sembra che la crisi abbia toccato anche la reale e intima funzione dei
libri, arrivando a un punto in cui la dicitura “lettore forte” va bene quasi
per tutti, basta che tu abbia letto 4 libri l’anno, non più 12 com’era
prima.
Avanza il
collasso della lettura, avanza nelle scuole, nell’editoria; avanza perché non
incuriosisce, non invoglia, perché è più facile “guardare” che “leggere”,
quindi addio libri e benvenuta televisione, che oggi è considerata il
principale mezzo di fruizione della cultura. I dati sulla lettura in Italia sono estremamente allarmanti; l'indifferenza
dei politici e dell'opinione pubblica di fronte a questo dato lascia
sconcertati: tutto sta andando allegramente alla deriva, perdendo competitività
nelle severe sfide del mondo globalizzato, proprio quando studi economici
attendibili attestano che indici di lettura e sviluppo economico vanno di pari
passo. Non deve stupirci che lettura e ricchezza siano collegate, in un mondo
dove la comunicazione e l’informazione rivestono un ruolo strategico, dove la
scienza e la tecnica rivoluzionano continuamente le nostre esistenze, leggere e
tenersi informati diventa una necessità vitale.
Ovviamente
non si può relegare l’importanza della lettura al solo ambito economico, ai
beni materiali, perché ci sono persone che se la cavano benissimo, sono
produttive e soddisfatte anche senza essere dei lettori forti, ma la lettura ci
serve soprattutto per vivere, non per sopravvivere. Ci rende più liberi, nutre lo spirito, perfeziona l'essere umano che
siamo, ci consola nei momenti di sconforto, ci libera dagli eventuali affanni
della solitudine, ci rende più coscienti e consapevoli, più creativi, meno
soggetti a pregiudizi e condizionamenti, arricchisce le nostre esistenze;
perché ogni libro, ogni volume possiede un’anima, che non è solo l’anima di chi
l’ha scritto, ma è anche l’anima di chi l’ha letto, di chi ha vissuto, e
sognato grazie ad esso, al piacere fisico e psichico di tenere fra le mani il
libro che attendiamo di leggere da tutta la giornata, dopo lo stress
lavorativo, lo sforzo di attenzione scolastico e tutti gli imprevisti che ci
possono capitare.
Certo, i libri tascabili, gli
e-book hanno avuto la loro influenza, ma non centrano niente, perché il
rapporto ISTAT per “La produzione e la lettura di libri in Italia” del
2010/2011, conferma la recessione culturale degli italiani, delineando uno
scenario agghiacciante, con numeri e statistiche che sembrano
inverosimili. È
evidente che in Italia si lavora poco per le iniziative culturali circa il
gusto e il piacere di leggere, basta notare come soltanto in questi ultimi anni
le biblioteche siano diventate accoglienti, moderne e attrezzate, in cui il
lettore non si senta un ospite indesiderato, ma bisogna educare alla lettura, e
bisogna partire dai più piccoli anche se difficilmente un bimbo diventerà un
lettore se non vede l'esempio dei genitori, se nella sua casa non entrano libri
e giornali, se la lettura extrascolastica viene considerata dai genitori
un'inutile perdita di tempo, che danneggia il rendimento scolastico. Nel mondo
contemporaneo, che privilegia l'azione e l'estroversione, leggere è considerata
un'occupazione passiva,ma non è assolutamente così: leggere è un'attività
faticosa, che richiede attenzione, partecipazione e capacità di riflessione.
Credo
che lettori si nasca, perché non si può imporre di leggere una poesia o della
narrativa, altrimenti risulterebbe ancora più sgradevole, ma lettori si può
anche diventare, migliorando le proprie propensioni culturali. Per questo bisogna educare i bambini seguendo
la prospettiva dell'impegno attivo, ma soprattutto facendo loro sperimentare
che leggere non è noioso, bensì è fonte di piacere e di avventure.
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Leggere è un'arte in via d'estinzione.
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Oleh
Unknown