lunedì, settembre 30, 2013

Prudence al Cinema: Bling Ring (prima parte)

La fama fa gola a tutti, specie se hai 16 anni, vivi a Los Angeles e la moda è la tua passione.
I mezzi per arrivarci sono tanti, dai più leciti ai meno leciti.
Come fare per avere tutto e subito? La risposta della banda del “bling ring” è rubare.
Si parte con il rubare una borsa, una collana, un paio di scarpe, si finisce con il rubare la personalità del derubato. Perché il derubato in questione non è uno qualunque, ma una diva di fama mondiale, una icona di stile, un nome che tutti conoscono, una immagine a cui tutti (o quasi!) vogliono assomigliare.
Lo si fa per essere quelle persone, per diventare come quelle persone, per l'adrenalina di fare qualcosa di proibito e di sbagliato, per il gusto di avere tutto, anche ciò che non si può avere. E finisce con il gusto di farlo giusto per farlo, senza più uno scopo reale.
Perché se ti intrufoli a casa di Paris Hilton ben otto volte di seguito, ormai hai visto ed esplorato tutto ciò che c'era da esplorare, hai rubacchiato tutte le louboutin o le birkin che potevi desiderare.
Scade nuovamente nella monotonia, nell'abitudinale.
Direte che è assurdo ritenere abitudinale intrufolarsi in casa altrui e rubargli tutto ciò che ci piace, ed è vero, ma è il segnale che questo film vuole darci, è la realtà che Sofia Coppola vuole mostrarci.
Qualcuno lo riterrà un film diseducativo, ma il messaggio forte che ti resta impresso è che i ragazzi di oggi sono annientati dai divi del cinema e dello showbiz tanto da perdere la propria personalità ricercandola in loro. Tutti vogliono essere come loro e farebbero di tutto per diventarlo.
Ma perchè ammirano il loro lavoro? No, perchè ammirano le loro ricchezze materiali, il loro senso dello stile, il loro look.
Se vuoi uno Chanel vai a rubare a casa di Rachel Bilson, se il tuo idolo assoluto è Lindsay Lohan basta cercare il suo indirizzo su google maps, se vuoi trovare tutto ciò che si possa desiderare la magione di Paris Hilton ti aspetta con la chiave sotto lo zerbino.
Penserete: tutto questo è assurdo. E invece Bling Ring è ispirato ad una storia realmente accaduta pochi anni fa.
Il film è curatissimo in ogni dettaglio, perchè rispecchia davvero in tutto quel mondo patinato che milioni di adolescenti seguono via web, dall'ultimo paio di scarpe, alla borsa esclusiva, al party privato, passando per TMZ, musica inconsistente, e scandali a bordo piscina.



"L'America ha un fascino perverso per le storie alla Bonnie e Clyde" (cit. Marc)
 
La società americana ha creato dei mostri mediatici (Linsday, Paris) talmente idolatrati per i dettagli più superficiali della loro vita e “carriera”, che tutti i ragazzini che le seguono vogliono un pezzetto della loro vita e sono disposti a stapparla alle suddette con le proprie mani, solo per una borsa, un po' di coca, e un paio di scarpe.
L'allarme della società americana è forte ma non viene abbastanza ascoltato, viene sottovaluto, sembra sia normale sognare, anche quando si sogna di smettere di essere se stessi.
L'ingordigia dei ragazzi si ritorce loro contro, saranno gli stessi amici a denunciarli facendo i loro nomi, dopo che la serie di furti aveva ormai fatto notizia anche al tg nazionale.
Gli amici non rivolgono più la parola l'uno all'altra, tutti si accusano a vicenda, e quando il capo di questa “banda”, Rebecca, viene arrestata, il suo unico è pensiero è “cosa ha detto Linsday di me?”, risultando la più incurante di tutto quello che stava accadendo, perchè il suo unico obiettivo era finalmente essere notata dal suo idolo.
Nicki riesce ad imbrogliare tutti, passando per vittima, parlando come un consumato uomo politico che si difende da insensate accuse, e che mira ai suoi progetti futuri di essere un leader nella società.
Marc è l'unico redento, ragazzo da sempre ignorato da tutti, che vede in questa banda di degenerati l'unico mezzo per essere finalmente qualcuno.
Tre reazioni diverse, che simboleggiano i vari volti del declino adolescenziale, a dimostrazione che qualunque ragazzo o ragazza possa cadere vittima di questa trappola, pompata da insicurezze e totale disinteresse dei propri genitori.
Ragazzi a cui in realtà materialmente non mancava nulla neanche in principio, ma totalmente vuoti di contenuti e di affetti.
Questa è la società americana di oggi si chiedono i media? Si, e sinceramente siete stati proprio voi a far diventare l'adolescente un superficiale e affamato lupo famelico, pronto a divorare chiunque per l'ultimo gadget firmato.

“Magari un giorno sarò presidente, perché no?” (cit. Nicki)

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4/ 5
Oleh