martedì, maggio 21, 2013

L'innocenza (spesso ingannevole) delle Fate.

Esiste un mondo parallelo al nostro. O meglio, alcuni credono che esista.
All'orizzonte, nei punti di confine, o sotto i nostri piedi. Un velo che separa qualcosa di magico e meraviglioso ma allo stesso tempo maligno e vendicativo. Si tratta delle Fate.
Stranamente da quanto si possa pensare, nel Nord Europa vi è una grande tradizione che le precede, riti e misteri, superstizioni e credenze.
Non tutti possono permettersi di vedere un vero e proprio abitante del regno delle Fate: ciò dipende non solo dalla loro volontà ma anche da una nostra caratteristica. Avere innocenza nel nostro cuore.
Ora vi spiegherete perché tanti bambini disegnano esseri volanti e piccoli sui loro fogli colorati.
Il loro animo è puro, innocente, trasparente.
Purtroppo gli adulti perdono queste qualità e ritornano nel “buio”, nella realtà, allontanandosi dal mondo fatato.

Ma che cosa sono le Fate? Da dove vengono?

La mitologia norvegese racconta che le larve che uscirono dal gigante Ymir si trasformarono in Elfi della Luce ed Elfi delle Tenebre, i primi buoni e felici, gli altri oscuri, malefici e abitatori del buio. La versione
islandese, invece, si ricollega alla Bibbia: Eva, mentre lavava i suoi figli, vide Dio e per paura nascose coloro che non aveva ancora pulito. Dio le chiese se fossero tutti lì e lei rispose che solo i bambini alla luce erano suoi. Così, i piccoli catturati dall'ombra divennero Elfi e Fate e crearono il popolo di Huldre.
Secondo altre tradizioni, sono angeli caduti, o spiriti pagani fermi nel “Purgatorio”, non abbastanza buoni per il Paradiso e non abbastanza crudeli per l'Inferno, ma è un'ipotesi improbabile, il mondo delle Fate è persino più antico del cristianesimo di molti milenni.

Il termine Fata deriva dall'antico “faunoe” che nella mitologia pagana indicava le compagne dei fauni, creature capaci di predire il futuro e soprassedere agli eventi umani. Ma proviene anche da “fatica”, parola che nel Medioevo era sinonimo di “donna selvatica”, ovvero donna dei boschi e del mondo naturale in genere.

Le loro terre sono nascoste ai nostri occhi, alla nostra realtà: sono parallele al mondo umano ma sempre collegate da un filo sottile. Possono svelarsi senza preavviso e stabilire un contatto che poi verrà interrotto. Non viviamo su stessi piani, anche se ci è dato vederci. Alcune Fate rapiscono gli uomini o li maledicono, a loro piacimento. Da sempre sono invidiose dei nostri sentimenti in quanto non posso sentire come noi. Vorrebbero gioire o commuoversi ma a loro è proibito, per questo spesso ci procurano guai o interferiscono col nostro destino.
Anche se creature di rozza sostanza vitale sono attratte da ogni forma di creatività: tutti gli artisti, scrittori, musicisti sono in debito con una forza sconosciuta che dona loro ispirazione. Ecco, si tratta proprio delle bellissime ed invisibili Fate.

Che il loro regno sia nel bosco o su un isola deserta al largo del mare sono sempre vicino a noi.
Avalon è probabilmente l'isola delle Fate più famosa. Si narra che il leggendario Re Artù sia stato portato qui ferito a morte per essere curato da quattro regine e ora giaccia,
con i suoi cavalieri, nel cuore di una collina immaginaria, immerso in un sonno profondo, dal quale si sveglierà quando ci sarà il bisogno di governare le sue terre.

Il regno di questi esseri misteriosi e magici è talmente vasto da non poterlo sintetizzare totalmente in poche parole. Tante sono le figure che lo abitano e tanto strani sono i loro nomi e i loro poteri.
Ma è importante ricordare una cosa: la chiave per scorgerle al confine del buio o delle ombre è l'innocenza. Aprite il vostro animo alla purezza, al sentimento chiaro e infantile che scorreva nel vostro cuore e potreste intravedere una piccola luce che vi catturerà all'istante. Quella è una Fata.
Ma attenti: ci si può smarrire facilmente.

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Oleh