All'orizzonte, nei punti di confine, o
sotto i nostri piedi. Un velo che separa qualcosa di magico e
meraviglioso ma allo stesso tempo maligno e vendicativo. Si tratta
delle Fate.
Stranamente da quanto si possa pensare,
nel Nord Europa vi è una grande tradizione che le precede,
riti e misteri, superstizioni e credenze.
Non tutti possono permettersi di vedere
un vero e proprio abitante del regno delle Fate: ciò dipende
non solo dalla loro volontà ma anche da una nostra
caratteristica. Avere innocenza nel nostro cuore.
Ora vi spiegherete perché tanti
bambini disegnano esseri volanti e piccoli sui loro fogli colorati.
Il loro animo è puro, innocente,
trasparente.
Purtroppo gli adulti perdono queste
qualità e ritornano nel “buio”, nella realtà,
allontanandosi dal mondo fatato.
Ma che cosa sono le Fate? Da dove
vengono?
La mitologia norvegese racconta che le
larve che uscirono dal gigante Ymir si trasformarono in Elfi della
Luce ed Elfi delle Tenebre, i primi buoni e felici, gli altri oscuri,
malefici e abitatori del buio. La versione
islandese, invece, si
ricollega alla Bibbia: Eva, mentre lavava i suoi figli, vide Dio e
per paura nascose coloro che non aveva ancora pulito. Dio le chiese
se fossero tutti lì e lei rispose che solo i bambini alla luce
erano suoi. Così, i piccoli catturati dall'ombra divennero
Elfi e Fate e crearono il popolo di Huldre.
Secondo altre tradizioni, sono angeli
caduti, o spiriti pagani fermi nel “Purgatorio”, non abbastanza
buoni per il Paradiso e non abbastanza crudeli per l'Inferno, ma è
un'ipotesi improbabile, il mondo delle Fate è persino più
antico del cristianesimo di molti milenni.
Il termine Fata deriva dall'antico
“faunoe” che nella mitologia pagana indicava le compagne dei
fauni, creature capaci di predire il futuro e soprassedere agli
eventi umani. Ma proviene anche da “fatica”, parola che nel
Medioevo era sinonimo di “donna selvatica”, ovvero donna dei
boschi e del mondo naturale in genere.
Le loro terre sono nascoste ai nostri
occhi, alla nostra realtà: sono parallele al mondo umano ma
sempre collegate da un filo sottile. Possono svelarsi senza preavviso
e stabilire un contatto che poi verrà interrotto. Non viviamo
su stessi piani, anche se ci è dato vederci. Alcune Fate
rapiscono gli uomini o li maledicono, a loro piacimento. Da sempre
sono invidiose dei nostri sentimenti in quanto non posso sentire
come noi. Vorrebbero gioire o commuoversi ma a loro è
proibito, per questo spesso ci procurano guai o interferiscono col
nostro destino.
Anche se creature
di rozza sostanza vitale sono attratte da ogni forma di creatività:
tutti gli artisti, scrittori, musicisti sono in debito con una forza
sconosciuta che dona loro ispirazione. Ecco, si tratta proprio delle
bellissime ed invisibili Fate.
Che il loro regno
sia nel bosco o su un isola deserta al largo del mare sono sempre
vicino a noi.
Avalon è
probabilmente l'isola delle Fate più famosa. Si narra che il
leggendario Re Artù sia stato portato qui ferito a morte per
essere curato da quattro regine e ora giaccia,
con i suoi cavalieri,
nel cuore di una collina immaginaria, immerso in un sonno profondo,
dal quale si sveglierà quando ci sarà il bisogno di
governare le sue terre.
Il regno di questi
esseri misteriosi e magici è talmente vasto da non poterlo
sintetizzare totalmente in poche parole. Tante sono le figure che lo
abitano e tanto strani sono i loro nomi e i loro poteri.
Ma è
importante ricordare una cosa: la chiave per scorgerle al confine del
buio o delle ombre è l'innocenza. Aprite il vostro animo alla
purezza, al sentimento chiaro e infantile che scorreva nel vostro
cuore e potreste intravedere una piccola luce che vi catturerà
all'istante. Quella è una Fata.
Ma attenti: ci si
può smarrire facilmente.
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L'innocenza (spesso ingannevole) delle Fate.
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Oleh
Ilaria Amoruso