E
doveva essere gioia per un felice ritorno!
Che mi crediate o non mi crediate, che importa?
Tutto si compirà. E tu, pieno di dolore,
vedrai che ho detto soltanto la verità.
Che mi crediate o non mi crediate, che importa?
Tutto si compirà. E tu, pieno di dolore,
vedrai che ho detto soltanto la verità.
(Eschilo; Agamennone.)
Trad. Pier Paolo Pasolini 1960
Cassandra,
figlia di Ecuba e Priamo, con lo straordinario dono della preveggenza. Una preveggenza un po’ particolare,
poiché condannata dal dio Apollo, irato a causa de rifiuto rivoltole da lei, a
non essere mai creduta.
Il nome “Cassandra”
non è greco. La forma greca è “Alessandra” che significa “colei che respinge l’uomo”;
è dunque un nome “parlante” poiché la principessa troiana è caratterizzata
proprio da questo atteggiamento di diffidenza e ritrosia nei confronti delle
figure maschili (Apollo prima, Agamennone, poi)
Omero,
stranamente, nel suo poema non fa menzione delle facoltà profetiche della
fanciulla, descrivendola semplicemente come una principessa in età da marito. L’immagine
di Cassandra come profetessa inascoltata entrerà nell’immaginario comune solo
con le generazioni di poeti successive tra cui spiccano i nomi di Stesicoro e
di Pindaro, ma sarà con il teatro attico che acquisterà la profondità e la
complessità che la rendono tanto interessante.
Le capacità
profetiche di Cassandra sono particolari e profondamente diverse da quelle
degli altri profeti della tradizione mitologica greca. Platone nel “Timeo”
parla di due forme di divinazione: “μαντις “ che significa “pazzo, privo di
ragione” alludendo al momento di estasi del veggente che trasmette la sua
visione secondo il linguaggio divino e senza una mediazione di tipo razionale. Questo
tipo di veggenza genera delle profezie oscure e per niente comprensibili. L’altra
figura è la “προφητης” più cosciente e razionale: il messaggio appare più
chiaro e intellegibile. La vera peculiarità di Cassandra è però la maledizione
di Apollo che impedisce a chi la ascolta di credere a ciò che dice. Nella tradizione
mitologica e soprattutto nel teatro attico, raramente i profeti e gli indovini
vengono ascoltati dai protagonisti che, andando contro i consigli di questi
privilegiati, vanno incontro alla propria distruzione e a quella dei loro cari,
ma il rapporto tra Cassandra e Agamennone è profondamente diverso. Cassandra
partecipa attivamente alla tragedia dell’ eroe greco e , conscia dell’impossibilità
di essere ascoltata e di sventare la tragedia, accoglie il suo destino con
rassegnazione venendo investita, suo malgrado da una tragedia che non la
riguarda.
Molti indovini
e profeti restano inascoltati, ma nessuno paga un prezzo alto come quello che
Cassandra è costretta a pagare. Si dice “Nemo propheta in patria”, ma per la
principessa troiana questa condanna è totale e incontrovertibile. Cassandra è
una figura estremamente tragica che ha ispirato non solo gli antichi, ma che
cattura l’attenzione di poeti, tragediografi e scrittori moderni che ne danno
varie letture e le attribuiscono vari significati. La grandezza del personaggio
risuona ancora nei secoli e affascina ancora tanta gente e ne affascinerà
ancora.
La verità,
è difficile da accettare. La verità ferisce e quando ce la si trova di fronte,
è come un bel pugno in piena faccia. Come si può biasimare il povero Edipo
quando viene a sapere dall’indovino che, suo malgrado ha ucciso suo padre e
sposato la propria madre e che tutta la sua vita è bastata su un’enorme
menzogna? ovvio che è impossibile crederci. Come poteva Priamo credere
ciecamente ad un uomo che gli dice che suo figlio appena nato sarà la causa
della distruzione del suo regno?
La natura
umana è debole, ha bisogno delle sue piccole illusioni, e quando arriva
qualcuno che strappa il quel velo protettivo e scopre la verità nella sua
durezza e crudezza, crollano tutte le certezze. Che sia il veggente, o l’amico
saggio, sarà sempre visto come un usurpatore, qualcuno che sconvolge la quiete,
che opera una violenza; ma la verità, una volta saltata fuori non si può
evitarla. La si può negare fino allo stremo, ma prima o poi bisogna fare i
conti con essa.
Con il
senno di poi, tutti quanti hanno dato ragione a Cassandra, ma se l’avessero
ascoltata prima, magari, avrebbero potuto evitare il disastro.
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Ore 12 - E tu,vedrai che ho detto soltanto la verità.
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Oleh
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