lunedì, gennaio 14, 2013

Ore 12 - E tu,vedrai che ho detto soltanto la verità.



E doveva essere gioia per un felice ritorno!
Che mi crediate o non mi crediate, che importa?
Tutto si compirà. E tu, pieno di dolore,
vedrai che ho detto soltanto la verità.

(Eschilo; Agamennone.)
Trad. Pier Paolo Pasolini 1960

Cassandra, figlia di Ecuba e Priamo, con lo straordinario dono della  preveggenza. Una preveggenza un po’ particolare, poiché condannata dal dio Apollo, irato a causa de rifiuto rivoltole da lei, a non essere mai creduta. 

Il nome “Cassandra” non è greco. La forma greca è “Alessandra” che significa “colei che respinge l’uomo”; è dunque un nome “parlante” poiché la principessa troiana è caratterizzata proprio da questo atteggiamento di diffidenza e ritrosia nei confronti delle figure maschili (Apollo prima, Agamennone, poi)

Omero, stranamente, nel suo poema non fa menzione delle facoltà profetiche della fanciulla, descrivendola semplicemente come una principessa in età da marito. L’immagine di Cassandra come profetessa inascoltata entrerà nell’immaginario comune solo con le generazioni di poeti successive tra cui spiccano i nomi di Stesicoro e di Pindaro, ma sarà con il teatro attico che acquisterà la profondità e la complessità che la rendono tanto interessante.

Le capacità profetiche di Cassandra sono particolari e profondamente diverse da quelle degli altri profeti della tradizione mitologica greca. Platone nel “Timeo” parla di due forme di divinazione: “μαντις “ che significa “pazzo, privo di ragione” alludendo al momento di estasi del veggente che trasmette la sua visione secondo il linguaggio divino e senza una mediazione di tipo razionale. Questo tipo di veggenza genera delle profezie oscure e per niente comprensibili. L’altra figura è la “προφητης” più cosciente e razionale: il messaggio appare più chiaro e intellegibile. La vera peculiarità di Cassandra è però la maledizione di Apollo che impedisce a chi la ascolta di credere a ciò che dice. Nella tradizione mitologica e soprattutto nel teatro attico, raramente i profeti e gli indovini vengono ascoltati dai protagonisti che, andando contro i consigli di questi privilegiati, vanno incontro alla propria distruzione e a quella dei loro cari, ma il rapporto tra Cassandra e Agamennone è profondamente diverso. Cassandra partecipa attivamente alla tragedia dell’ eroe greco e , conscia dell’impossibilità di essere ascoltata e di sventare la tragedia, accoglie il suo destino con rassegnazione venendo investita, suo malgrado da una tragedia che non la riguarda.
Molti indovini e profeti restano inascoltati, ma nessuno paga un prezzo alto come quello che Cassandra è costretta a pagare. Si dice “Nemo propheta in patria”, ma per la principessa troiana questa condanna è totale e incontrovertibile. Cassandra è una figura estremamente tragica che ha ispirato non solo gli antichi, ma che cattura l’attenzione di poeti, tragediografi e scrittori moderni che ne danno varie letture e le attribuiscono vari significati. La grandezza del personaggio risuona ancora nei secoli e affascina ancora tanta gente e ne affascinerà ancora.



La verità, è difficile da accettare. La verità ferisce e quando ce la si trova di fronte, è come un bel pugno in piena faccia. Come si può biasimare il povero Edipo quando viene a sapere dall’indovino che, suo malgrado ha ucciso suo padre e sposato la propria madre e che tutta la sua vita è bastata su un’enorme menzogna? ovvio che è impossibile crederci. Come poteva Priamo credere ciecamente ad un uomo che gli dice che suo figlio appena nato sarà la causa della distruzione del suo regno?
La natura umana è debole, ha bisogno delle sue piccole illusioni, e quando arriva qualcuno che strappa il quel velo protettivo e scopre la verità nella sua durezza e crudezza, crollano tutte le certezze. Che sia il veggente, o l’amico saggio, sarà sempre visto come un usurpatore, qualcuno che sconvolge la quiete, che opera una violenza; ma la verità, una volta saltata fuori non si può evitarla. La si può negare fino allo stremo, ma prima o poi bisogna fare i conti con essa.

Con il senno di poi, tutti quanti hanno dato ragione a Cassandra, ma se l’avessero ascoltata prima, magari, avrebbero potuto evitare il disastro.

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Oleh