fotografia di Jaime Ibarra |
“Era d'altronde uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla. Si sarà notato che essi osservano il loro destino nel modo in cui, i più, sono soliti osservare un giornata di pioggia.”
Hervé
Joncour è immobile dinanzi al suo destino. La sua esistenza
viene programmata prima da suo padre e poi da Baldabiou. Ma lui non
si oppone: prima diventa militare, poi acquista e vende bachi da
seta. Tutto scorre tranquillo nel piccolo paese di Lavilledieu, con
sua moglie Hélène. Alessandro Baricco lo presenta così
nel suo breve racconto visionario Seta.
Ma sarà
proprio il suo lavoro a spingerlo in un nuovo mondo oltremare: il
Giappone.
Finalmente qualcosa
cambierà, si romperà: Hervé amerà
una ragazzina dagli occhi non orientali, proprietà del signore
Hara Kei, il rivenditore di quelle piccole e minuscole uova.
Joncour aspettava
che la sua vita fosse condotta dagli altri. Lasciava che tutto
piovesse dinanzi ai suoi occhi, che l'acqua trasportasse i suoi
eventi e non lo sconvolgesse. Ma poi la piena: quella ragazzina dallo
sguardo penetrante colpisce la sua anima addormentata. Il desiderio
si infiamma, si riaccende la forza di combattere, di attraversare
distese di terra e oceani pur di poterla rivedere. Hervé non
conoscerà mai il suono della sua voce, ma potrà sentire
il suo tocco, invisibile, come quello della seta.
Un uomo prudente
alla ricerca della passione e della gioia di vivere.
Il francese ha
rinchiuso nella sua gabbia interiore ogni sua emozione e aspetta, con
calma apparente, di aprirne le porte e spalancarle alla felicità.
Come la voliera che Hara Kei possiede nella sua dimora, ricca di
uccelli. Li libera solo quando gli accade qualcosa di straordinario.
La ragazzina
romperà quel ferro e farà volare le sue mille e
sfaccettate emozioni.
Ma questo percorso,
così ambiguo e così leggero e soave, porterà ad
una consapevolezza più alta e differente.
Per quanto Hervé
brami la ragazzina dagli occhi occidentali, l'amore per sua moglie
sarà la sostanza con cui riempire quella gabbia, in cui prima
o poi tutti gli uccelli liberati ritornano.
Hélène
è una donna elegante e dalla voce bellissima, ma sopratutto
intelligente: capirà e comprenderà i moti del cuore del
marito e addirittura scriverà una lettera, fingendo che sia da
parte della famosa sconosciuta dal volto da ragazzina.
Tradotta in
giapponese da Madame Blanche, sarà carica di amore ed
erotismo, in una danza di corpi che preannuncia una fine. “Non ci
vedremo più, signore. Quel che era per noi, l'abbiamo fatto, e
voi lo sapete. Credetemi: l'abbiamo fatto per sempre. Serbate la
vostra vita al riparo da me. E non esistate un attimo, se sarà
utile per la vostra felicità, a dimenticare questa donna che
ora vi dice, senza rimpianto, addio.”
E Joncour porterà
dentro di sè il ricordo di un amore consumato su un foglio
bianco carico di significato.
Solo con la morte
della moglie avrà la sua più grande epifania: Madame
Blanche confermerà i suoi dubbi e metterà allo scoperto
il grande peso portato da Hélène in silenzio. “
Sapete, monsieur, io credo che lei avrebbe desiderato, più di
ogni altra cosa, essere quella donna.” Avrebbe desiderato essere
colei che ha acceso l'anima dell'uomo.
Questo gesto
riempierà realmente il suo cuore: l'amore per Hélène
sarà eterno. E Hervé Joncour potrà richiudere la
serratura di quella gabbia, e vivere il resto della sua vita, ancora
una volta, da spettatore.
“Ogni tanto, nelle giornate di vento, scendeva fino al lago e passava ore a guardarlo, giacché, disegnato sull'acqua, gli pareva di vedere l'inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita.”
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Vita. Seta. Spettacolo quieto.
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Oleh
Ilaria Amoruso