La domanda iniziale che tiene
banco nelle prime pagine del fumetto, è la stessa a cui mi sono
sottoposto anch'io approcciando la lettura della nuova fatica di
Zerocalcare, Kobane
calling. Perché
Kobane? Perché recarsi in prima persona nei luoghi insanguinati da
un confitto pluriennale, perché parlare di Isis? La risposta è
tutta racchiusa in un'immagine dai pixel fuori fuoco, un groviglio
indistinto, che rimane tale, fino a quando un personaggio se ne esce
con: “Questa è la nostra battaglia decisiva. Tutti gli uomini e le
donne che hanno a cuore la libertà e l'umanità, oggi dovrebbero
essere a Kobane” E allora quell'ammasso di pixel piano piano si fa
nitido e scopriamo che si tratta del cuore. Non
di uno qualsiasi. Il tuo.
Kobane calling è un graphic
novel, un fumetto che racconta le impressioni di viaggio di due
esperienze di Michele
Rech, in arte
Zerocalcare, nelle terre tra la Turchia, la Siria e l'Iraq, in quel
lembo di terra che qualcuno si ostina a chiamare Kurdistan. Tutta la
sua attenzione è rivolta verso il popolo curdo, nazione senza stato,
nazione che si frappone tra l'avanzata dello Stato Islamico e il
“nostro” Occidente. Nazione che nonostante tutto rimane
abbandonata a se stessa.
Il primo viaggio lo porta al
piccolo villaggio turco di Mehser, a poche centinai di metri da
Kobane, una cittadina con importanza strategica pari a zero, ma vera
linea di confine oltre alla quale Daesh non è riuscita ad andare. La
Stalingrado moderna, l'ultimo baluardo, tenuta coi denti, persa e poi
riconquistata dal popolo curdo. Nel secondo viaggio si addentra
invece nelle terre del Rojava, lembo di terra suddivisa in tre
cantoni (più o meno comunicanti a seconda dell'avanzata o del
ripiegamento dei vari eserciti) e regione proclamata autonoma dai
curdi siriani, retta da un avanzato confederalismo democratico,
regolato da una sorta di contratto sociale, basato sulla convivenza e
sulla diversità.
Autore e protagonista di
questa avventura è Zerocalcare. All'anagrafe Michele Rech. Nasce ad
Arezzo il 12 dicembre 1983, trascorre i primi anni in Francia e poi
si stabilisce a Roma. Rebibbia diventa la sua patria. Il nome
Zerocalcare viene scelto, quasi per caso, al momento dell'iscrizione
a un forum di discussione su internet, ispirandosi ad uno spot
televisivo in voga ai tempi. La sua prima attività da fumettista
risale alla fine delle scuole superiori, periodo in cui realizza un
racconto a fumetti ispirato alle giornate del G8 di Genova,
nell'estate del 2001. A
partire dal 2003
lavora come illustratore presso alcune riviste tra cui il quotidiano
Liberazione,
il settimanale Carta,
con il mensile la
Repubblica XL
e la divisione online della DC
comics. Nel 2011 avvia un blog a fumetti, zerocalcare.it
in cui pubblica brevi racconti a sfondo autobiografico. Nel corso del
tempo inanella diversi premi e riconoscimenti vari, ampliando così
la schiera di occhi interessati. Le
sue opere principali sono: La
profezia dell'armadillo,
Edizioni
Graficart
2011, Un
polpo alla gola,
BAO
Publishing
2012,Ogni
maledetto lunedì su due,
BAO
Publishing
2013, Dodici,
BAO
Publishing 2013,
Dimentica
il mio nome,
BAO
Publishing 2014,
L'elenco
telefonico degli accolli,
BAO
Publishing
2015, Ferro
e piume,
Internazionale
(n.
1122) 2015.
Tornando alla sua ultima
fatica, Kobane calling, ciò che si riscontra immergendosi
della lettura è l'approccio meno personale rispetto ai lavori
precedenti, ma sicuramente più impegnato. I termini grafici, meno
armadillo e più mammut. L'armadillo è l'elemento grafico che
rappresenta la coscienza dell'autore. Il mammut invece da voce al
senso di appartenenza, direi quasi con valenza sociale, se non
addirittura politica. Calcare
riesce a rendere quotidiano e nostrano i volti e le vicende umane
totalmente estranee al nostro guardare e sentire giornaliero. I
lontani scenari di guerra, le tragiche vicende di persone dai nomi
complicati sembrano tradotte in una lingua accessibile a tutti, più
facili da digerire, anche attraverso
l'ironia, il prendersi poco sul serio e i tratti malinconici.
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Kobane Calling - Zerocalcare
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Oleh
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