In questo
inizio mese tinto di rosa, mi sono lasciato tentare dall'opera di
esordio dela scrittrice Simonetta Sciandivasci, La domenica
lasciami sola. Superate le reticencenze - grazie alla splendida
copertina e al consiglio di una amica - per cui la si voleva come una
lettura dedicata unicamente al gentil sesso, posso confessare di aver
fatto una piacevole scoperta.
Simonetta
Sciandivasci, leva 1985, è nata a Tricarico e cresciuta tra Matera e
Ferrandina; attualmente vive a Roma. Ha collaborato con A,
Donneuropa, Il
Giornale, Pagina99,
Nuovi Argomenti
e Il Foglio,
occupandosi di cultura, moda, costume sulla sua rubrica “Gioco
Maschio”. Con il romanzo La domenica
lasciami sola, edito
da Baldini&Castoldi
nell'ottobre
del 2014 si affaccia a pieno diritto al mondo letterario italiano. Si
tratta di un libro esilarante, zeppo di ironia e rovesciamenti di
luoghi comuni.
E' un
impasto di riflessioni masticate e rimasticate,
di
dialoghi spassosi che in alcuni passaggi paiono estratti
di
copioni teatrali alla Carver.
Per
farla breve è il racconto delle dissavventure della protagonista, la
signorina S, alle prese con il folgorante incontro con l'uomo della
sua vita, Alessandro, che, storpiando il classico motto cristiano,
ama il calcio come se stesso. Le avventure narrative hanno inizio
nella serata della finale di Champions,
Atletico
Madrid vs Real Madrid. La signorina S è alle presa con la visione
solitaria di questo epico match, mentre la sua attenzione rimbalza
tra il tentativo di memorizzare
in
quale porta debba segnare quale squadra
e
la comprensione
della
decisione di
Alessandro,
ragazzo appena conosciuto in una strana serata al pronto soccorso, il
quale ha preferito
la
visione di questa partita piuttosto che uscire assieme a lei. Da qui
prende piede
un’
approfondita e spietata analisi di confronto tra
l’universo
maschile e quello femminile, attraverso l'uso di
linguaggi,
atteggiamenti, reazioni e sogni colorati di azzurro e di rosa.
Da ultimo, riporto un punto del prontuario con i vari consigli alle
signorine, da sfoderare in casi di estrema necesità:
Se non riuscite a trattenervi dal chiedere cosa accidenti sia il fuorigioco (d’altro canto tacere per novanta minuti dentro il vostro salotto può essere pesante) e lui dovesse schernirvi per questo, ribattete con qualcosa di filosofico, alla Gorgia, tipo: «Nulla esiste; se anche il fuorigioco esistesse, non sarebbe conoscibile; se anche il fuorigioco fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile agli altri». D’altronde, potrebbe anche essere arrivato il momento di cambiare i termini di questa annosa querelle e stabilire, appunto, che non sono le donne a non capire, ma o gli uomini a non saper spiegare o il problema a non sussistere. Pensate in grande, potreste essere le iniziatrici di una rivoluzione copernicana. Immaginatevi il capitolo di un sussidiario del Tremila dopo Cristo: «Anni zero, la donna scopre che il fuorigioco non esiste».
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Simonetta Sciandivasci: La domenica lasciami sola
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5
Oleh
Unknown