martedì, agosto 19, 2014

Guccini vs De Luca #2



Sono ancora lì i nostri due narratori, seduti uno di fronte all'altro. Nella mia mente in cattività si confrontano con le pagine dei loro due libri (Dizionario delle cose perdute, Francesco Guccini; Alzaia, Erri De Luca) e nel mio raccontare, viso a viso con le carte da gioco in mano. Solo le carte e il vino che si accumula li separa. (Per vedere come tutto ha avuto inizio si può fare un salto qui).
Ad un certo punto qualcuno fa tremare il tavolo di appoggio, forse per colpa di un movimento poco coordinato. E' De Luca allora a riprendere in mano il gioco, calando la citazione di Isaia, Ubriachi (Alzaia, p.124) "Vacillerà terra come un ubriaco", riprendendo il tremolare incerto come fosse un terremoto. Non ha lunga esitazione il suo avversario che cita quindi, senza lesinare sulle roboanti risa, i Liquori (Dizionario, p.79), liquori fatti in casa. Guccini spezza infatti la gravità dei salmi, raccontandoci di alcuni liquori che in tempi passati, nella casa dei suoi nonni, prendevano vita in tempi natalizi: complicate soluzioni alchemiche contro distillati di magiche pozioni, per coprire le carenze di tempi più duri, per abbagliare i pargoli con intrugli da strega.
Riprendendo però gli abiti cuciti ad hoc per questo suo narrare di cose perdute - abiti di vecchio lamentoso che fatica a ritrovarsi - Guccini propone la sua nuova mano e parla di Naia (Dizionario, p. 90) con quel tono che sa di " Ah, i giovani d'oggi", che non porta proprio il suo nome. Del servizio militare obbligatorio, dei soldati nuovi appunto, delle leggende di quei mesi di attesa prima e di sopravvivenza poi, e infine di alcuni sprazzi della sua esperienza.
Ad ogni parola però, Erri (perdonate il passaggio al nome) assume un'aria composta, seria. E' da quando è cominciata questa manche che fatica a sollevare i muscoli del ridere, ma ora la sua maschera è di marmo. A sentire parlare di soldati, seppur in tono semiserio, butta sul tavolo il Sabato (Alzaia, p. 102). Ha gli occhi che parlano di questa estate 2014 (vogliate ancora scusarmi per la scelta, ma per me questo agosto porta anche queste cicatrici) di un lembo di terra che gronda sangue e dice della guerra, degli uomini che si fanno soldati, di nuvole arrabbiate che non distinguono i volti;  ma si spinge oltre, fino a darci una notizia di Dio presa nuovamente dai salmi: "Fa cessare guerra fino ai termini del mondo". Non è pago però, indaga il ancora verbo usato nella frase attribuita a Dio. E' lo stesso infatti che viene usato per il giorno del sabato, ci dice, per il riposo settimanale. "Non ci sono buone notizie su di noi, il Mediterraneo nostro è salato di sangue. Dio può solo dare un sabato alle guerre".
Il secondo confronto finisce qui. Non ci sono altre carte da mischiare.

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Oleh