venerdì, giugno 20, 2014

La Disney cambia strada.

Fin dal 1937, con la diffusione di  “Snow White and the Seven Dwarfs” la Disney si preoccupò di incentrare il suo magico film d’animazione sulla differenza tra bene e male, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Le favole tradizionali vedevano il mettersi in atto di una situazione molto semplice da comprendere.
I protagonisti indiscussi erano i buoni: le principesse, i guerrieri  o i poveri orfani, assoggettati al potere malvagio dei cattivi.
La Disney continuò su questa linea per moltissimi anni, passando per Cenerentola,  La Bella Addormentata nel Bosco e la celeberrima Sirenetta.
Dopo 75 lunghi anni di principesse, ingiustamente torturate da regine cattive, ed eroicamente salvate dal vero amore, finalmente arriva la tanto attesa svolta:  Frozen.
Le protagoniste sono due donne bellissime, due sorelle, sole a capo di un unico Regno. Arrivati ai giorni nostri, possiamo però dire che la situazione sia cambiata quasi radicalmente.
Per arrivare al famoso “Happy Ending”, Elsa ed Anna non hanno affatto bisogno di un principe su un cavallo bianco, bensì sarà la loro determinazione, ma soprattutto l’affetto che le lega, che le condurrà verso l’inevitabile lieto fine.
Finalmente le donne sono l’avventura; gli uomini, invece, anche se belli, forti ed innamorati, fanno solo da contorno nello svolgersi della storia.
Frozen rappresenta una vera e propria rivoluzione all’interno della consuetudine Disney.
Ma perché si è arrivati a tale trasformazione di vedute?
La Disney ha evidentemente deciso, negli ultimi anni, di reinventarsi e  di modificare quelli che sono i veri punti cardine che l’hanno sempre caratterizzata fino ad oggi, senza però stravolgerli.
I classici Disney, infatti, presentano una concezione di vita e di società molto lontana da quella attuale, o quasi incompatibile.
Per questo la famosa azienda ha deciso di cambiare rotta, e di abbandonare gli stereotipi solitamente proposti, che difficilmente si sposano con la società attuale.

 

Tale esigenza di cambiamento è testimoniata anche dalla celebre serie televisiva “Once Upon a Time”, (apparsa per la prima volta sugli schermi statunitensi nell’ottobre 2011).
La serie vede Biancaneve, non solo come una principessa candida e pura, ma anche come una vera e propria indomabile guerriera.
Capitan Uncino è solo un marinaio che, affranto dalla perdita del fratello, causata delle esigenze di un avido re, decide di ribellarsi al sistema, diventando un pirata senza alcun indugio.
Peter Pan, invece, è un uomo immaturo ed egoista che, per poter magicamente ritornare giovane, decide di abbandonare il suo povero figlio, trasferendosi da solo, sulla famigerata “Isola che non c’è”.
Apice di questa splendida modernizzazione è ovviamente “Maleficent” film uscito nelle sale nel 2014.
Nel 1959 la Disney ci proponeva la storia della bella addormentata del bosco.
La protagonista era una piccola principessa, colpita dalla fatale maledizione della malvagia “Malefica”, che infuriata per non essere stata invitata al battesimo della principessina, le scaglia contro un sortilegio che l’avrebbe vista cadere in un sonno profondo ed eterno, al compiersi dei suoi 18 anni.

La Disney nel 2014 ha deciso di stravolgere completamente la storia, raccontando il vero motivo per cui Malefica era così tanto adirata con la famiglia reale.
Alla fine dell’avventura, lo spettatore inevitabilmente simpatizza per Malefica, descritta nel corso della storia come una giovane e bellissima fata, alla quale sono state rubate le ali da un uomo avido di potere, che ingannandola l’aveva fatta innamorare di lui.
Ora cambia tutto! Malefica non è più vista come la strega malvagia del 1959. Ella, si rivela essere solo una povera fata, col cuore spezzato e senza le ali, che cerca di vendicare il proprio orgoglio di donna e di creatura magica.
La Walt Disney Company, perciò, non è solo la leader assoluta per l’intrattenimento dell’infanzia, ma è anche riflesso di come il mondo sta cambiando, ma soprattutto, di come il cambiamento possa giovare ad un’azienda che ha costruito le sue basi solide su una società molto diversa da quella attuale, piena di problemi e contraddizioni.

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