martedì, marzo 04, 2014

Go be the stranger, cronaca di una rinascita.








“Va’ e sii quello che continua 
 a combattere                                                                                                                                                          
 Va' sii lo straniero
 Basta che metti i piedi uno avanti all’altro
 Canta come il gallo
 Ci è permesso prenderci qualcosa
 Liberi come un pericolo”


“Volteggiare sulle strade delle stelle
  E correre via
  Scopri quel che sei
  Faccia a faccia
  Una volta che ne hai avuto abbastanza
  Prosegui
  Non dimenticare di amare
  Prima di andare”

Stavolta incomincio da una canzone, The Immortals dei Kings of Leon. Leggendo il testo mi viene in mente una strada nel deserto durante il tramonto e una persona che cammina lentamente, un piede dopo l’altro verso qualcosa che nessuno conosce, forse neanche lui (o lei) sa dove sta andando, ma il suo cuore la sta portando verso quel qualcosa che sta cercando. Questo può essere l’inizio di una rinascita: la ricerca di qualcosa o di qualcuno che ci porti ad essere diversi, magari più coraggiosi, magari potremmo diventare finalmente quello che continua a combattere, lo straniero che vuole trovare la sua strada e che si perde tante volte mentre la cerca, perché rinascere vuol dire continuare o anche incominciare a lottare.
O forse la rinascita può PARTIRE dall’incontro con una persona che ci spinge ad essere liberi, io sono convinta che prima o poi ci sarà qualcuno che ci cambierà totalmente, che ci prenderà per mano e ci porterà su strade nuove, perché nel deserto non ci si deve camminare per forza da soli. È sicuramente una visione ottimistica della vita e molto probabilmente tanti di voi staranno ridendo come i matti e penseranno che sono una stupida, l’unica cosa che posso dire è che se fosse stato un periodo normale della mia vita, non ci avrei creduto neanche io a questa cosa della rinascita e ci avrei anche riso su, ma questi sono mesi strani. E senza fare troppi discorsi inutilmente complicati e noiosamente lunghi, vi posso dire che dopo un periodo buio nel quale ci si sente davvero troppo soli e fuori luogo ovunque e non ci si sente a casa da nessuna parte, arriva qualcuno che ti salva, che ti solleva dall’acqua proprio mentre ti sembra di affogare e tu la maggior parte delle volte te ne accorgi dopo, capisci di essere fuori dall’acqua quando stai già volando e forse è meglio così perché puoi guardarti alle spalle e dire “è passata”.
A salvarti può essere qualcuno o qualcosa, ma per non affondare devi metterti in gioco, devi toccare il fondo per poi darti una spinta e risalire, niente è tuo se non combatti, ma ne vale pena, davvero. Quando sei sereno, non dico neanche felice, ti si aprono nuove porte, conosci persone nuove, vedi film, leggi libri, scrivi.

Per me rinascere vuol dire ricominciare a sognare, l’unica cosa che ci tiene ancorati alla realtà, pensare a viaggi infiniti in macchina con il sole in faccia, sognare Parigi, l’Irlanda e l’America, stare immobile davanti al computer a guardare foto di posti che non sai neanche dove siano, ma qualche secondo dopo accorgermi di essere seduta alla scrivania con la penna blu in mano e il quadernetto con la copertina di pelle marrone sotto con ancora tante pagine da riempire. E forse non lo riempirò mai quel maledettissimo quaderno che ho cercato per mesi e che alla fine ho trovato in una piazza sperduta di Lecce, perché ogni volta che mi siederò per scrivere, il mio sguardo cadrà su un dettaglio della stanza e guardando il vuoto, ricomincerò a pensare a mille cose. Ma rinascere vuol dire anche sorridere quando si sente una bella canzone, la voce profonda del tuo cantautore preferito che rimane sospesa nell'aria silenziosa della stanza e il suono che fanno le corde della sua chitarra quando la posa a terra, nel momento in cui ti accorgi che un film ha davvero cambiato qualcosa di te, quando leggi una bella frase di un libro o semplicemente quando un amico pensa a te la sera tardi, anche se è stanco e anche se ha avuto una brutta giornata ti chiede come stai e ti dice che è contento di sentirti dopo tanto tempo, anche se magari non ci parli dalla sera prima o se ti manda solo un messaggio per darti la buonanotte.
Rinascere è tutto questo e non solo.
Per me è stato un viaggio a Roma l’estate scorsa che mi ha fatto tornare la voglia di viaggiare, di muovermi, di conoscere gente nuova e un nuovo gruppo di amici che mi ha praticamente salvato la vita. Da quel momento ho smesso di farmi buttare giù da ogni cosa e penso di aver fatto qualche passo in più.
Non voglio fare la parte di quella che dice “tutto finisce prima o poi, tranquillo” perché quando ci sei dentro, ad un brutto periodo intendo, non ci pensi al tempo che aggiusta le cose e a quelle altre frasi che ti dicono tutti, ma credi solo che potrà andare ogni giorno sempre peggio e quindi vi dirò soltanto di aspettare ma soprattutto di mettervi in gioco. La felicità e la tristezza sono attimi, nulla di più. Godeteveli, dal primo all’ultimo.

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