La famiglia americana a partire dagli
anni '80 è stata rappresentata nei film come sempre più
problematica, allargata e nevrotica, andando a ledere i modelli della
famiglia perfetta che veniva di solito dipinta nei film a stelle e
strisce. I più piccoli di casa diventano sempre più protagonisti,
diventando spesso le colonne portanti di film che poi hanno fatto la
storia di una parte del cinema per ragazzi che ancora oggi è
acclamata. Spesso questi bambini o ragazzi devono confrontare la loro
età con il mondo degli adulti, prendendo a volte il posto dei loro
genitori, o cacciandosi in guai così grandi che li porta a dover
comportarsi da grandi pur non essendolo.
Quello che viene rappresentato in
questi film è un dipinto perfetto di tutte le paure e le fobie degli
americani, di qualunque età, e tutti sono costretti a far i conti
con quello che temono di più.
Un esempio di quello che vi sto
illustrando è 'Mamma, ho perso l'aereo' un classico per le
famiglie, che resta ancora oggi uno dei più visti nel periodo
natalizio. Il film del 1990 di Chris Columbus, con protagonista uno
strabiliante Macaulay Culkin nei panni del piccolo Kevin, illustra
fobie e paure di una classica famiglia americana e dei bambini
dell'età del protagonista, la solitudine, l'ansia per un figlio, la
ricerca della ricchezza, la violenza, la sopraffazione. Direte...
bah, ma è solo un ragazzino che combina guai. Attraverso una storia
così semplice (e abbastanza assurda), in verità vengono mostrati
tanti nei della società americana della fine degli anni '80.
Kevin è il classico bambino viziato
combina guai e si rapporta con una famiglia in cui la sua esuberanza
è talmente poco sopportata da essere scansato da tutti, tanto da
esser messo in castigo in soffitta la notte prima di partire per le
vacanze di Natale. La sua distratta famiglia non si accorgerà
neanche subito che il bambino non è partito con loro, tanto presa
dalla lussuosa vacanza a Parigi, tra zii e cugini, tra fratelli e
genitori distratti.
Nel film ci viene mostrato un bambino
che ha una smania di essere grande, forse come un po' tutti, ma che
cerca di essere grande per evitare tante paure, dalla solitudine,
alla nostalgia dei suoi genitori, dalle paure che ogni bambino che
resta da solo in casa può accumulare, dalla paura dell'intrusione di
estranei. Perchè i personaggi dei due ladri sono indispensabili
della storia, è grazie a loro che il bambino viene fuori, Kevin li
affronta con astuzia e piani diabolici, ma solo perchè è un
bambino, solo perchè ha paura.
I ladri rappresentano anche la paura
del cambiamento nella società americana, la famiglia ricca che
diventa preda di chi in un periodo non florido diventa 'brigante' e
saccheggiatore, i nuovi ricchi diventano la preda più gustosa di chi
senza scrupoli, per superare la propria 'paura' di essere dietro a
tutti non si ferma neanche davanti ad un bambino.
La famiglia
di Kevin si ricorda cosa significa essere davvero una famiglia solo
quando ha la paura di perdere uno di loro. La mamma di Kevin
(interpretata da una magistrale Catherine O'Hara)
va in crisi quando si accorge di aver smarrito il più piccolo di
casa, solo allora tutte le fobie da mamma prendono il sopravvento,
rendendola isterica, nevrotica, ma mai rinunciataria, la paura la
spinge a fare qualsiasi cosa pur di riavere suo figlio, anche ciò
che una donna borghese apparentemente perfetta non farebbe mai.
A questo punto fobie dei
bambini e degli adulti si incrociano, anche i ladri ad un certo punto
sono impauriti da limiti che non riescono a superare.
Tutti però condividono
oltre alle paure il coraggio, il coraggio di affrontarle, il che
conduce al lieto fine del film.
Il coraggio è l'unica
cosa che riesca a far superare ad ognuno le proprie fobie, persino
quella della solitudine, la fobia che ognuno di noi ha, e che sembra
la più difficile da superare, perchè potrai anche far parte di una
grande famiglia come quella di Kevin, ma questo non vuol dire non
essere soli, se nessuno ti capisce o cerca di farlo.
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Mamma, ho perso le mie paure!
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Oleh
spiceboy88