mercoledì, gennaio 16, 2013

Lettera al Lettore - Reach out and touch the Sound of Silence

Sono dell'idea che sia il silenzio la maggior causa di morte dell'era moderna. ma non il silenzio imbarazzato, o il silenzio colpevole o quello complice o qualsiasi altro tipo di silenzio che è possibile qualificare . no, io intendo quel silenzio che nasce dal bisogno spasmodico di riempirlo, quel silenzio, di dire qualsiasi cosa per riempirlo. perchè questo bisogno nasce dall'incapacità di creare e interpretare i silenzi e quindi le parole e i loro significati, che non si trovano solo sul vocabolario in quanto vari e variabili, molti e molteplici, a seconda delle miriadi di circostanze che si trovano le parole ad attraversare per raggiungere il loro destinatario.
allo stesso modo, per il silenzio è mutevole la posizione che assume nel discorso dell'esistenza, della connessione che esiste tra le persone che condividono quel silenzio come una forma di pane, come un ciocco nel fuoco d'inverno.
alcune persone trovano che abbia un valore accettabile solo quello che è possibile toccare con mano e osservare con tutti i sensi, senza badare alle SENSAZIONI. persone tristi e triste, che non sono in grado di apprezzare la sottile musicalità di ogni singola parola e, di conseguenza, l'importanza di ogni singolo e impalpabile attimo di silenzio. perchè se anche è vero che per pensare è indispensabile l'uso della parola (o, meglio, per rapportare il pensiero al mondo esterno è indispensabile, poichè il pensiero è libero da vincoli mentre il ragionamento è inestricabilmente legato a binari di parole e razionalità) pericoloso è avventurarsi oltre le sicure, calde e confortevoli frontiere della parola perchè è nel silenzio che il sogno si forma, il colpo d'ala che dà inizio ad ogni RAGIONAMENTO, il colpo di vento che fa sventolare come una bandiera ideale la mente nella brezza dell'immaginario.
sia il silenzio inqualificabile che si è incapaci di comprendere e riempire di se stesso, sia il bisogno di occuparlo e violentarlo con parole prese prepotentemente dal loro limbo di ideale letargo sono entrambi figli di un consumismo che si esprime a tutti i livelli della vita quotidiana, sotto forma di automatismi a livello psicologico, sotto forma di smania di acquistare e consumare, consumare e acquistare freneticamente a livello economico e sociale.
questo consumismo, che è sulla bocca di ogni presunto culturaloide (se mi si passa il termine inventato di sana pianta. ah, è vero, qui il pezzo lo scrivo io e le regole sono le mie. perciò, che culturaloide sia) è figlio, padre e fratello del dio denaro che agisce per via di madre america e padre ignoto, e porta l'uomo a consumare e consumarsi sempre più freneticamente, in un caleidoscopio di incomprensibile incoscienza e incostanza, a cibarsi (a ILLUDERSI di cibarsi) di ombre.
il silenzio qualificabile ha un peso proprio, paragonabile a (e imparentato con) il peso delle parole.
il silenzio inqualificabile si NUTRE di parole, richiedendone sempre di più, annullandone peso e valore.
così come il buio necessita della luce per esistere e viceversa, anche il silenzio VERO (qualificabile) e le parole vivono in simbiosi. è parassitica, al contrario, la "vita" del silenzio-buco nero, che come fa il frastuono che impedisce di sentire e ascoltare le singole parole, i singoli discorsi, le singole PERSONE per azzerarle nella MASSA, ottenebra le menti e i discorsi, disperdendo in sè ogni parola come fumo nel fumo, nel continuo vortice dell'incomprensibilità.
questa mancanza di peso nelle parole porta anche l'anima ad un'assenza di peso che può essere perniciosa, e siccome anima e mente sono la stessa cosa, schiavizzare l'una è schiavizzare l'altra. allo stesso modo, basta liberarne una perchè sia libera anche l'altra. l'assenza di peso dell'anima porta ad una volubilità e ad una volatilità perniciose.
il silenzio ha un suo peso, un suo suono ed anche una sua gestualità. è silenzioso ogni gesto consapevole, che produca o meno nella realtà fisica un rumore. è silenzio consapevole ogni momento di silenzio scelto.
ritaglia, lettore, all'interno della tua giornata anche un solo, singolo istante di silenzio, pesante di ogni singolo pensiero irripetibile e unico che ti attraversa la mente, di ogni singolo atto che stai facendo, che hai fatto o che hai intenzione di fare. esci dai limiti imposti dall'abitudine a pensare per automatismi, trova nei gesti della quotidiana routine l'unicità del singolo movimento e del singolo attimo, poichè solo nell'attimo vi è eternità.
gli alchimisti cercavano la ricchezza dell'oro e l'inestinguibilità della vita nella pietra filosofale, tu cercala nell'ineluttabilità dello scorrere del tempo, fa che sia il tempo stesso prolungamento della tua esistenza. non vivere con lentezza, ma prenditi il tempo di cui hai bisogno per PROTENDERE LE MANI E TOCCARE IL SILENZIO.

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Oleh