lunedì, ottobre 20, 2014

Cinema del 900, svago o propaganda?


Il cinema, come rudimento di come lo concepiamo oggi, nasce verso la fine del 1800 grazie soprattutto ai fratelli Lumiere ed a Thomas Edison.
Quella considerata come la prima ripresa cinematografica, denominata Roundhay Garden Scene,, ha una durata di circa 2 secondi e fu prodotta nell’ottobre 1888 da Louis Aimé Augustin Le Prince
Il cinema di quei tempi, tuttavia, è ancora molto lontano da come lo intendiamo noi ora, nella cività delle immagini. Viviamo, infatti, in un fiume inesauribile di immagini, che ci documentano i problemi e le vicende del nostro tempo, o ci invitano allo svago, al divertimento.
Il cinema, come qualsiasi altro processo in sviluppo, ha attraversato parecchie fasi.
E’ molto interessante, analizzare le linee generali della cinematografia del 900, in quel periodo ancora in fase di perfezionamento, soprattutto nel nostro “Bel paese”.
Tra il 1903 ed il 1909 in Italia, nacquero le prime industrie cinematografiche, come per esempio: Cines, Milano Film, Caesar Film e Roma  Film.
Accanto alla fondazione di molte industrie cinematografiche, si sentì il bisogno di costruire le prime sale cinematografiche nei centri urbani più importanti e frequentati.
Nel 1912, l’Italia conoscerà la sua massima espansione a livello cinematografico, vennero prodotti solo a Torino ben 569 film. Negli anni prima della guerra, Roma si affermerà come il principale centro produttivo del cinema.
I primi del 900 furono, per l’Europa in particolare, un periodo molto travagliato a causa del primo conflitto mondiale e dei conflitti antecedenti ad esso.
E’ questo il periodo in cui le riproduzioni storiche si fecero strada; l’Italia venne spesso raffigurata come un paese valoroso e pieno di ambizioni a livello internazionale, così, anche grazie alla campagna per la conquista della Libia, questi film cominciarono ad adottare una connotazione nazionalista e affine all’imperialismo, ancora prima del ventennio fascista.
Nel periodo fascista, infatti, il giovane cinema italiano, cambia quasi completamente funzione.
Mussolini, appena salito al potere, capì subito quali erano i metodi più efficaci per trasmettere l’immagine politica del fascismo.
Egli si assicurò il monopolio dell’informazione cinematografica  nel 1926,con una legge apposita, mediante la statalizzazione dell’Unione Cinematografica Educativa (LUCE).
L’istituto LUCE nasce subito dopo la Marcia su Roma, come “Sindacato per l’istruzione Cinematografica” con lo scopo di produrre e distribuire film a carattere didattico.
Da questo momento,la storia successiva del LUCE è parte integrante delle tecniche di organizzazione della propaganda e di controllo dei mass-media messe in atto dal regime.
Un decreto del 3 aprile 1926 stabiliva infatti l’obbligo di proiettare in tutte le sale italiane,un cinegiornale ad ogni proiezione, sancendo così, in maniera definitiva, il monopolio dell’informazione cinematografica che si intendeva affidare da subito all’ente LUCE.
La cinematografia, che è ancora nel primo periodo del suo sviluppo, presenta un grande vantaggio sul giornale e sul libro. Essa parla agli occhi, parla un linguaggio comprensibile a tutti i popoli della terra ed a tutti i ceti sociali; per questo venne strumentalizzata, per perseguire fini spesso poco nobili, e sicuramente molto lontani da ciò per cui era stata creata e perfezionata.

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