martedì, agosto 26, 2014

Guccini vs De Luca #3


Si è formato un piccolo nugolo di spettatori improvvisati attorno al tavolo traballante. Qualcuno ha riconosciuto i due contendenti, altri li hanno scambiati per terze persone, altri ancora guardano nel vuoto e per caso intercettano le carte, il vino e le pagine scritte di Alzaia e Dizionario delle cose perdute. E’ l’ultima mano di questo incontro (Per vedere le precedenti si può buttare un occhio qui e qui).
Erri De Luca, senza perdere ulteriore tempo, butta giù la carta di un parroco, Don Alfredo (Alzaia, p.38). E' una carta giocata con coscienza, nel vivo dello scontro, un po' per chi gioca, ma soprattutto per chi segue: per te, lettore paziente, che ci stai accompagnando in questa estate. "Un ascolto partecipe” dice, con una trentina di denti schierati a sorriso, “ vale almeno quanto un buon consiglio". E' con questo pensiero ribalta la forza del prendere parte, dell'assistere. Anche Guccini- il suo sorriso è invece sornione, di parole sospese, senza punteggiatura - per non essere da meno, ci parla di un prete (Dizionario, p.124), ma non dirò altro in questa sede; per vedere a cosa si riferisce rimando alla sua lettura diretta. Le carte continuano a scendere, al ritmo di brandelli, gabbamondo, occasioni (Alzaia, p. 20 p. 51, p. 80) in risposta a targhe e pennini giocate a ritmo serrato dal cantautore emiliano (Dizionario, p. 33, p. 111). 
Forse con reattività non proprio tempestiva, mi domando come sia possibile - oltre alla lapalissiana spiegazione della mia pazzia - che questo agosto si sia stato spettatore di un tale incontro. L’alzaia, è la corda con cui venivano tirate a riva dei fiumi o dei canali i battelli controcorrente. Ed è così che De Luca riporta a noi i suoi pensieri, i suoi ricordi di emozioni,  invertendo il senso dello scorrere. Sullo stesso piano, Guccini sviscera, con l’ironia che lo contraddistingue, aspetti della vita di un tempo, per suscitare nel lettore quel senso di curiosità rinfocolata dall'illusione di tempi migliori. Quello che ha permesso di disputare la partita, di sedere allo stesso tavolino, è stato quindi il ricordo

Il foglio a fianco è rimasto bianco. Non ha traccia di punti. Si alzano e non c’è bisogno di alcun saluto tra i due, come tra vecchi amici induriti da anni comuni. Ognuno poi torna al proprio andare, agosto d'altronde sta per concludere il suo giro.

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