domenica, marzo 30, 2014

La Collina dei Papaveri.

Sono passati pochi mesi da quando, per caso, mi sono avventurato in un mondo per me fino a quel momento ignoto. Lo Studio Ghibli viene fondato nel 1985. Tokuma Shoten (Tokuma Shoten Publishing Co., Ltd, la società che aveva prodotto Nausicaä della Valle del Vento) fonda lo Studio insieme ai registi Hayao Miyazaki e Isao Takahata.In quello stesso anno, Ghibli produce Laputa, il castello nel cielo. La storia dello Studio Ghibli, però, è iniziata probabilmente più di trent’anni fa, quando Takahata e Miyazaki si incontrano per la prima volta: entrambi lavorano alla Toei Animation, uno studio di produzione che all’epoca si occupava solo di film di animazione per il cinema. Per varie ragioni, lo studio aveva iniziato poi a produrre soltanto cartoni animati per la tv (tra cui la serie Heidi, in onda nel 1974, animata da Miyazaki e diretta da Takahata). L’idea iniziale di uno studio non è necessariamente quella di una struttura di lunga durata. Quando iniziano a lavorare al loro primo film, Nausicaä della Valle del Vento, il loro scopo è concentrare su questo lavoro tutti gli sforzi e le energie, assicurandosi che il budget e il tempo siano sufficienti per non dover compromettere la qualità del film. Miyazaki e Takahata vogliono essere i responsabili del progetto, non dei semplici finanziatori dello studio o dirigenti d’azienda. “Ghibli” è il nome che, durante la Seconda Guerra Mondiale, i piloti italiani in Nord Africa diedero ad un vento caldo del deserto proveniente dal Deserto del Sahara, ed è anche il nome usato per indicare i loro aeroplani da ricognizione. Hayao Miyazaki, che ha da sempre una passione per i vecchi velivoli, ne era a conoscenza, e ha deciso di usare questa parola come nome per il nuovo studio: “Facciamo soffiare un vento caldo nel mondo dell’animazione giapponese!”.
Anche se “Ghibli” è una parola italiana, la giusta pronuncia è jee-blee (ji-bu-ri in giapponese).
Ad oggi i lungometraggi realizzati dallo Studio Ghibli son ben ventuno, tutti di grande successo a livello mondiale, tanto da aver creato un vero e proprio universo attorno a queste prudizioni. Purtroppo non tutti i film sono disponibili in italiano, ma tanti sono i riferimenti al nostro paese in questi film, come dimostra ad esempio Porco Rosso.

Oggi vi voglio raccontare l'ultimo dei film che io ho visto, e non vi preoccupate perchè nelle prossime settimane vi narrerò anche degli altri. Devo ammetterlo, ero dubbioso all'inizio, perchè La Collina dei Papaveri è uno dei pochi film dello Studio Ghibli in cui magia ed essere fantastici sono totalmente assenti. Ovviamente mi sono ricreduto, perchè a mio parere il film si è dimostrato senza dubbio uno dei migliori di questa produzione. Ambientato in una cittadina giapponese negli anni '60, narra le vicende della giovanissima Umi Matsuzaki e dei suoi compagni di scuola, in un periodo di rinnovamento per il Giappone e i suoi giovani. Infatti, ai momenti familiari di Umi, sempre molto deliziosi, con un variopinto quadro di personaggi tutti femminili (ad eccezione del fratellino di Umi), si alterna la vita scolastica di questo gruppo di ragazzi che dopo la scuola si riunisce in un antico edificio con associazioni studentesche di ogni tipo, che trattano di scienza, filosofia, storia, letteratura e molto altro. E' splendido vedere questa moltitudine di ragazzi riunita in piccoli gruppi in stanze bizzarre, disordinate e tutte diverse tra loro in questo grande palazzo, nel quale Umi è l'unica figura femminile. Un po' per caso, un po' per diletto, Umi inizia a collaborare con Shun Kazama, un ragazzino di cui è segretamente innamorata, e il quale ricambierà i suoi sentimenti, anche se poi i due ragazzi faranno una scoperta che rischierà di rovinare per sempre questa storia d'amore. Non vi svelo ovviamente cosa accade, ma vi racconto di come i disegni di questo film sono talmente minuziosi da rendere godibilissima qualsiasi scena (io personalmente ho amato il mercato di sera), e divertentissima la parte centrale con le ragazze della scuola che entrano finalmente nel centro di ritrovo di queste associazioni, per dargli una rassettata ed una ripulita.
Una storia d'amore e di amicizia, familiare e scolastica, una storia giovanile di impegno e progresso, di rivolta e di rivoluzione. Tutto narrato in maniera garbata, delicata, fresca, mai monotona.
Una perla di film, che fa riflettere e sognare, perchè il fatto di essere d'animazione non toglie nessun fascino per il pubblico adulto, anzi è quello che ti spinge a guardare il film con attenzione dall'inizio alla fine.
E' un po' la maglia dello Studio Ghibli, attrarre con un qualcosa che potrebbe sembrare fanciullesco, ma che ammalia  forse più i grandi che i piccini.
Ci sono ancora tanti film di cui vi parlerò, e spero che nel frattempo guardiate La Collina dei Papaveri, perchè vi dimostrerà l'intelligenza di questi lungometraggi e la meraviglia dei tratti delle loro illustrazioni, che mi hanno stregato, per caso, in un pomeriggio durante il quale ho scoperto questo fantastico mondo.

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4/ 5
Oleh