martedì, marzo 11, 2014

Dallas Buyers Club - Journey to life

 
È una sensazione frustrante avere così tante emozioni e pensieri da non riuscire ad esprimerli, a racchiuderli in una frase. Rimanere talmente turbati da qualcosa che non si sa come spiegarlo, la confusione più totale in testa e un enorme vuoto nel cuore. Forse sto già raccontando quello che ho dentro senza accorgermene.
Questo è quello che mi ha lasciato Dallas Buyers Club: turbamento, devo ancora capire se in senso positivo o negativo.

Con Matthew McConaughey e un emozionante Jared Leto, il nuovo film di Jean-Marc Vallée racconta la storia di Ron, un elettricista e domatore di tori del Texas omofobo, alcolizzato e maleducato che trascorre le sue giornate nel saloon della contea a bere whisky con i suoi amici sessisti e tossicodipendenti. Non ha rispetto di niente e di nessuno e col suo carattere presuntuoso e sprezzante non riesce a mettere ordine nella sua vita in nessun modo, non riesce e molto probabilmente non vuole avere una vita normale, senza essere picchiato da qualcuno ogni giorno o senza bere fino allo sfinimento tutte le notti. Ciò che lo caratterizza in maniera molto forte è il gran ribrezzo verso gli omosessuali e verso tutti coloro che sono diversi dalla sua ‘razza’.
Tutto questo finché un giorno gli viene diagnosticato l’HIV e i dottori gli dicono che gli rimangono trenta giorni di vita , dopo le prime crisi di rabbia e di rifiuto verso la malattia, un periodo molto forte del percorso di Ron, ma non il più importante, decide di reagire. Decide di fare qualcosa per rialzarsi e rinascere, con l’obiettivo di far diventare quei maledetti trenta giorni due mesi, o anche di più, incomincia questa battaglia completamente solo perché tutti quegli ubriaconi omofobi che lui considerava amici lo allontanano e lo insultano perché notoriamente l’AIDS è la malattia che prendono gli omosessuali, quindi Ron non è più degno neanche di entrare nello stesso bar dove sono seduti loro a trascorrere le loro misere vite da drogati.
Ron si informa e incomincia ad imparare un sacco di cose sulla sua malattia e scopre che tutti i farmaci che i medici gli stanno dando non fanno altro che peggiorare la sua situazione e quindi si rifiuta di prenderli ed è QUI che incomincia la sua vera avventura.
Decide di andare a comprare delle medicine che possano davvero farlo stare meglio, inizialmente va solo in Messico ma poi anche in Giappone, in Cina e in Spagna e nella sua piccola città apre il Dallas Buyers Club, cioè un luogo dove tutti i malati di AIDS possano andare a comprare i giusti medicinali, andando però contro la legge degli Stati Uniti che non li approva. E ci riuscirà anche grazie all'aiuto di una dottoressa che pur di non andare contro i suoi ideali, si lascerà licenziare.
Il suo compagno di viaggio e unico vero amico sarà Raymond, detto Rayon, un travestito che Ron conosce in ospedale e da cui decide di farsi aiutare, nonostante le prime incertezze. I due diventano inseparabili e si guardano le spalle a vicenda, questa è la cosa più bella del loro rapporto che tra l’altro secondo me è uno dei più belli ed emozionanti tra tutti quelli visti nei film degli ultimi mesi: senza dirsi “ti voglio bene” e senza troppe scene d’affetto, Ron e Rayon riescono a far vedere ciò che l’amicizia dovrebbe essere, un’amicizia nata in una circostanza tristissima, nel peggior luogo del mondo, ma pur sempre la migliore che entrambi abbiano mai avuto nella loro vita.
Il film mette in luce tanti aspetti dell’animo umano, dallo squallore di alcuni uomini che per non essere chiamati ‘gay’ o ‘perdenti’, si accontentano di essere niente, credendo la maggior parte delle volte di essere migliori degli altri. Ma soprattutto racconta come una persona come Rayon, piena di dolore e insicurezze, possa cambiare totalmente un uomo come Ron, spigliato e superficiale cowboy texano che non guardava oltre il suo sudicio camper per paura di trovare qualcosa che forse gli sarebbe potuto piacere di più. Ma alla fine Rayon ce la fa, lo cambia e lo rende felice, lo accompagna nella sua lotta contro un sistema che non aiuta, ma stronca e in molti casi uccide, gli fa venir voglia di avere una vita normale, equilibrata, con dei figli magari. E viceversa Ron aiuta Rayon a diventare più sicura, più forte, a essere stessa e ad amare chi vuole, così com’è giusto che sia.
È raro che un film mi colpisca così, quando ripenso alle scene del film mi viene una gran tristezza, ma sono felice di averlo guardato. Quindi vi consiglio di vederlo in qualche modo, anche se nei cinema di Bari e non so se anche in quelli del resto dell’Italia, l’hanno proiettato per pochissimi giorni, non so se per bigottismo o altro, non voglio giudicare senza sapere ma spero di sbagliarmi.
Fatto sta che Dallas Buyers Club, sarà per il meraviglioso lavoro di Matthew McConaughey e Jared Leto, sarà per la potenza della storia, è un film che ti travolge, ti fa dimenticare di essere seduto a guardarlo per due ore e alla fine ti lascia a terra, senza fiato.

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4/ 5
Oleh