venerdì, marzo 06, 2015

Intervista all'artista Eleonora Gadducci

Velvet
Artista poliedrica e raffinata, Eleonora Gadducci ci apre le porte del suo mondo fatto di emotività e mistero, un luogo creativo e fantastico dove la sua arte prende forma. Spaziando per diversi campi, dalla fotografia, alla pittura, alla musica ci guida alla scoperta dei suoi lavori e della sua interiorità, così densa ed intrigante. Come un albatro (cantava così Baudelaire) planiamo nella sua mente per scoprire dove nasce il paese delle meraviglie di questa emergente e affascinante artista.

Surreal Vanity in the Pink Room-trittico, grafite e matite colorate su carta
Fin da piccola sei rimasta affascinata dai poeti decadenti francesi, perché? Cosa ti hanno comunicato?
Sono rimasta affascinata dai poeti decadenti francesi perché con le loro opere sono stati capaci di trasmettermi un nuovo modo di concepire l’arte, non più solo come un semplice atto creativo bensì come una via di fuga dalla realtà a favore di un mondo irrazionale nel quale abbandonarsi alle proprie visioni, lasciando alle suggestioni il potere di nutrire la fantasia e di renderla strumento atto a trasfigurare il disagio esistenziale, avvalendosi dell’arte “come riscatto, come possibilità di liberazione dal male di vivere.” (cit.Schopenhauer)

Adori anche il Piccolo Principe e Alice nel paese delle meraviglie. Mondi così lontani dalla decadenza parigina, cosa ti attrae? Come percepisce il mondo Eleonora?
Sia “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” che “Il piccolo principe di A. de Saint Exupéry, sono state due opere letterarie fondamentali durante la mia infanzia. Spesso quando ero piccola, un po' come oggi, amavo identificarmi nel cappellaio matto, l’estrosità di questo personaggio al limite dell’assurdo mi ha sempre affascinata così come l’atmosfera surreale e fuori dalle righe che fa da cornice all’intero racconto insieme ai numerosi nonsense e giochi di parole; del piccolo principe, invece, mi colpisce la disinvoltura con cui l’autore riesce ad affrontare temi di grande rilevanza con la delicatezza di un bambino offrendo vari spunti di riflessione sui valori fondamentali dell’esistenza.
Nella mia percezione del mondo sono di fondamentale importanza le emozioni, le suggestioni che la realtà suscita dentro di me; il mio modo di percepire è quindi puramente emotivo.
Out of Focus-Self Portrait

Hai definito la tua chitarra la fedele compagna della tua vita. Che musica accompagna la tua arte? Cosa componi?
La musica ha uno stretto rapporto con i miei momenti creativi, è per me fonte di ispirazione ma anche compagna di viaggio; quando ho qualche idea nella testa c'è sempre un brano musicale a tenerle compagnia.
Ascolto un po' di tutto, dalla musica classica a quella celtica anche se la mia preferita in assoluto è la musica rock : da Chuck Berry ai Queen, dal glam rock di David Bowie e Marc Bolan al progressive dei Pink Floyd, dal rock alternativo inglese fino alle sonorità psichedeliche di Syd Barrett (che apprezzo molto anche come artista visivo), passando per i Beatles il jazz, John Lennon & i Rolling Stones.
Ho iniziato a suonare la chitarra all'età di quattordici anni, per gioco o meglio per passare il tempo o forse per ucciderlo (cfr cappellaio matto); a sedici anni ho scritto la mia prima canzone: ”l’Irlanda negli occhi", sonorità folk, grezze, unite ad un testo un po' stravagante quasi nonsense, niente di pretenzioso come tutti gli altri miei brani che ad oggi sono circa una ventina ma che almeno per il momento preferisco lasciare in un cassetto assieme alle mie numerose poesie. Pensando alle mie canzoni ( se così si possono definire), mi torna in mente il verso finale di uno dei miei primi testi: “Ritagliando musica mentre osservo la mia strana estraneità”; penso che in queste parole ci sia molto di me, della mia creatività.

Che rapporto hai invece con la macchina fotografica, l'altra tua fedele compagna?
Per me la macchina fotografica è un essenziale strumento di comunicazione, di dialogo tra ciò che i miei occhi vedono ed il mondo, grazie alla fotografia posso riprodurre fedelmente la realtà ma posso anche decidere di interagire con essa tramite le mie percezioni.

I'll tell you a story
Hai una rubrica intitolata "Light & Shadows" su Gushmag. Qual è il tuo pittore preferito e perché?
Sì, da circa otto mesi ho una rubrica intitolata "Light & Shadows" sul social magazine Gushmag, dedicata all'arte ed alla cultura; nel corso dei mesi mi sono occupata con grande piacere di vari artisti emergenti ma anche di fotografi e pittori di chiara fama. Non ho un pittore preferito, non penso che nell'arte si possano fare preferenze, l'arte è un insieme di stati d'animo un enorme mosaico di emozioni in cui è difficile scegliere qualcosa rispetto a qualcos'altro; penso che l'arte vada ammirata e compresa laddove è possibile, ma se proprio devo fare un nome uno dei miei pittori preferiti è senz'altro Salvador Dalì perché le sue opere sono capaci di infrangere il confine tra reale e surreale, di spalancare la porta dei sogni, di regalarmi un brivido in più rispetto a molte altre.

Cosa c'è dietro alle tue opere? Qual è il loro messaggio?
Le mie opere nascono dalla necessità di far emergere il mio mondo interiore, di materializzare la mia anima trascendendo la realtà in una sorta di sublimazione creativa; i miei lavori assumono così la funzione simbolica di una cartolina spedita da un mondo che teoricamente non esiste ma che è parte di me, in tutto ciò non c'è però un messaggio, ogni mia opera è aperta ad una libera interpretazione, l'unico obiettivo è quello di trasmettere qualcosa sul piano emozionale.

Cosa provi, cosa senti quando dipingi o disegni?
Quando disegno o dipingo provo un profondo senso di libertà e gratificazione, è così bello vedere davanti ai propri occhi qualcosa che fino ad un attimo prima si trovava solo nella tua mente.

Dove trovare Eleonora:
Facebook
Twitter
I suoi lavori:
Disegni

Flower Rhapsody Model Ilaria


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Oleh