venerdì, marzo 30, 2018

Presentazione 'I fiori non hanno paura del temporale' di Bianca Cataldi.


Bianca Rita Cataldi ha presentato ieri alla Feltrinelli di Bari il suo nuovo romanzo 'I fiori non hanno paura del temporale', edito da HarperCollins Italia. Introdotta e presentata dal professor Trifone Gargano, la giovane autrice pugliese ha ripercorso i temi principali del romanzo, spiegando curiosità e aneddoti a un pubblico molto interessato, incuriosito dall'affascinante racconto degli avvenimenti che hanno riempito la vita di Serena e Corinna, tra equilibri familiari e fantasmi del passato, alla ricerca di qualcosa di perso e dimenticato, o forse mai conosciuto, tra le vie di Bologna.
Un romanzo 'al femminile', passatemi il termine, che vede protagoniste le donne di questa famiglia, come le due sorellastre, la nonna, figura centrale, come spiega l'autrice, in tutte le famiglie, la persona che ci guida nella vita, che ha una idea diversa della vita rispetto alla nostra e quella dei nostri genitori, una nonna che nel romanzo insegna alla nipote a seguire sempre il suo istinto; non trascura le poche figure maschili presenti nella narrazione, come quel padre che 'salva' la mamma delle due ragazze, da un qualcosa che l'aveva mandata 'in frantumi' anni addietro, un personaggio che nel romanzo però deve attendere il suo momento, il momento di arrivare a aggiustare ciò che si è rotto.
Questo un punto nodale della storia, perché come racconta Bianca, per essere salvati deve essere successo qualcosa di importante prima, deve esserci stato un punto di rottura.
Il professor Gargano incalza esaltando la capacità dell'autrice di narrare avvenimenti seppur semplici, per i quali un narratore tradizione avrebbe bisogno solo una pagina del proprio romanzo, in pagine e pagine di pieno interesse e mai noiose, un vero incanto per il lettore, che non perde mai attrazione per ciò che viene narrato. 
Un aspetto fondamentale hanno i nomi quelli veri e quelli 'sussurrati', come avviene in una usanza zingara, ci spiega l'autrice, secondo la quale la mamma sussurra un nome al bambino nel suo primo giorno che non svelerà mai, ma che il bimbo saprà sempre nel suo subconscio. Così il 'vero' nome di Serena è 'Felicita', perché è molto più aperta nei confronti della vita rispetto a sua sorella, Corinna, il cui vero nome è 'Anastasia', letteralmente 'colei che risorge', in linea quindi con i personaggi descritti, così come il papà diventa 'Salvatore', perché colmerà i vuoti e lenirà le ferite della mamma delle due protagoniste.
Un viaggio quindi, quello dell'autrice, tra l'animo più profondo dei protagonisti, tra usi e tradizioni, tra leggende e consuetudini (come non citare il tè al mirtillo delle zie defunte), un senso di famiglia allargato ma pur sempre intenso, che mai permette all'io dei personaggi di snaturarsi, anzi fa sì che si concretizzi nella narrazione.
Ciò avviene senza che l'autrice dia troppe informazioni, o informazioni nel momento sbagliato, ci permette di conoscere ciò è giusto, è necessario, è utile per dar vita ai suoi personaggi.
Diversi i temi che si ripetono, con un senso di circolarità, nel romanzo, dai nomi alle scarpe (che conservano il ricordo di tutti i passi che hanno fatto), al legame tra la vita dell'uomo e quello della natura, come suggerisce il titolo. Dopo il temporale c'è di nuovo il sole, ciclicamente, e così nella vita di un uomo dopo un avvenimento drammatico torna il sereno, c'è la necessità del dolore, e ci sono persone che con la loro forza, o con quella donatagli da chi incontrano lungo il cammino resistono al temporale, come i fiori.

I FIORI NON HANNO PAURA DEL TEMPORALE.
Bologna 1997. La stanza è in penombra e i libri e le musicassette sono sparsi dappertutto. Distesa sul letto, la camicia a quadri e i Nirvana sparati nelle orecchie dal walkman, Corinna muove i piedi a tempo e non stacca il naso dalla pagina. Ha sedici anni, i capelli rossi come fili di rame e un viso ricoperto di lentiggini su cui spiccano due occhi d'acciaio. È la figlia del primo grande amore di sua madre che se ne è andato poco prima del parto. Serena, detta Poochie, ha sette anni, i capelli scuri stretti in due codini fermati da elastici a forma di arcobaleno ed è la sua sorellastra. Il suo desiderio più grande è farsi considerare da quella sorella maggiore così misteriosa, sempre rintanata dietro le pagine di un libro e con le cuffie calcate sulla testa. Vivono in una grande e caotica tribù allargata in cui vige il matriarcato e dove per ogni decisione ci si rivolge al consesso delle antenate riunite nella cappella di famiglia al cimitero. Una famiglia fatta di donne dal sangue cocciuto e in cui nessuna tristezza può resistere di fronte al sapore magico di un tiramisù al pistacchio. Eppure l'equilibrio familiare comincia a vacillare quando Corinna riceve una strana scatola da scarpe chiusa malamente con del nastro adesivo. Dentro ci sono degli oggetti apparentemente scollegati tra loro, ma che sono l'ultimo regalo del suo vero padre, scomparso improvvisamente in un incidente. Corinna non ha dubbi: quegli oggetti hanno un significato e lei deve scoprirlo. Decide così di partire, insieme a Serena, per una caccia al tesoro per le vie di Bologna. La scatola in borsa e un sogno tra i capelli ribelli: trovare il segreto delle sue radici e, inevitabilmente, la propria strada nel mondo.

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Oleh