Il primissimo piano di un occhio che si apre, una pupilla che si contrae, una foresta di bambù, un uomo ferito sdraiato per terra e poi tutto il resto: così iniziava il 22 settembre di 10 anni fa Lost.
Ovviamente noi italiani lo abbiamo visto con notevole ritardo (era il 2006 quando Rai2 mandò in onda il primo episodio), ma ricordo ancora quei lunedì sera davanti alla tv con mio fratello per non perderci mai un episodio di quella serie che avrebbe cambiato e turbato la vita un po' di tutti.
Tutti hanno un passato, tutti hanno segreti, tutti hanno un motivo, ben diverso, per essere proprio li, proprio quel giorno, proprio su quell'aereo.
Tutti hanno un passato, tutti hanno segreti, tutti hanno un motivo, ben diverso, per essere proprio li, proprio quel giorno, proprio su quell'aereo.
La trama è complessa, articolata, imprevedibile, un giallo in una serie che si propone come l'anti-giallo del nuovo millennio, una idea nuova tra tanti polizieschi che nascevano in quegli anni negli Stati Uniti.
No Lost non era un giallo, ma non era neanche un fantasy, nonostante le tante cose inspiegabili e sovrannaturali, perché infondo stiamo parlando di gente che in teoria dovrebbe essere morta, e che si trova in un luogo che in teoria non dovrebbe esistere.
Ma non è un fantasy, perché quel luogo esiste davvero, e vengono effettuati esperimenti che in realtà nessuno dovrebbe conoscere. Stiamo parlando quindi di un drama political thriller fantasy o cosa?
Di nessuno di questi, e un po' di tutti. Lost non ha bisogno di una etichetta, non deve essere racchiuso in un genere ben preciso, perché Lost è superiore a queste classificazioni.
Un cast favoloso, un innumerevole elenco di attori hanno preso parte a questa serie nelle sue sei stagioni.
Lost era inarrestabile, e spesso incomprensibile, ma piaceva per questo.
Misteri da risolvere, passati da affrontare, amori da far sopravvivere, e una convivenza forzata da dover digerire. Sull'isola accade di tutto, e tutti sono costretti ad affrontare paure e fantasmi.
Quando la serie però deve affrontare un cambiamento di autori (classica storia americana, gli autori hanno una trama con un inizio e una fine, ma il network deve fare ascolti e prolunga la serie per altre tre stagioni, facendone perdere il senso principale), la serie subisce un duro colpo, e molte cose vengo spiegate male o non spiegate affatto, lasciandoci con un finale che tutti hanno impiegato mesi a capire.
Quando la serie però deve affrontare un cambiamento di autori (classica storia americana, gli autori hanno una trama con un inizio e una fine, ma il network deve fare ascolti e prolunga la serie per altre tre stagioni, facendone perdere il senso principale), la serie subisce un duro colpo, e molte cose vengo spiegate male o non spiegate affatto, lasciandoci con un finale che tutti hanno impiegato mesi a capire.
Nonostante questo sconvolgimento delle ultime stagioni (in alcuni momenti totalmente trascurabili), Lost ha dato vita (o nuova vita?), ad un genere tutto suo, creando cloni decisamente mal riusciuti, perchè forse anche gli americani stessi non hanno capito la novità di Lost e hanno reso le serie successive nel classico filone da film tv di terza scelta, tra il post apocalittico e la minaccia finale.
Lost non parlava di questo, parlava di donne e di uomini che si sono persi, e alcuni di loro sono riusciti a ritovare se stessi, altri hanno terminato la loro esistenza senza capire davvero cosa stesse succedendo.
Non è un semplice viaggio fisico quello dei personaggi, è un viaggio mentale in loro stessi, e che Lost vi piaccia o no, non si può negare che ha cambiato il modo di concepire i generi telefilmici, e di affrontare la psicologia dei personaggi di una storia.
Condividi
Lost dieci anni dopo.
4/
5
Oleh
spiceboy88